Arrivato alla sua diciannovesima incarnazione, Pinnacle Studio di Corel ritorna sul mercato a meno di un anno di distanza dall’edizione numero 18, portando con sé un buon numero di novità e una minima, ma funzionale, ri-organizzazione del layout di lavoro. Vediamo allora quali sono le novità, e quali i pregi, di questa nuova incarnazione di Pinnacle, consci che non si tratta di un prodotto per utenti di primo pelo, ma piuttosto per chi ha già un minimo di pratica con il mondo del video editing anche se, chiariamolo, nonostante l’interfaccia apparentemente complessa, la versione base di Pinnacle può facilmente essere padroneggiata, previa ovviamente un po’ di dedizione.

pinnacle_pnst19ulenam_studio_19_ultimate_box_1183525Detto ciò, chiariamo innanzitutto i prezzi delle varie offerte. Come sempre Pinnacle Studio viene venduto in tre distinte formule: Base, Plus e Ultimate. Rispettivamente in vendita ai prezzi di 59,95€, 99,95€ e 129,95€, ma tutti ottimizzati per poter lavorare su processori a 64 bit e per offrire, anche nella versione Base, un minimo di strumentistica accessoria (come ad esempio l’editor multi camera) per costruirsi un video professionale. La differenza di prezzo è giustificata, dunque, non tanto dalle funzioni, che restano fondamentalmente le stesse (seppur con qualche eccezione) ma dal numero di effetti che esse implementano e, soprattutto, dalla tipologia di supporti che esse supportano in fase di esportazione, sicché, ad esempio, non potrete creare video in 4K salvo non siate possessori della versione Ultimate. A rigor di chiarezza, va comunque specificato che piuttosto che affidarsi ad articoli o varie, e premesso siate più che pratici del settore, la miglior cosa è riferirsi semplicemente al sito ufficiale del software dove una comoda e completa tabella vi illustrerà per bene, e nel dettaglio, le caratteristiche supportate dalle tre versioni, così che possiate scegliere con una migliore cognizione di causa. Ciò è anche consigliabile in termini di requisiti di sistema poiché le tre versione del software richiedono, di fatto, tre diverse configurazioni per essere godute a pieno e ciò, come immaginerete, non per il semplice utilizzo del video editor, ma piuttosto per le soluzioni di effetti che esso comprende che, specialmente per quanto riguarda gli effetti “NewBlue” della versione Ultimate, si dimostrano piuttosto esosi in termini di performance del vostro PC. Di contraltare, dobbiamo dire che comunque Pinnacle si comporta bene, almeno nella sua formula base, anche con macchine un tantinello al di sotto della media e persino con i portatili, una fascia di computer che, salvo pochi e specifici prodotti per addetti ai lavori, non sempre è all’altezza di software così esigenti in termini tecnici. In ogni caso, di seguito, la tabella completa delle specifiche richieste:

SO Windows 10, Windows 8.x, Windows 7 a 64 bit consigliato

Intel Core Duo a 1,8 GHz, Core i3 o AMD Athlon 64 X2 3800+ a 2,0 GHz o superiore

Intel Core i5 o i7 a 1,06 GHz o superiore necessario per AVCHD e supporto di Intel Quick Sync Video

Intel Core i7 o AMD Athlon X4 o superiore per l’editing UHD multi-camera

Almeno 2 GB di RAM, almeno 4 GB per Windows a 64 bit, almeno 8 GB altamente consigliati per l’editing UHD o multi-camera

Dispositivo grafico DirectX 9 (o successivo) con supporto Pixel Shader 3.0 quale:

NVIDIA GeForce serie 6 o superiore (supporto CUDA necessario per la gestione CUDA)

ATI serie X1000 o superiore

Serie Intel GMA X3000 o superiore

128 MB di VGA VRAM

Risoluzione schermo: 1024 x 768 o superiore

Scheda audio compatibile con Windows (uscita multicanale necessaria per l’anteprima dell’audio surround)

8 GB di spazio su disco rigido per l’installazione completa

Da un recente passato

Prima di passare alle novità, che sono di certo l’aspetto più interessante di questa recensione, vale la pena ricordare quali sono gli aspetti che Pinnacle mutua dalle sue precedenti incarnazioni e, in particolare, dalla precedente. Grazie ad un sistema di lavoro drag&drop, in Pinnacle è possibile lavorare sulla timeline del proprio progetto semplicemente spostando su di essa quelli che sono i contenuti da montare, e effettuando poi, direttamente sulla timeline, eventuali tagli o integrazioni. A supporto di ciò, troviamo ancora una libreria di transizioni che prevede, tra bi e tridimensionali, oltre 100 effetti, con annessi diversi filtri per la post produzione. Correzioni di luminosità e contrasto, proporzioni, quella che è l’offerta tipica di questa fetta di prodotti trova in Pinnacle un esponente più che dignitoso, mettendo a disposizione dell’utente, già nella versione base, tutto quello di cui c’è bisogno per un editing di spessore, con il supporto di un numero di filtri francamente più che performante. Inoltre, come poi è diventato trend di molti programmi, ma che in Pinnacle trovavamo presente già nella versione 18, c’è il rendering diretto dei materiali in timeline, che permette una lavorazione più immediata, a scapito – questo è vero – di un maggior sforzo da parte del PC. Laddove, dunque, i programmi della concorrenza richiedono il consenso da parte dell’utente per la pre-elaborazione dei materiali nella timeline, Pinnacle effettua l’operazione di default, rendendo poi la lavorazione più svelta ed efficiente, con la verifica delle modifiche in tempo reale. Ovviamente ciò incide non poco sulle prestazioni del vostro computer ma aumenta sensibilmente la velocità di lavorazione, dandovi un’idea realistica, e non grossolana, di quello che sarà il risultato finale del vostro lavoro. Vero è che, dal passato, Pinnacle mutua anche una certa lentezza nell’avvio del programma, quasi certamente dovuta alla corposa libreria di transizioni ed effetti che il programma carica in toto all’avvio. Non parliamo di tempistiche bibliche ovviamente, ma è di certo, tra i concorrenti, il programma con l’avvio tra i meno scattanti.

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Le novità

Prima e fondamentale novità in termini di usabilità è la presa di coscienza da parte di Corel di dover alleggerire la mole di lavoro del software ai beneficio del computer sul quale si trova. Per andare incontro a ciò, con la diciannovesima edizione Pinnacle si priva, a gran richiesta, dell’annosa funzione Watch Folders che, nella precedente versione, scandagliava automaticamente l’hard disk alla ricerca di file utili con il doppio problema di consumare risorse di calcolo e di costruire spesso e volentieri librerie inutilmente grandi e problematiche da esplorare. Ovviamente la feature è ancora attivabile per chi volesse continuare a lavorare sulla falsariga di Pinnacle Studio 18, tuttavia averla disabilitata di default ci pare una buona mossa da parte di Corel che, proprio per la feature Watch Folders, si era accaparrata non poche critiche. In virtù di ciò troviamo adesso i Bin, ossia delle apposite librerie di lavoro che l’utente può mettere su per un indefinito numero di progetti. Si crea un Bin, vi si carica dentro ciò che occorre per il proprio lavoro e lo si lascia lì, editandolo con il tempo o affiancandovene un secondo (un terzo, un quarto, ecc.) per un altro lavoro. Pinnacle si tiene ovviamente memoria dei Bin creati, cosicché i folder dei lavori passati sono sempre a portata di mano. Quella dei Bin è, invero, una caratteristica un po’ tardiva in quello che è un settore che ha ampiamente digerito questo modo di organizzare il lavoro, ma è comunque un piacere – specialmente se si considera quanto poco sia passato dalla precedente edizione – constatare come anche Corel si sia finalmente decisa ad adeguarsi alla concorrenza, con un risultato, tra le altre cose, molto lodevole. L’interfaccia di Pinnacle, mutuata in pieno dall’edizione precedente, ha infatti trovato il giusto spazio per le nuove feature, sicché il transito dalla precedente versione avverrà in modo indolore e piacevole. L’introduzione dei Bin, rende poi il lavoro ancor più ordinato e pulito, e la navigazione tra le varie schede del sistema è, di fatto, rapida ed immediata. Ciò, infine, non intacca in alcun modo il sistema drag&drop con cui è possibile lavorare sulla timeline e, premesse i doverosi quanto consigliati, requisiti minimi di sistema, Pinnacle non incontra la minima perplessità durante la lavorazione, registrandosi come un prodotto sempre funzionale e scattante.

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Nella precedente edizione si erano infatti apprezzate le caratteristiche organizzative del software Corel che aveva la capacità di dare un quadro completo del progetto in corso, grazie anche all’ottima integrazione del pannello di anteprima, posto in testa alla timeline a differenza di programmi della concorrenza che, invece, godono della funzione solo attraverso finestre pop-up. Ebbene tale disposizione non è cambiata, e l’arricchimento della funzione Bin rende il progetto di lavoro ancora più completo e funzionale. Dall’edizione 18 è inoltre mutuato il sistema di votazione “a stelle” che similmente a quello delle più diffuse recensioni online premette di dare un voto ai contenuti del software (da quelli del Bin sino alla serie di effettistiche pre-caricate nel programma) onde, con il tempo, creare una propria “classifica” delle funzioni più apprezzate nel programma. A ciò si aggiunge inoltre un apposito Tab per i preferiti, in cui è possibile, ad esempio, includere le transizioni o gli effetti preferiti tra quelli offerti dal software il che, considerando la mole impressionante di contenuti delle varie librerie, rende il tutto decisamente più svelto e ordinato.

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Multicam e Audio Ducking

Ma la vera e propria novità di questa edizione è certamente l’introduzione del sistema multicam, che permette di affiancare le riprese provenienti da diverse registrazioni (da un minimo di 2 per l’edizione base, ad un massimo di 6 per quella Ultimate). La funzione multicam, particolarmente pesante in termini prestazionali, è una delle feature che a gran voce erano state richieste dalla community e dobbiamo dire che il lavoro fatto è veramente notevole in termini di resa. Selezionando l’opzione, una finestra pop-up si aprirà per permettere la lavorazione dei video in funzione multicam, dandoci anche la possibilità di selezionare sino ad un massimo di due tracce audio da includere nel video. Il multicam, dovendo inoltre gestire numerose tracce video, è stato implementato affinché possa anche effettuare un autosync delle tracce audio, tramite una funzione che, analizzando le onde, effettui in automatico il sincrono. Questa funzione necessita di un po’ di pratica per essere utilizzata a dovere, ma è comunque possibile imbastire un video in multicam con pochi click, sempre grazie ad un comodo sistema di drag&drop. Infine, a completare questo aspetto dell’offerta vi è l’introduzione del sistema di Audio Ducking con cui, in pratica, è possibile regolare in modo automatico l’incedere di una traccia audio su di un’altra. Si possono così costruire video con commento e musica di sottofondo, impostando il software affinché esso effettui da solo il ducking audio, in modo che le tracce non si sbilancino nella resa acustica. Tale introduzione, insieme al multicam, permette una costruzione dei video eccezionale, con una resa pulita e professionale premesso, come è ovvio, una buona pratica. Tuttavia, si nota in Pinnacle 19 un’attenzione ancora maggiore che nella precedente edizione per l’organizzazione di menù e finestre, sicché anche le nuove funzioni sono perfettamente ordinate e facilmente raggiungibili.

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NewBlue e formati

A chiudere il pacchetto c’è l’introduzione da parte di Corel di un apposito pacchetto di effettistica, appannaggio degli utenti Ultimate, chiamato NewBlue, con cui è possibile aggiungere al proprio video, in modo molto intuitivo, alcuni eccezionali effetti di post produzione. Il pacchetto NewBlue include circa 800 presets, e ben 65 plugin e permette di ottenere senza troppi pensieri, effetti come la trasformazione del giorno in notte, il ritaglio dell’ombra di un modello in movimento (Drop Shadow), l’arcinoto Luma Key o la ridefinizione della pelle di un soggetto vagamente sgranato, grazie alla funzione Skin Touch Up. Il pacchetto, esclusivo della funzione Ultimate, è in effetti un bel tocco in più per Pinnacle, che va ad aggiungersi ad un’offerta di per sé già imponente che, tra le varie, ha anche implementato il supporto ad una buona fetta di formati precedentemente glissati da Corel. Con la nuova edizione si è aperta la strada, infatti, anche a XF, XAVC-S, DVC PRO HD ed all’ambito formato Ultra HD 4K senza contare che vi è la possibilità, per circa 7 dollari, di acquistare un plugin opzionale che permette al programma di lavorare nel formato Blu-Ray.