Lo splendido film del regista Hiroyasu Ishida, tratto dal romanzo di Tomihiko Morimi, sarà disponibile al cinema solo per martedì 20 e mercoledì 21 novembre.
I pinguini, in particolare quelli della specie imperatore, compiono una lunga migrazione attraverso il continente antartico col fine di raggiungere il luogo dove potranno incontrare la compagna con cui riprodursi. Seguono un percorso ben preciso, ovviamente non privo di difficoltà, ma che sicuramente li porterà al loro obbiettivo.
Quello del giovane Aoyama, un bambino delle scuole elementari, è di acquisire conoscenze ogni giorno, per essere sempre più colto del precedente e arrivare all’età adulta (in Giappone vent’anni) con un bagaglio di conoscenze sufficiente per poter mirare alla partner ideale. Il ragazzino la individua in particolare nella Sorellona, una giovane donna che lavora nella clinica dentale del paesino dove si svolge l’avventura del piccolo protagonista insieme a lei e i suoi amici.
Un’avventura che ha inizio con l’inusuale apparizione di numerosi pinguini su un terreno non edificato. Aoyama, col suo approccio scientifico e razionale, comincia a studiare il fenomeno insieme all’amico Uchida, mentre cerca di continuare a condurre la propria vita da studente, tra bulli e partite di scacchi con la Sorellona. Quest’ultima, grazie alla confidenza sviluppata con Aoyama, condividerà con lui il proprio segreto: è lei a far comparire quei pinguini ma non sa come e perché sia in grado di farlo. Il racconto, da qui in avanti, assumerà tratti fantascientifici che però non comprometteranno la delicatezza della pellicola, la cui storia finirà per essere un percorso formativo per Aoyama e una ricerca di sé per lui e la Sorellona coinvolta nei suoi studi.
Penguin Highway (al cinema soltanto il 20 e il 21 novembre) vuole quindi mostrarci la via “predestinata” di questo ragazzino dalla peculiare intelligenza, desideroso di crescere e allontanarsi dalla quotidianità ricercando cose al di là della sua comprensione, mettendolo a confronto con l’adulto che più attira le sue attenzioni, ovvero la Sorellona, che, per quanto cresciuta, non sembra essere convinta di conoscere se stessa e il mondo che la circonda.
La coppia di amici (perché così si possono considerare, nonostante la differenza d’età) si confronta e assiste vicendevolmente, scoprendo di non essere così distante a livello emotivo, dimostrando un ottimo lavoro di caratterizzazione.
Tuttavia, il rapporto tra i due verrà intaccato dall’approfondimento degli studi di Aoyama, che ora avrà al suo fianco anche la compagna di classe Hamamoto, altrettanto intelligente, curiosa e dedita alla scienza e che gli mostrerà qualcosa di stupefacente e allo stesso tempo pericoloso. La nuova scoperta, utile a dare un ulteriore sviluppo alla trama, offrirà almeno due spunti di riflessione per lo spettatore: innanzitutto, per quanto riguarda Aoyama, sarà grazie alla risoluzione di questa minaccia che il ragazzino acquisirà nuova coscienza del mondo, che non sempre è a portata di logica, così come per lui non è facile comprendere come mai la Sorellona sia così attraente; in secondo luogo, è evidente la tematica ambientalista che il nuovo oggetto di studi dei ragazzini solleva, in quanto potrebbe mettere in grave pericolo il paese e non solo.
Nulla di nuovo su questo fronte, sembrerebbe, dato che tali argomenti sono ampiamente affrontati nei film dello studio Ghibli con protagonisti della stessa fascia d’età, tuttavia tramite il fantasioso espediente della comparsa di questi pinguini il tema viene riportato all’attenzione dello spettatore in modo originale. E come lo studio Ghibli, anche lo studio Colorido presta particolare attenzione ai colori e alla natura, regalandoci paesaggi rurali curati nei minimi dettagli, dai canali d’acqua alle chiome degli alberi, in un’armonia di tonalità che semplicemente incanta nella sua naturale delicatezza, visibile soprattutto in inquadrature ravvicinate di questi particolari. Aoyama, insieme ad Uchida, Hamamoto e la Sorellona si muove in questo paese all’apparenza così piccolo ma che offre immensi spazi naturali nei quali la razionalità e le leggi naturali comuni non possono prevalere. Ed è anche così che avviene la magia della crescita di Aoyama, nel realizzare che non tutto può essere governato dalla logica e dalla razionalità, nemmeno il diventare adulti.
Penguin Highway perciò è tutto il contrario di ciò che ci aspetteremmo di vedere. Ultimamente i lungometraggi che arrivano dal Giappone trattano spesso di amori drammatici e commoventi, ma Penguin Highway invece vuole riportarci ad avere una visione del mondo più infantile e innocente, in cui la fantasia e l’inspiegabile prevalgono sulla ragione, proponendoci allo stesso tempo un’avventura affascinante e quasi oniricia.
Il film offre più chiavi di lettura, lasciando libera interpretazione allo spettatore, che può tranquillamente immedesimarsi sia nel piccolo Aoyama che nella Sorellona, poiché in entrambi esiste una sorta di conflitto interiore impossibile da spiegare. E va bene così, perché nonostante la conclusione della vicenda, tutto quel che avviene non necessita di reali spiegazioni. L’unica cosa che conta è accettare il fatto che ogni cosa ha il suo tempo, lasciando comunque spazio all’immaginazione e alla speranza per il futuro, affrontando il viaggio un giorno alla volta.
Verdetto
Penguin Highway (di Hiroyasu Ishida) è l’ennesimo lungometraggio bistrattato dalla distribuzione nei cinema italiani, che meriterebbe invece una certa attenzione per le qualità tecniche e narrative di cui si fregia. La sua freschezza è ciò di cui aveva bisogno il panorama cinematografico animato giapponese, poiché nella sua semplicità riesce a veicolare messaggi dalle varie interpretazioni, attraverso espedienti narrativi che sfruttano un immaginario diverso dal solito.
Se vi è piaciuto Penguin Highway…
Legati alle tematiche naturali abbiamo una vasta gamma di film dello studio Ghibli, in particolare si consigliano Ponyo sulla scogliera e Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento.
Se invece cercate qualcosa di visivamente spettacolare, non si può far altro che rimandarvi alla visione di Your Name, capolavoro di Makoto Shinkai, ora anche su Netflix!