Ritorno al passato
L’uscita del primissimo Quake nel lontano 1996 viene ricordata come qualcosa di estremamente importante nella storia dei videogiochi. Dotato di un comparto tecnico all’avanguardia, grazie ad un motore grafico ad alte prestazione che avrebbe successivamente dato i natali ad Half-Life, un’azione di gioco a quei tempi allucinante e frenetica come poche ed una violenza cruda accompagnata magistralmente da una soundtrack composta nientemeno che dai Nine Inch Nails, la creazione di Id Software viene ricordata soprattutto per un comparto online che avrebbe fatto la storia del gaming, in barba alle connessioni antidiluviane dell’epoca.
Di acqua sotto ai ponti ne è passata, eppure – a giudicare dalla nostra prova sul campo – Quake Champions ci riporta agli anni di un tipo di multiplayer che, con un minimo sindacale di tecnica, si rivelava feroce e adrenalinico e che, a quasi vent’anni di distanza, non smette di divertire nonostante delle opportune modifiche.
All’avvio Quake Champions può ricordare qualche sparatutto moderno, e il perché è presto detto: il gioco sarà infatti disponibile gratuitamente come free-to-play e, per mantenere tutto in piedi, sono state introdotte delle novità sostanziali, come i Campioni citati nel titolo Esattamente come gli Eroi di Overwatch, ogni campione ha le sue personalissime statistiche ed un power up attivabile in game che, pur non rivelandosi potente quanto un’eventuale Ultra, fornisce dei perks che nelle mani giuste possono essere in grado di ribaltare una partita.
Data la sua natura, inoltre, il gioco introduce tre tipi di valute da utilizzare, ognuna con le sue caratteristiche e potere di acquisto: la valuta base è il Favor, ottenibile attraverso le sfide giornaliere proposte dal gioco e tramite delle buone prestazioni, utilizzabili per acquistare dei forzieri contenenti skin, armi e componenti estetiche. Segue la shard, ottenibile riciclando il loot generato dai forzieri e che può essere usato per craftare nuovo equipaggiamento, in modo simile a quanto accade in Heartstone, per capirci. Infine ci sono i platinum, valuta premium acquistabile con denaro reale e che ci consentirà di acquistare in modo permanente un campione e dei forzieri speciali con oggetti rari al suo interno.
Meccaniche più facili a farsi che a dirsi: il sistema è molto intuitivo e, a chi non si troverà d’accordo, Quake Champions offrirà anche la possibilità di acquistare un Champions pack che sbloccherà automaticamente tutti i Campioni e diversi oggetti, accontentando il neofita che è nato ben dopo la morte degli FPS arena e il veterano, forgiato dal fuoco della battaglia e che sa già a cosa sta andando incontro con sommo piacere.
Una volta sul campo di battaglia, infatti, Quake Champions ci sbatte violentemente sui denti il nome che porta, gettandoci in un turbinio di azione e proiettili a non finire: inutile cercare di sviluppare strategie complesse o piani d’azione di stampo militare quando si ha tra le mani un gameplay virtuoso dove abilità, riflessi e velocità si fondono dando vita a partite davvero emozionanti. Nonostante gli anni, l’offerta proposta da Quake non risente più di tanto delle lievi modifiche o dei poteri dei campioni (fermo restando che ci sono dei bilanciamenti da operare), restituendo sempre un gioco ben bilanciato e che premia l’ardimento e lo studio delle mappe di gioco, per sfruttare al meglio le loro caratteristiche.
A tal proposito, le arene proposte nella beta sono appena tre, eppure è evidente il buon lavoro di level design per arricchirle di passaggi segreti, teletrasporti e tanto altro, unito ad un livello di dettagli molto buono, che riesce sempre a caratterizzare le varie location proposte.
Le modalità di gioco, allo stesso modo, erano poche ma buone: al di là del classico Deathmatch e Team Deathmatch, il Duello permette di sfidare delle rose di Campioni e uscire vivi da battaglie agguerrite, dimostrandosi una buona introduzione in attesa di altre modalità che verranno presentate nella versione finale. Anche a livello grafico Quake Champions mostra i suoi muscoli, evidenziando grande attenzione per gli effetti particellari, pur dando sempre precedenza alle prestazioni: una mossa obbligata, visto che titoli del genere non possono assolutamente essere giocati ad un framerate inferiore ai 60FPS.
Il gioco dunque è riuscito decisamente a convincerci, lasciandoci solo un po’ dubbiosi sulla riuscita dell’esperimento free-to-play, a causa della totale mancanza di informazioni sui costi che i giocatori potrebbero sostenere in futuro, per esempio per l’acquisto dei Campioni il cui prezzo è fissato sui 500 Platinum (il che non è ancora chiaro se sia un prezzo buono o meno). Per il resto, però, il ritorno di Quake Champions ci porta sicuramente sulla buona strada, e speriamo che nella sua versione finale possa offrirci un’esperienza appagante tanto quanto quella di cui abbiamo ancora vivida memoria.