Bentornati alla Quantum Academy
Se bazzicate i nostri articoloni da un po’, il nome Quantum Academy non vi suonerà nuovo. Anzi, sentirlo pronunciare in giro potrebbe riempirvi di gioia e sano hype. Per tutti gli altri (ma anche per chi vuole darsi una rinfrescata), potete trovare qui la recensione del primo episodio della saga ideata da Luca Baino, nome tutelare e mente editoriale della Manfont. Previsto per novembre, arriva in anteprima, come tanti altri titoli dell’associazione culturale torinese, al Lucca Comics and Games 2017.
Sono passati sei mesi dalla drammatica conclusione dello scorso volume. Cassandra Stromvik, eroina dell’accademia e leader dei giovani supereroi, è morta in seguito a circostanze misteriose. Ethan Queen, suo collega, nonché innamorato di lei, è scomparso chissà dove attraverso il Bianco, l’energia che ha cambiato la fisionomia della Terra. L’intero gruppo del direttore Sloane è a pezzi, sia dal punto di vista del morale che degli elementi, e si trova ad affrontare le dolorose conseguenze della tragedia del Twister. Ma non c’è più tempo per commiserarsi e piangere i compagni caduti. Alcuni insoliti rilevamenti in giro per il globo testimoniano strane fluttuazioni che sembrano sconquassare la struttura stessa della realtà. I membri della QA dovranno tornare in azione e combattere insieme per fronteggiare una nuova, terribile minaccia…
È passato più di un anno dal primissimo episodio dell’epopea fantascientifica d’avanguardia di Luca Baino, Lorenzo Susi e Flavio Dispenza e in questi 16 e rotti mesi ne sono successe di cose. A cominciare dalla Manfont, che lentamente, da collettivo di autoproduzioni, si è trasformata in una dinamica macchina editoriale che promette di portare alla Mecca del fumetto italiano un catalogo ricco e variegato. Un catalogo a cui non poteva mancare Quantum Academy, che, anzi, ha fatto per troppo tempo sentire la sua mancanza. Sbarcata per la prima volta nell’aprile del 2016, la saga aveva fatto parlare di sé per come riaffrontava e metteva in scena il genere supereroico, rielaborandolo sotto una lente personale e particolarissima, che tracimava italianità da tutti i pori senza cadere nei soliti cliché del caso. Ora, finalmente, esce il seguito, che vede all’opera lo stesso team e riprende subito dagli eventi in cui ci eravamo lasciati. Scelta che consente, fin dall’inizio, di far vedere il durissimo periodo affrontato dal team, i postumi di una perdita difficile da accettare che minano la stabilità di una squadra mai molto solida. Fin dalle origini, al centro di questa storia ci sono stati temi complessi come la gioventù, poteri impossibili da controllare e i rapporti tra i compagni, che da sempre influivano sulle azioni dei personaggi portandoli a prendere decisioni drastiche.
Un chiaro canovaccio, intrigante e consueto seppur trattato in modo non banale, che in questo secondo volume viene totalmente sconvolto. I nostri personaggi sono (e bene non dimenticarlo) dei ragazzi che, per volere del destino, sono costretti a confrontarsi con cose più grandi di loro e che non capiscono fino in fondo, ragazzi a cui viene chiesto tanto perché sono gli unici a poter proteggere il mondo da una crisi che rischia di distruggerlo. Un crudele paradigma imbastito da Luca Baino che si trasforma in una condanna, in un leitmotiv drammatico che ci fa vedere adolescenti troppo simili ad adulti, che combattono tremendi pericoli e padroneggiano abilità che potrebbero consumarli e metterli a contatto con qualcosa di sconvolgente. Schiacciati dal peso di una responsabilità ingombrante, finiscono per rimanerne devastati e per perdere lentamente se stessi. Si tratta del caro, vecchio classico postulato del superoismo moderno, dove essere speciali significa abbandonare l’infanzia e costretti a crescere anzitempo, diventare dei disadattati a metà tra la giovinezza e la vita adulta, senza appartenere a nessuno dei due.
Cosa che abbiamo ammirato in tutte le salse, in questi anni, da parte dei comics d’oltreoceano e non solo, dagli X-Men agli Young Avengers, ma Baino ce ne offre la sua interpretazione, un’interpretazione che non scade mai nello scontato e riesce perfino a duellare con quelli che sono i suoi riferimenti, le sue stesse fonti d’ispirazione. Non ci si aspetta niente di meno da un autore che da freelance vanta tante collaborazioni importanti (tra cui la Sergio Bonelli Editore) e che da gestore sta facendo crescere la Manfont giorno dopo giorno. Ad aiutarlo in questa impresa (per quanto riguarda QA), troviamo ancora Lorenzo Susi e Flavio Dispenza (a cui si aggiungono dietro le quinte Andrea Broccardo, Manuela Mariuzzo e Francesca Cittarelli) che replicano l’ottima prestazione del primo volume, trovando una splendida sintesi creativa con lo sceneggiatore e realizzando un grande secondo episodio. Puntando su esperimenti visivi ormai consolidati, i disegni e i colori seguono le orme tracciate dai precedenti tentativi, arrivando alla fine senza sbavature di sorta e confermando le bontà del percorso seguito. I peccattucci di gioventù sono stati del tutto abbandonati e il volume riesce a gestire lo spazio incanalando perfettamente gli elementi più dinamici, come le gabbie e le sequenze d’azione, creando un prodotto godibile e affascinante che si mantiene bene per tutto il percorso. Anzi, nel leggerlo si ha la sensazione che la voglia di fare ancora di più, di raccontare altro, di allungare la trama e condurla verso zone inesplorate sia insopprimibile. Non a caso, questa non è l’unica novità legata all’universo di Quantum Academy. Luca Baino ha annunciato, infatti, che sono in programma nuove uscite e che stavolta passerà meno tempo tra il secondo e il terzo episodio. In particolare, è già ordinabile, sul sito della Manfont, Quantum Academy- Apocrypha, primo albo speciale delle serie che conta ben 150 pagine realizzate in collaborazione con gli studenti del master della Scuola Internazionale di Comics di Roma. Il che è una bella notizia, perché la sega di Luca Baino promette di avere le potenzialità per crescere ancora e di diventare qualcosa di grande.
Verdetto
Quantum Academy: Ethan è l’ottimo secondo episodio della saga creata da Luca Baino, un’epopena intrigante che aveva fatto troppo sentire la sua mancanza tra le proposte editoriali della Manfont.