Ignoranza è Forza

Sulla scia di uno dei capolavori del genere distopico nasce Orwell, un videogioco Indie firmato Osmotic Studios che vuole portare il giocatore in un universo simile a quello di 1984, ma non nel ruolo del protagonista del libro, piuttosto preferisce posizionarlo dall’altro lato. Il lato che controlla, quello del Grande Fratello.

Orwell si potrebbe definire un’avventura interattiva dove il videogiocatore è destinato a interpretare il ruolo dell’investigatore: Orwell non è altro che il software che ci viene fornito per svolgere le nostre indagini. Dietro la sua natura da avventura interattiva, non c’è dubbio che Orwell sia un thriller a tutti gli effetti.

Sin da subito sarà ben chiaro a ogni giocatore quale sarà il suo ruolo, proprio per questo il gioco ci fa fare un test attitudinale dove dovremo rispondere ad alcune domande: ci verranno poste davanti determinate situazioni. Per esempio: un nostro amico ci dice di essere entrato a fare parte del programma Orwell (ma tu ben sai che la prima regola di Orwell è non parlare di Orwell). Lo denunciamo alle autorità oppure non facciamo niente?

A seguito del risultato del test attitudinale potremo iniziare a giocare: a guidarci ci sarà Symes che ci spiegherà per filo e per segno come funziona Orwell e come utilizzarlo.

Guerra è Pace

La trama si sviluppa attorno a un attentato che turba la calma apparente di The Nation; un superstato in puro stile orwelliano dove la libertà di pensiero dei cittadini è praticamente inesistente. Sostituita dal controllo spasmodico da parte del Partito con la scusa di “garantire la sicurezza di tutti i cittadini”.

Sin dall’inizio si possono notare tutti i riferimenti all’opera uscita nel 1948, entrata nella storia come capolavoro assoluto non solo grazie ai temi trattati, ma soprattutto alla critica che viene volta agli stati più potenti del mondo.

Orwell, il videogioco, non è da meno e riesce a rendere giustizia allo scrittore e alla sua opera, rispettandoli e riportandoli ai giorni nostri.

Il nostro compito sarà quello di raccogliere più informazioni possibili sull’attentato e sui sospettati e portare avanti la narrazione. Orwell funziona in modo che, noi, andando ad analizzare articoli, blog, social network e intercettazioni possiamo raccogliere più informazioni possibili per riuscire a delineare i fatti che sono accaduti realmente.

Quindi ogni qual volta che ci ritroveremo davanti un’informazione interessante, ci basterà trascinarla nel database di Orwell per creare man mano i profili delle persone coinvolte e capire in che modo stiano agendo.

Per quanto possa sembrare un gioco puramente investigativo, in realtà, Orwell offre una vasta scelta: le informazioni che andranno a delineare la trama, infatti, le sceglieremo noi. Molto spesso ci verranno messe di fronte delle “scelte” da inserire all’interno del programma e dovremo, da una parte, seguire il nostro istinto e dall’altra cercare di capire quale delle due sia vera.

L’importanza delle scelte sta nel fatto che il gioco si sviluppa e delinea per esplodere in alcuni finali multipli basati esclusivamente dalle nostre azioni e decisioni.

Le nostre scelte saranno dettate dalla diversità dei tipi di dati, chiamati Datachunck: esistono infatti quelli evidenziati in blu e quelli in giallo. Quelli blu saranno ordinari, utili per la prosecuzione della trama ma non indispensabili, mentre quelli in giallo sono quelli che ci costringeranno a scegliere. Se ci ritroveremo davanti due Datachunk evidenziati in giallo, potremo sceglierne soltanto uno.

Spesso infatti e a posteriori, i dati risultano poi essere contraddittori rispetto a ciò che è successo realmente e a quel punto, se verremo smascherati, ci penserà il nostro supervisore a farci una bella lavata di capo.

Bisognerà anche essere piuttosto selettivi nello scegliere quali dati inserire in Orwell, perché per ogni nostra azione passeranno dieci minuti e il tempo a nostra disposizione per scoprire la verità sarà sempre più breve.

Le conseguenze del nostro operato potrebbero essere catastrofiche e portarci a un finale terribile. Il tutto sta nello scoprire la verità, perché la vita delle persone, anche innocenti, sarà nelle nostre mani e in quello che diremo a Orwell.

Le nostre scelte saranno inoltre irreversibili perché il gioco ci dà la possibilità di mantenere un solo file si salvataggio, questo dona a Orwell una buona rigiocabilità.

Libertà è Schiavitù

Il design del gioco si presenta piuttosto minimal ma estremamente efficiente in quello che deve fare: condurci alla verità oppure alla non-verità. I ritratti delle persone che analizzeremo sono piacevoli da vedere nonostante il loro stile “sgranato”, ma dietro all’estetica minimale, c’è una cura dei dettagli minuziosa soprattutto per quanto riguarda la costruzione di ogni singolo articolo che andremo a leggere e per l’intreccio narrativo.

Un intreccio narrativo, infatti, che lascia con il fiato sospeso, in grado di provocare quella suspense degna dei thriller più classici nonostante, in teoria, siamo noi a “governare” la storia.

I difetti più grandi di Orwell sono due: è privo di doppiaggio e, al momento, disponibile soltanto in inglese. Quindi per tutto coloro che non capiscono la lingua sarà difficile riuscire a seguire la storia perché il gioco si basa quasi esclusivamente sulla lettura di articoli, conversazioni e post.

Verdetto

Orwell è un gioco curato in ogni minimo dettaglio, offre una narrazione fluida, piena di colpi di scena e, con tutte le scelte che offre, anche ben intrecciata. I finali multipli infatti rendono al gioco una buona longevità: sarà inevitabile giocarlo almeno un paio di volte per scoprire che cosa sarebbe successo. Per scoprire il “What if”.

Orwell è in grado di tenere incollato il videogiocatore allo schermo per tutte e 5 le ore di gioco, certo, non senza momenti in cui ci si può sentire frustrati perché non si ha idea di dove andare a cercare i dati che ci servono. Basta soltanto un pizzico di ingegno e un po’ di pazienza per riuscire a proseguire la storia.

L’omaggio che Osmotic Studios ha voluto fare a 1984 è decisamente degno di nota, ci catapulta in un superstato dove noi interpretiamo una parte di quel Grande Fratello di cui Orwell ci ha narrato. E se l’Ignoranza è Forza, la Guerra è Pace e la Libertà è Schiavitù, Orwell, il gioco, propone un’ottima interpretazione di questo famoso detto nato dalla geniale mente del grande scrittore.

Il fatto che sia soltanto in inglese e privo di doppiaggio potrebbe ostacolare un certo numero di videogiocatori. Ma c’è da dire che altri giochi sono nati soltanto in inglese e sono comunque riusciti ad avere un successo strepitoso, speriamo questa barriera linguistica non sia perciò troppo deleteria.

Orwell merita sicuramente una certa risonanza, ma è un gioco adatto soltanto ad appassionati del genere e a tutti coloro che amano le indagini e la possibilità di scegliere il destino dei personaggi. In questo caso, vi troverete di fronte ad un prodotto davvero notevole.

Sara Tamisari
Romana, laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice e Social Media Specialist per Stay Nerd ed esploratrice di galassie lontane nel tempo libero. Libri e videogiochi sono la sua passione. Quelli belli. Quelli di Fantascienza, quelli che affrontano tematiche LGBT, quelli che portano a una maggiore consapevolezza di se stessi. Diventano ossessione, tanto che scriverci sopra è ormai indispensabile. Founder di AndroideClandestina.com: l'ossessione diventa blog.