Rinati dalle proprie ceneri durante quest’anno, gli YDN sono riusciti nell’impresa di ricostruire un team da zero ed ottenere immediatamente il più ambito dei traguardi
Miglior striscia consecutiva di vittorie, MVP del torneo, miglior coach della competizione e titolo in tasca.
Dire che gli YDN abbiano polverizzato la concorrenza in questo PG Nationals 2020, dati alla mano, è tutto fuorché un eufemismo. Il team romano, infatti, durante quest’ultima stagione ha dimostrato a tutti quanti di essersi ampiamente meritato il titolo di campioni d’Italia, ma, contrariamente da quanto si possa pensare, questo incredibile risultato non è arrivato solo ed esclusivamente per la forza del suo collettivo.
Gli YDN, per merito di coach Ferakton, sono riusciti ad imporre sulla Landa degli evocatori uno stile di gioco chiaro ed evidente.
Sfido chiunque, indipendentemente dalle conoscenze più o meno approfondite di League of Legends, o della scena competitiva, a non riuscire a riconoscere, anche dopo pochissimi minuti di game, l’identità della squadra romana.
Aggressione totale su tutte le lane, sin dai primi attimi, coordinata dal Jungler Tabasko, volta a scoprire i nervi del team avversario e, successivamente, cannibalizzare la lane più in difficoltà, per poi prendere subito gli obiettivi. Non è un caso che in questo Spring Split si sia visto un totale predominio della Top ad opera di Gabbo (meritatamente nominato MVP del torneo davanti al suo compagno Endz). In concomitanza con il suo compagno polacco, Gabbo, infatti, con pick sempre molto aggressivi come Sett, Kled e Rumble, ha da subito iniziato a giganteggiare nella sua corsia rendendo impossibile la vita dei Jungler avversari sulla lane priority. Non c’è stato un singolo match up che sia riuscito a tenere botta delle avanzate del laner siciliano e, persino in finale, con il pick, nel primo game, di un tiratore come Vayne, ha dimostrato la poliedricità del giocatore italiano, vero portabandiera del Team in questa annata.
Il lavoro di Tabasko, però, non ha permesso solo di sfondare apertamente la Top, ma ha dato via al predominio totale sulla mappa, tramite un’operazione di macrogame avvolgente e costantemente finalizzata agli obiettivi. Il pick di Elise, tralasciando le ovvietà del Meta, si è dimostrato la carta vincente del polacco ex Pirates e Illuminar.
In ogni partita abbiamo visto la fotocopia del game precedente. First blood, primo mattone, drake, Herald.
Tutto ciò ha permesso di avere una vita “più facile” alla Mid e alla Bot, ma non senza qualche inciampo. Nelle prime partite, in corsia centrale, con uno stile di gioco, da parte di Phantomles, un po’ naif, con pick a lui agevoli come Cassiopeia o Syndra, per ingranare gara dopo gara, sino a diventare l’AP Carry della finale.
Infatti, e purtroppo aggiungerei, nella decisiva stracittadina di questi PG Nationals 2020 contro i Racoon, gli YDN hanno dovuto far fronte all’assenza dell’ADC Endz, squalificato per aver scommesso su alcune partite estere (un peccato altamente passabile, ma, d’altronde, le regole sono regole). L’estone, in compagnia del suo fedelissimo connazionale Cospect, è salito subito alla ribalta dimostrandosi, senza possibilità di essere smentiti, l’ADC più dominante della stagione. Non importa il pick, seppur Senna e Varus nei primi game siano stati uno spettacolo per gli occhi, Endz ha dimostrato una fluidità di gioco tale da poterlo proiettare, in un futuro prossimo, a palcoscenici ancora più pesanti. D’altronde, EUMasters ha spalancato le proprie porte al team guidato da Ferakton, ed è lì che i suoi ragazzi metteranno nuovamente in mostra la propria dominante identità di gioco.
Gli YDN, ai PG Nationals, sono stati una bestia predatrice che continuava a mietere vittime sin dal primo minuto di game. Un’ intensità di gioco che difficilmente si era vista nel competitivo italiano negli ultimi anni.
Purtroppo anche i cammini dei più grandi devono subire dei contraccolpi importanti, ma quando la vita ti mette dinnanzi a delle sfide, solo i più forti sapranno reagire. E proprio come novelli Ercole, pronti a superare anche la dodicesima fatica, orfani del proprio tiratore, hanno dovuto rivoluzionare il proprio assetto di gioco in finale, introducendo Occlumats (sub-top) nella composizione titolare.
Il neo entrato posizionato Mid, con pick sempre orientati verso campioni Tank (Ornn e Maokai), ha dimostrato, al suo esordio, di non temere una sfida così difficile, ottenendo il ruolo di protagonista nel quarto game decisivo. Phantomless, con la sua Taliyah, ha fornito il DPS necessario a dominare i fight, riuscendo a non far patire minimamente l’assenza di Endz, mettendo il luce il suo stile inconfondibile anche in corsia inferiore. Ciliegina sulla torta è stato Gabbo, che, seppur siano divenuti ridondanti i complimenti per lui, ha tiranneggiato nella Landa, soprattutto con un eccezionale Aatrox, vero lane bully di questa BO5.
Gli YDN, in questa edizione del PG Nationals, hanno dimostrato, in sostanza, che la forza delle idee e una radicata identità di gioco, portate all’estremo e costantemente messe in campo indipendentemente dall’avversario, sono le vere caratteristiche di un Top team di League of Legends. Un roster eccezionale, un esperto asset manageriale, e un grande coach, non bastano, serve qualcosa di più, e la formazione romana ce l’ha mostrato.
Landa degli evocatori inizia a tremare, perché i cannibali, e campioni, YDN non sono sazi.