Pokémon sbarca sull’Isola dell’Armatura: i DLC sono la scelta giusta?
Pokémon è un brand strano, quasi contraddittorio; un brand che si prepara ora a una nuova rivoluzione, quella dei DLC con l’Isola dell’Armatura.
Parlare di questa scelta da parte di Game Freak non è semplice, specie per il turbolento lancio di Pokémon Spada e Scudo. Come forse ricorderete, prima di rilasciare la coppia di giochi di ottava generazione, il fandom dei mostriciattoli di Satoshi Tajiri è stato al centro di una bufera. Non tutti hanno apprezzato le novità presenti nel gioco, con la creazione di due fronti contrapposti: chi vedeva nelle novità introdotte qualcosa di troppo poco e chi pensava non fossero abbastanza. A unire queste due fazioni c’era solo l’ostilità verso il franchise. Un’ostilità che si è tradotta anche in follia in alcuni casi, con minacce di morte rivolte a Shimeru Ohmori e Junichi Masuda.
Ostilità che, se possibile, si è riaccesa in alcuni di questi soggetti con l’annuncio dei due DLC di Pokémon Spada e Scudo: l’Isola dell’Armatura e le Terre Innevate della Corona. Due DLC che conterranno, al loro interno, anche nuovi Pokémon e l’ampliamento del Pokédex regionale (notizia che, in precedenza, Ohmori e Masuda avevano smentito). La strada tracciata anche per il futuro sarà perciò quella di preparare delle espansioni per dire addio ai nuovi giochi. Appare quindi lecita una domanda: la scelta dei contenuti scaricabili è davvero positiva per Pokémon?
Così poche generazioni, così tanti giochi
Prima di rispondere a questa domanda è bene analizzare come si sia proposto il brand principale di Pokémon in tutti questi anni. Escludendo i remake ogni generazione ci ha sempre proposto almeno un terzo gioco, con l’eccezione della Sesta. Questo concetto è stato poi ampliato con la Quinta, dove alla coppia Bianco e Nero sono seguiti due veri e propri sequel.
Con la Settima Generazione il discorso è stato simile: si è scelto di proporre una storia alternativa dei giochi, ma seguendo a grandi linee la stessa trama. Ultrasole e Ultraluna, così come Nero 2 e Bianco 2, furono buoni titoli, e non è certo nostra intenzione metterli in discussione. Allora qual è il problema? Ultrasole e Ultraluna sembrarono portare una simile scelta all’estremo. Presentandosi in tutto e per tutto come versioni alternative dei precedenti giochi, perché mai gli utenti avrebbero dovuto acquistare Sole e Luna se un solo anno dopo ne sarebbero uscite delle versioni migliorate?
Ma in un certo senso questo tipo di ragionamento poteva essere fatto con tutti i “terzi” giochi delle varie generazioni. I più vecchi, possessori di Blu e Rosso, ricorderanno bene le fatiche fatte per ottenere gli starter scartati al momento della scelta iniziale, azione quasi impossibile senza un amico che avesse avuto la bontà di ricominciare il gioco. Al contrario il possessore di Pokémon Giallo, poteva collezionare facilmente tutti i tre mostriciattoli iniziali. Insomma, da sempre la presenza del terzo gioco ha avuto qualche piccola contraddizione al suo interno. E questo quando tutto filava liscio: pensiamo al caso di Pokémon Z, capitolo mai uscito di Sesta Generazione, il cui sviluppo fu annullato per lanciare in anticipo Sole e Luna.
Questo gennaio The Pokémon Company ha annunciato una novità per la nuova generazione: niente terzo gioco, ma contenuto scaricabile. Addio dunque al terzo capitolo della serie, per dare spazio a qualcosa di completamente nuovo per il brand. E, senza mezzi termini, la scelta ci sembra quella giusta.
Abbiamo visto come lo sviluppo dei giochi Pokémon nelle ultime generazioni abbia trovato non poche difficoltà. Pokémon Z è stato cancellato per fare spazio a Sole e Luna, i quali a loro volta hanno avuto difficoltà a scrollarsi di dosso la sensazione di giochi “incompleti”, sensazione acuita dalla successiva uscita di Ultrasole e Ultraluna. Considerate anche le possibilità di Nintendo Switch l’idea di un terzo gioco sembra aver fatto il suo tempo. Ci appare molto più sensata l’idea di rilasciare un gioco e fornirgli successivamente supporto, senza concentrare troppe energie su un altro titolo.
La cosa, nell’economia di Pokémon, potrebbe presentare numerosi vantaggi. Tralasciando il costo per il giocatore (un pass di espansione costa la metà di un terzo gioco) questa scelta potrebbe permettere, poco alla volta, di completare il Pokédex rilasciando tutti di mostriciattoli tascabili delle precedenti generazioni. Ma anche di aumentare il numero di Pokémon di una singola Gen, fornendo nuove varianti regionali (come lo Slowpoke di Galar) o creazioni originali (vedi Kubfu). Nuove mosse, nuovi strumenti. E, soprattutto, un post-game degno di questo nome, da sempre il tallone d’Achille del brand per chiunque non fosse interessato all’aspetto competitivo del gioco.
Detto questo non resta altro da fare che preparare lo zaino. Caricate le Poké Ball e curate la vostra squadra. Si parte alle scoperta dell’Isola Solitaria dell’Armatura, il primo DLC della storia di Pokémon.
Go Est!
Una volta scaricato l’aggiornamento riceveremo il Pass Armatura, col quale sarà possibile raggiungere l’isola, situata a est di Galar partendo dalla stazione di Brassbury. Appena arrivati verremo accolta dal nostro rivale in questa avventura. Se avete acquistato Pokémon Spada affronterete Sofora, specializzata nel Tipo Veleno, in caso siate possessori di Scudo l’avversario sarà Savory, esperto del Tipo Psico.
Il rivale è un allievo del dojo presente sull’isola, dal quale cercherà di tenervi distante una volta comprese le vostre abilità nella lotta. Al dojo farete la conoscenza del maestro Mustard, un arzillo vecchietto che ha addestrato anche Dandel, l’ex campione di Galar, e che vi accoglierà tra i suoi allievi.
La trama di questo DLC non appare troppo intricata. I giocatori dovranno superare le prove del dojo, al termine delle quali riceveranno il vero protagonista di questa nuova espansione, il Pokémon Kubfu. L’allenatore dovrà creare un forte legame con il piccolo orsetto di Tipo Lotta, col quale potrà affrontare una delle due torri: quella del Buio e quella delle Acque, al termine delle quali potrà evolvere in una delle due forme di Urshifu: Singolcolpo e Pluricolpo.
Nonostante la posizione dell’isola e la sua forma richiamino vagamente all’Irlanda (ricordiamo che Galar rappresentata una Gran Bretagna rovesciata) lo stile delle architetture rimanda all’oriente, alla Cina e al sud-est asiatico. Forse un riferimento ai tanti rumor, circolati in passato, che volevano un regione Pokémon con questa ispirazione. Oltre all’isola in sé i giocatori potranno esplorare anche una vasta fetta del mare circostante, catturando diversi Pokémon acquatici. Al pari delle Terre Selvagge, la zona è esplorabile in libertà, ogni 24 ore sarà possibile trovare nuovi strumenti casuali e ci saranno forti cambiamenti nei Pokémon visibili nel mondo di gioco, a seconda dell’ora e del meteo.
Un assaggio di futuro
Il lato realmente interessante all’interno di questa espansione è che l’intera isola dell’Armatura è un’ampia zona free-roaming, al pari delle Terre Selvagge. Un passo in avanti, che ci permette anche di osservare quello che potrebbe essere il futuro del brand. L’impressione è quella che in futuro Pokémon possa trasformarsi in questo tipo di gioco, anche se ci sono ancora diversi lati da migliorare. Per esempio sarebbe utile una mappa di gioco o una bussola per far orientare i giocatori. Un paio di volte ci siamo trovati a dover utilizzare il Volo-Taxi per tornare al punto di partenza, non riuscendo a ricostruire il percorso fatto. La speranza, insomma, è ancora quella che questo possa essere un ulteriore passo verso il futuro per il brand.
Come ci si potrebbe aspettare da un DLC di Pokémon vengono introdotte diverse novità per il titolo e sono mostrati alcuni interessati ritorni di meccaniche passate. Nel primo caso parliamo del Crambot e, soprattutto, della Zuppamax. Il Crambot è una sorta di tritarifiuti in grado di riciclare gli strumenti che gli vengono affidati. Combinando diversi strumenti sarà possibile ottenerne di nuovi, in alcuni casi anche rari.
Più interessante è la Zuppamax: fornendo a un Pokémon questa particolarissima pietanza a base di funghi gli verrà fornita anche la possibilità di assumere una forma Gigamax, a patto che questa sia prevista. Si tratta di un passo in avanti non da poco. In passato, infatti, i giocatori non potevano far Gimaxizzare i Pokémon allevati: gli unici in grado di farlo erano quelli catturati nelle tane durante i raid, cosa che limitava non poco le potenzialità dei nostri Pokémon dal punto di vista competitivo. Se avete speso tempo alla Pensione per far schiudere un uovo con un Pokémon con statistiche e Natura perfette, ora potete tirare un sospiro di sollievo.
In particolare, a beneficiare di questa possibilità, saranno soprattutto le forme evolute degli starter di Galar (Rillaboom, Cinderace e Inteleon) e quelle dei due starter di Kanto disponibili (Venusaur e Blastoise). Al pari di Charizard, questi Pokémon ottengono ora la loro forma Gigamax.
Il gusto del passato
Abbiamo citato anche il ritorno di alcune meccaniche. Sono due nello specifico quelle a tornare con prepotenza nel gioco. La prima è quella delle Ghicocche, i frutti di Seconda Generazione che consentivano di fabbricare delle Poké-Ball speciali. Circolando per l’isola sarà possibile trovare diversi alberi da frutto, gli stessi utilizzati per ottenere le bacche. Scuotendoli sarà possibile ottenere questi frutti, utilizzabili successivamente.
Un altro importante ritorno è quello dell’Insegnamosse. Nel dojo di Mustard potremo scambiare alcune rocce rare dell’Isola per insegnare mosse ai nostri Pokémon. Si tratta esclusivamente di mosse introdotte in questa espansione, molte delle quali basate sul campo di lotta. In sostanza sono quindi mosse estremamente strategiche, utili soprattutto ai fini del competitivo.
Tornano inoltre numerosi Pokémon delle precedenti generazioni. Tanti arrivano soprattutto da Alola, con un minigioco all’interno dell’isola che ci permetterà di ottenere le varianti regionali tipiche dell’arcipelago. Proprio riguardo al Pokédex dobbiamo tuttavia segnalare un piccolo difetto. Nel passaggio da Pokémon Home a Scudo alcuni dei nostri mostriciattoli delle precedenti generazioni non sembrano essere stati registrati. Un difetto che va a incidere su una delle meccaniche principali del gioco ma che, tuttavia, potrebbe facilmente risolversi con una patch.
Prove generali
Pur trattandosi del primo DLC e presentandoci parecchie novità il “difetto” principale di questa Isola dell’Armatura, se così vogliamo definirlo, è il non aver introdotto una trama consistente per i giochi Pokémon di Ottava Generazione. Per quello probabilmente dovremo attendere il secondo DLC, le Terre Innevate della Corona. Oltre alla possibilità di mettere la mani sul leggendario Calyrex (il primo Pokémon dotato della Triforza!) sembrano essere molte le novità di “lore” che ci aspettano al suo interno.
Il DLC l’Isola dell’Armatura, insomma, si configura come una specie di antipasto per Pokémon. Buono, a modo suo soddisfacente, ma incapace di colmare la fame nello stomaco dei giocatori. Un’altra questione riguarda ovviamente il futuro dopo il secondo DLC. Al momento ci appare difficile credere che possa essere rilasciato una terza parte, anche per questioni meramente geografiche. Se è vero che l’Isola dell’Armatura richiama l’Irlanda, la Tundra della Corona richiamerà la Scozia: le isole britanniche non possono dare altro a Pokémon.
Tuttavia, con un Pokédex nazionale così ampio, sembra difficile credere che il gioco possa andare a coprirlo del tutto nel prossimo DLC. La speranza è che Game Freak non abbandoni Pokémon Spada e Scudo, fornendo loro un continuo supporto e degli aggiornamenti anche dopo l’uscita del secondo DLC.