I Giovani Eroi del Domani
Sembra incredibile, però esiste un mondo, così vicino eppure così lontano, in cui i fumetti italiani non si limitano solo a citare e ad omaggiare i capolavori supereroistici americani, ma si confrontano con loro. Stiamo, naturalmente, parlando della realtà vitale ed energica dei webcomic, primo palcoscenico di tanti esordienti talentuosi che vanno alla ricerca della propria strada. Ed è ormai da qualche anno che la ManFont spulcia in questo panorama per selezionare nuovi lavori da proporre al suo pubblico. Anche quando l’opera in questione è il frutto di una lunga elaborazione, come la Quantum Academy di Luca Baino (testi), Lorenzo Susi (disegni) e Flavio Dispenza (colori).
In un futuro non troppo lontano, una forma di energia di origine sconosciuta nota come “Bianco” ha praticamente risolto gran parte dei problemi del pianeta. Purtroppo, l’utilizzo indiscriminato di questa risorsa ha generato alcune interferenze che rischiano di mettere a repentaglio la sopravvivenza della popolazione terrestre. Per tenere al sicuro la Terra e studiare le illimitate possibilità della scoperta, i governi hanno istituito le Quantum Academy in giro per il globo. In queste scuole vengono addestrati degli adolescenti dotati allo scopo di controllare e manipolare il Bianco, acquisendo poteri inimmaginabili con il solo obiettivo di proteggere l’umanità. Tra di loro, spicca un elemento conosciuto e adorato da tutto il mondo: la bellissima Cassandra Stromvik.
Luca Baino, mente creatrice del progetto e sceneggiatore della storia, non è proprio un giovanotto di primo pelo (classe 1986, ha all’attivo diversi lavori e collaborazioni con tante case editrici, tra cui la Sergio Bonelli Editore), però non è da escludere che nella realizzazione di questo fumetto sia ringiovanito di almeno quindici anni. Difficile, infatti, resistere al fascino tipicamente super che si respira tra queste pagine, all’interno di una storia che richiama da un parte la narrativa sequenziale d’oltreoceano e dall’altra quella manga dall’estremo oriente. Un piacevole ritorno al passato per chi è cresciuto con i famosi “giornaletti”, una chicca da non lasciarsi sfuggire per gli appassionati e un interessante tentativo di sperimentazione tutto italiano.
Sì, perché Quantum Academy ha il pregio di rivolgersi in maniera intelligente a un pubblico composto soprattutto da adolescenti, ma dimostra di essere fruibile anche per un target più attempato attraverso citazioni, rimandi e ambientazioni che strizzano l’occhio al lettore esperto. Ci sono tutti quegli elementi riscontrabili in una saga qualsiasi dei fumetti di marveliana memoria: la figura pubblica dell’eroe, le strabilianti tecnologie, le psicologie complesse e il rapporto con la divinità, una divinità che affonda le sue radici nella scienza moderna. È in questa atmosfera, a tratti simile ad un romanzo di formazione, che agiscono i ragazzi della Quantum Academy, istruiti per padroneggiare il Bianco. Questo perché, come ampiamente spiegato nella vicenda, solo le menti più giovani e “fantasiose” possono entrare in contatto con quell’energia e utilizzarla secondo il proprio talento.
La vicenda dell’albo ruota attorno a Cassandra Stromvik, una delle più famose “eroine” del momento, capace di manipolare le menti delle persone. Non a caso, risulta il personaggio più presente sulla scena e il più approfondito, insieme ad Ethan, un adolescente timido che possiede l’abilità di teletrasportarsi, sebbene solo di alcuni metri. La storia si concentra sul loro rapporto e gli altri supereroi in erba, invece, non sono trattati con la stessa importanza ma ci si limita, per il momento, a mostrarne le doti e peculiarità uniche.
La realizzazione grafica è una goduria, sia per quanto riguarda i disegni, i colori e il design dei personaggi, in modo tale che ciascuno di loro si faccia subito notare, a discapito del breve spazio a volte concesso. Questo accentua la sensazione “marveliana” che si respira nelle vignette, dove tanti paladini caratterizzati secondo un preciso potere e costume partecipano alla scena senza accasarsi mai sullo sfondo. Un’altra prova dell’ispirazione supereroistica è il grande dinamismo delle tavole, costruite sempre in maniera libera e quasi mai confusionale. A completare il quadro ci sono i calibratissimi dialoghi, dove si esalta la parte scientifica che spiega la situazione usando un linguaggio per lo più tecnico, ma comunque comprensibile ai più.
Le pecche sono minime, sebbene pregiudichino in parte la buona qualità della lettura. Purtroppo, il numero ristretto delle tavole non permette di calarsi alla perfezione nell’ambientazione, a causa della necessità di indicare dal primo istante le coordinate fondamentali della narrazione. La sensazione è che un’estensione maggiore avrebbe giovato allo spessore della storia, nonostante l’inserimento degli elementi cardine possa definirsi riuscitissimo. Tuttavia, le pagine sono troppo poche per cuocere a puntino tutto il materiale messo sulla brace dal team creativo e lasciano, arrivati alla fine, una sensazione di vuoto, indizio che fa pensare ad un prossimo seguito.
Anche la fisionomia dei mostri nemici manca un po’ di “presenza scenica” dentro la vignetta, così come di una motivazione sulla loro esistenza che non lasci l’amaro in bocca. Qualcosa poi si perde nelle sequenze finali, indebolendo un po’ la conclusione sul piano della scrittura. In ogni caso, sembrano più difetti imputabili ad un fumetto ancora alla ricerca della sua esatta dimensione, sebbene abbia già mostrato numerose potenzialità per ritagliarsi una propria nicchia di lettori e fan di tutto rispetto.