Un mistero lungo mezzo secolo
Finalmente anche in Italia è giunto grazie a Bao l’ultimo encomiabile lavoro di Daniel Clowes, Patience, una graphic novel che convoglia un’intera vita artistica regalandoci pagine di pura bellezza. Ma Patience è tante cose, tutte insieme, uno scrigno pieno di prodigi, con infiniti livelli di lettura come solo i racconti più intensi riescono a dare.
Cerchiamo insieme di scoprire cosa si nasconde dietro questo titolo tra i più intriganti del 2016, che si è aperto in maniera eccelsa.
Patience è una storia
Una storia d’amore, soprattutto, di un amore vero e terreno, normale, tanto normale da essere la storia d’amore che chiunque sta vivendo in questo momento. Jack e Patience vivono insieme, sono profondamente legati, quasi indivisibili, nella loro routine fatta delle piccole cose americane. È la scoperta della gravidanza di Patience a fare da inizio del racconto, questo piccolo terremoto famigliare che accende tutti i buoni propositi e porta silenziosamente a galla i pochi problemi che Jack aveva cercato nascondere alla sua compagna, in un complesso di inettitudine e dolore che lo spinge a voler riprendere le redini della sua stessa esistenza.
Ma Patience è anche la storia di come questo inizio viene letteralmente spazzato via dalla crudelissima morte della donna e del baratro in cui Jack precipita, un inferno che lo annienterà.
E con questo non siamo neanche alla fine del prologo. Da qui le cose diventano tutt’altro, mutano in un caleidoscopio di invenzioni e colpi di scena, con trovate limite, capovolgimenti di fronte e rimbalzi che il lettore alla fine si sentirà frastornato, felicemente frastornato, palleggiato tra mistery (chi ha ucciso Patience?), fantascienza del genere più crudo, disperazione e violenza.
Patience è un viaggio
Un viaggio in senso letterale, quello in cui Jack si imbarcherà per scoprire il vero assassino del suo unico amore. Un viaggio che lo porterà solo in vicoli ciechi, che alimenterà la sua frustrazione, e lo farà arrivare alla vecchiaia con il desiderio solo di farla finita, perché la sua vita si è rivelata solo ed esclusivamente inutile.
È un viaggio al termine della notte, quando Jack si ritroverà a percorrere eventi che non pensava mai avesse la possibilità di vivere e rivivere. E la chiave di tutto è QUANDO, perché il viaggio più importante per Jack sarà quello nel tempo, rincorrendo la sua amata nei giorni in cui non era nemmeno una sua conoscenza, cercando di capire quel che è venuto prima per evitare e comprendere meglio quel che sarebbe venuto dopo.
È un viaggio metaforico, nella mente del protagonista maschile e di quella femminile, quando le loro voci dettano la narrazione punteggiandola con i loro pensieri. È una scoperta dei mille strati delle personalità che si intersecano, un continuo schiudersi di particolari e caratteristiche che emergono e vengono a galla, complicando la già sfaccettata trama psicologica dei due protagonisti. Preparatevi a vedere cosa si cela dietro la vita di una donna normale, a incontrare le sue colpe, i suoi errori, le sue seppur piccole vittorie; e altrettanto vedrete un uomo fare i conti con se stesso, mettendo insieme tutti i pezzi della propria esistenza lacerata cercando di ricomporre un puzzle senza avere nessun riferimento.
Patience è un’ossessione
L’ossessione di Jack verso la sua donna. Un’ossessione che va ben oltre l’amore, che lo porta a mettere il naso là dove forse non avrebbe mai dovuto, scoprendo aspetti di Patience oscuri e disperati. Ma tutto questo, per il nostro protagonista, non è altro che materiale per rendere il suo desiderio di conoscere sua moglie ancora più bruciante. La sua ricerca lo porterà in zone proibite della storia della sua compagna, ma niente lo allontanerà dal suo sentimento, perché inevitabilmente oltre a Patience, Jack rivede sempre il figlio che mai ha avuto, spazzato via dal gesto di un pazzo.
D’altronde l’ossessione e la disperazione sono i due sentimenti che veicolano le scelte di Patience nella sua giovinezza. La disperazione di vivere in un minuscolo paese sperduto nella provincia americana, la sua incapacità a tagliare i ponti con il passato, e l’ossessione di voler andar via, volare in un luogo dove tutto questo non esiste, un sogno che assume le proporzioni di un incubo senza fine, un supplizio di Tantalo della propria esistenza.
Patience è anarchia
Anarchia stilistica, narrativa, programmatica. È la summa artistica di un Autore che è stato il simbolo del fumetto underground negli anni 80 e 90, con il suo Eightball e tutti i personaggi assurdi che si sono susseguiti su quel pamphlet a fumetti, per poi essere convogliati in antologie e opere monografiche.
Clowes non si risparmia, riprendendo i temi a lui cari, come la descrizione dell’adolescenza americana dai sogni ridotti a un mucchio di vetri infranti, la sua critica sociale della mezza età disperata alla ricerca di un equilibrio che forse neanche esiste, il mistery e il thriller con assassinii e morti sospette. E non c’è solo questo: con la sua ultima fatica, Clowes ci butta dentro anche la fantascienza, ma come al solito lo fa a modo suo, senza pensarci troppo senza necessariamente voler essere pedante e scientificamente corretto. Lascia dire al suo protagonista che di queste cose non ne capisce un cazzo e per di più neanche gli interessano. E quindi anche se ci sono oscuri e ridicoli riferimenti a formule chimiche, congegni e invenzioni, tutto assume il contorno di uno scherzo, di un espediente creato per far funzionare la storia… e a noi sta bene così. Non è Permutation City di Greg Egan, o qualche altro racconto di Asimov, questa non è fantascienza vera (se mai ne esiste una) questo è Daniel Clowes che usa la fantascienza per i suoi fini fottendosene del lettore che gli andrà a fare le pulci sugli errori e sulle inesattezze.
E tutto questo fa parte della sua ‘poetica’, il suo vedere il fumetto come veicolo di una storia che l’Autore ha il diritto di raccontare come più desidera senza lasciarsi distrarre dalle chiose di qualche lettore. Provate a leggere il suo piccolo scritto ‘Modern Cartoonist’ e fatevene una ragione.
L’anarchia profonda presente in Patience si manifesta prorompente nelle scelte stilistiche e artistiche, che restano salde al modo di fare fumetti di Clowes. Se cercate la perfezione dei disegni e la cura maniacale per il fotorealismo, allora questa non è la porta che dovete aprire. Andatevene. Il tratto di Clowes è grossolano, perfettamente controllato e preciso, ma pur sempre legato a certe soluzioni quasi caricaturali, che nelle 180 tavole di Patience emergono soprattutto in alcune sequenze oniriche e di degrado mentale. Non fatevi intimidire o allontanare dai tratti duri e feroci, dalla colorazione piatta e dalla griglia completamente distorta: lasciatevi invece conquistare da come tutti questi elementi si amalgamano in una perfetta sintesi narrativa.