Darth Vader: il Lato Umano della Forza
Quando si parla di Star Wars, e soprattutto di “Lato Chiaro vs Lato Oscuro”, il popolo nerd si rimbocca le maniche e si prepara a gettarsi nell’ennesima discussione pseudo-filosofica su quale tra i due sia il migliore. Lasciando un attimo i Jedi nelle loro Enclavi, focalizziamoci sui loro antagonisti, i Sith – o Jedi Oscuri/Jedi Decaduti se preferite – coloro che hanno ceduto, volontariamente o meno, alle tentazioni del Lato Oscuro della Forza. Se si parla di Sith non può non venirvi in mente il vero protagonista dell’esalogia cinematografica di Star Wars, il Sith Lord Darth Vader, conosciuto in passato con il nome Anakin Skywalker, caduto nel Lato Oscuro a causa di sentimenti fin troppo umani per gli standard dei Jedi.
Essere i Prescelti
Per conoscere bene la figura celata dietro la maschera di Darth Vader, bisogna analizzare un attimo quella di Anakin Skywalker. Agli occhi di chi tra voi – e sarete sicuramente tanti – ha già visto tutti i film, può risultare noioso rileggere la sua vita, ma bisogna sempre tener conto di chi non sa minimamente di chi si stia parlando. Figlio della schiava umana Shmi Skywalker, il piccolo Anakin crebbe nelle desertiche ed inospitali lande del pianeta Tatooine, nella città di MosEspa, svolgendo compiti da meccanico nel negozio del Toidoriano Watto. Nonostante le condizioni non proprio confortevoli, il piccolo dimostrava di avere un carattere estremamente gentile e comprensivo, soprattutto nei confronti degli estranei, grazie anche alla facoltà che possedeva di leggere nei loro cuori.
Facoltà casuale? Non se la associamo alle oniriche visioni di eventi futuri e alla particolarità di esser stato concepito direttamente dai midi-clorian (microscopiche forme di vita che vivevano in simbiosi con ogni essere vivente della galassia; i Jedi potevano controllare la Forza solo grazie alla presenza di questi piccoletti nelle loro cellule… e ovviamente esser concepiti direttamente da essi non era una cosa comune!). I midi-clorian, grazie alla Forza, entrarono nel corpo di Shmi per rispondere al folle tentativo di controllarli messo in atto da Darth Plagueis e il suo apprendista, Darth Sidious… ma non divaghiamo! Su Tatooine il piccolo conobbe il Maestro Jedi Qui-Gon Jinn, il suo apprendista il giovane Padawan Obi-Wan Kenobi, e la Regina di Naboo Padme Amidala.
I poteri del piccolo non sfuggirono al saggio Jedi, che ne fece analizzare il sangue e che appunto notò una presenza di midi-clorian superiore al comune; decise quindi di non abbandonarlo su quel remoto pianeta e, grazie a una scommessa con Watto, vinse la sua libertà… ma non quella della madre. Convito di aver trovato il Prescelto nominato in un’antica profezia, colui che avrebbe potuto portare l’equilibrio nella Forza, condusse il giovane Skywalker su Coruscant, dimora del Consiglio dei Jedi e del Senato della Repubblica.
Il Consiglio, guidato dal saggio Maestro Yoda, percepì la paura nel cuore del piccolo, paura per una madre abbandonata su un pianeta inospitale, e purtroppo “la paura conduce all’ira, l’ira all’odio, l’odio alla sofferenza” e da lì la via per il Lato Oscuro è breve. La decisione del Consiglio fu rimandata a causa degli eventi politici che stavano scombussolando l’intera Galassia, fu così che Anakin si ritrovò coinvolto nella Battaglia di Naboo, nella quale il Maestro Qui-Gon Jinn perse la vita per mano dell’apprendista di Darth Sidious, Darth Maul, a sua volta eliminato da Obi-Wan.
Davanti alla pira funebre del saggio Jedi, Obi-Wan comunicò al giovane di esser stato autorizzato dal Consiglio a prenderlo come suo Padawan, ed ebbe così inizio la vita di Anakin all’interno dell’Ordine Jedi. I dieci anni successivi passarono senza grandi intoppi, il giovane crebbe seguendo gli insegnamenti del proprio Maestro e il rapporto tra i due si affiatò al punto da sfociare in una solida amicizia. Purtroppo vennero coinvolti negli eventi politici galattici e si ritrovarono a dover nuovamente proteggere la vita della Regina Amidala. Durante il periodo passato insieme, tra quest’ultima e Anakin divampò l’amore e all’inizio della Guerra dei Cloni, convolarono a nozze.
Scordatevi i festeggiamenti però, perché un legame così forte per un Jedi è vietato quasi quanto cedere al Lato Oscuro, soprattutto se il soggetto in questione è il medesimo che ha appena sterminato un’intera tribù di predoni Tuskan: i poteri di Anakin stavano crescendo e così il suo legame con la Forza che gli forniva visioni sempre più chiare; in più di una egli vedeva il volto sofferente della madre e per confutare i suoi sospetti tornò su Tatooine, dove trovò il nuovo marito di Shmi che gli comunicò il rapimento della madre da parte dei predoni. Il giovane si lanciò verso l’accampamento Tuskan, dove trovò la madre legata, torturata e prossima alla morte che non tardò ad arrivare; fu in quel momento che “la paura divenne ira” e uomini, donne e bambini della tribù vennero uccisi da una spada laser.
Nonostante questo episodio, percepito solo lievemente dal Maestro Yoda, egli divenne un Cavaliere Jedi. Fu nei tre anni successivi all’inizio della Guerra dei Cloni che il suo rapporto con il Cancelliere Palpatine crebbe esponenzialmente, nonostante gli avvisi di stare in guardia ricevuti dal Consiglio, che mal vedeva la repentina scalata al potere del politico. Tale rapporto si rafforzò ancora di più quando Anakin iniziò ad avere nuove visioni di morte: stavolta il soggetto era Padme, che sarebbe dovuta morire di parto dando alla luce un nuovo piccolo Skywalker. Il Cancelliere percepì l’inquietudine del giovane, e non perché in possesso di una palla di vetro, ma perché egli in realtà era il Sith Lord Darth Sidious, insinuatosi nei ranghi della politica galattica al fine di governarla e far risorgere l’Impero dei Sith.
Caratteristica di questa bella gente era quella di “essere sempre in due, un Maestro e un’apprendista” ed è ormai palese come Darth Maul non fosse il Maestro; con questo presupposto c’era un posto vacante e un giovane tormentato, in bilico tra luce e oscurità, in grado di salvare la Repubblica o condannarla con un semplice gesto della mano. La conseguenza a tutto ciò è abbastanza prevedibile: Anakin venne sedotto dalle false promesse del futuro Imperatore, che lo convinse di possedere la facoltà di salvare Padme dalla morte certa e che gli Jedi erano dei traditori, che ambivano solo a controllare l’intera Repubblica; la mente del giovane tentò di resistere alle lusinghe, ma la possibilità di “ingannare la morte” (ricordate il Maestro del Sith e il tentativo di controllare i midi-clorian…ecco quello era lo scopo) lo convinse a ricevere il Mantello di Darth Vader.
Il primo compito affidato al neonato Sith fu quello di prender parte al famoso Ordine 66 e sterminare tutti i Jedi…non i Maestri impegnati a combattere la Guerra dei Cloni, ma i giovanissimi allievi che si stavano addestrando all’interno del Tempio Jedi su Coruscant; Anakin portò a termine il compito, precipitando sempre di più, uccisione dopo uccisione, morte dopo morte, nella malvagità del Lato Oscuro. Ormai completamente controllato dall’oscurità, il giovane Skywalker ingaggiò un duello 1vs1 contro il suo vecchio Maestro, Obi-Wan Kenobi, scegliendo come ring delle comodissime rocce circondate da lava rovente, sul pianeta Mustafar. Lo scontro fu brutale e senza esclusione di colpi, dopo una serie di mazzate a suon di spada laser e poteri della Forza, il Maestro sconfisse l’allievo che finì nella lava, rinunciando a una buona porzione di corpo (si…anche QUELLA). Ma siamo o non siamo in un ambito fantascientifico?
E secondo voi non c’è una superprotesi in grado di rimettere in piedi Vader? Certo che c’è! Il suo corpo venne recuperato dall’Imperatore e inserito all’interno di una nuova e fiammante armatura nera e supertecnologica, con la quale iniziò una vera e propria relazione simbiotica, poiché senza di essa e i suoi impianti, il corpo di Vader non avrebbe resistito alle ferite riportate dalla battaglia contro il suo vecchio Maestro. La famosa Jedi Purge (mi spiace… mi rifiuto di definirla Purga Jedi, sembra il nome di un lassativo) sterminò ogni singolo Jedi esistente nella Galassia, eccezion fatta per quei pochi cambiarono identità o che hanno trovato rifugio su pianeti lontani e non troppo ospitali. Darth Sidious e il suo apprendista Darth Vader avevano rifondato l’antico Impero dei Sith e dominarono l’intera Galassia con il terrore e il pugno di ferro, incontrastati e incontrastabili per quasi vent’anni, fino alla comparsa dell’Alleanza Ribelle, che diede vita a una nuova Guerra Civile.
Tra i leader dell’Alleanza ne spiccavano due in particolare: Leila Organa e Luke Skywalker, i figli gemelli nati dall’unione tra Anakin e Padme, che, come previsto, si spense dandoli alla luce e i due piccoli furono affidati, da Obi-Wan e il Maestro Yoda, a famiglie diverse per impedire a Vader di rintracciarli. Fu così che Leila venne adottata dall’ex Senatore Bail Organa, mentre Luke venne affidato alle cure di Owen Lars, il figlio adottivo di Shmi Skywalker; e a entrambi non fu mai rivelata la loro vera identità.
Mentre Leila non venne mai addestrata all’uso della Forza, Luke ricevette gli insegnamenti di due de più saggi Jedi mai esistiti, gli stessi che furono mentori del padre, Obi-Wan Kenobi e il Maestro Yoda. Il giovane Skywalker affrontò il padre in duello per ben due volte, e se dalla prima uscì fuori sconfitto, la seconda a bordo della seconda Morte Nera, svoltasi al cospetto dell’Imperatore, lo vide vincitore; nella battaglia, Vader apprese che la Principessa Leila era in realtà la sorella di Luke e, di conseguenza, sua figlia, una figlia che aveva tenuto prigioniera e fatto soffrire sospettando che fosse uno dei leader della resistenza. Ma non fu l’unico colpo di scena per il Sith Lord: ormai a terra e privo di difese, ebbe salva la vita grazie alla decisione del figlio di non ascoltare gli incitamenti dell’Imperatore, che lo invitavano a prendere il posto del padre al suo fianco, un rifiuto che provocò le ire dello stesso Sidious che diresse i suoi poteri verso il giovane.
Vedendo il figlio contorcersi dal dolore e invocare il suo aiuto, qualcosa si mosse nell’animo di Vader che utilizzò tutta la sua forza per scaraventare l’Imperatore nel nucleo della Morte Nera, assorbendo buona parte del suo potere ormai completamente fuori controllo; il giovane Luke era salvo ma per lui c’era ben poco da fare e la sua vita si spense tra le braccia del figlio, che aveva finalmente potuto guardare con i suoi occhi e non attraverso quella maschera, che era stata la sua salvezza e condanna per così tanti anni.
L’armatura di Darth Vader
Già perché essere costretti a vivere per tutta la vita dentro una maschera, non è sicuramente il massimo e vale la pena spendere due parole non solo sulla maschera stessa ma anche su tutto il resto dell’armatura per comprendere un altro pezzetto della personalità di Vader. Come già detto, durante lo scontro con Obi-Wan Kenobi su Mustafar, il “neonato” Sith subì delle gravi ustioni e menomazioni su buona parte del corpo. Per permettergli di sopravvivere alle ferite il suo corpo venne inserito all’interno di un supporto vitale mobile, nel quale avrebbe dovuto vivere per il resto della vita.
Oltre a una grande varietà di apparecchiature mediche (alcune delle quali gli iniettavano costantemente delle quantità di miscele elaborate tramite l’alchimia dei Sith) l’armatura gli donava una forza fisica maggiore, irrimediabilmente persa a causa dei “pezzi mancanti”, utile anche a sostenerne il peso di circa 12 kg. Sotto l’armatura, indossava una calzamaglia imbottita che lo copriva dal collo in giù, composta di un materiale ignifugo, anti-gascorrosivi e in grado di resistere ai colpi di blaster; oltre alle funzioni protettive, vantava anche la presenza di una cartuccia, attivabile tramite una guarnizione apposita, che rilasciava antidolorifici.
La parte esterna dell’armatura era composta, quasi interamente, di durasteel; i comandi posti sul torso contribuivano a regolare e monitorare le sue funzioni vitali principali – neurali, polmonari e respiratorie – oltre ad avere degli interruttori in grado di gestire le intere funzionalità dell’armatura (no nessun pulsante accendi/spegni…). Indossava anche una cintura fatta di plastoidi utile a proteggerne gli organi vitali e dotata di apparecchiature atte a regolare le funzioni respiratorie, le emissioni di CO2 e la temperatura percepita dal corpo, motivo per il quale, ad esempio, su Hoth non ebbe bisogno di vestirsi pesante come gli altri. Particolarità di tutta la veste era quelle di coprire il corpo totalmente, al fine di non lasciare scoperta neanche una parte del corpo, rimasta gravemente ferita a seguito delle ustioni riportate su Mustafar.
Ma veniamo al pezzo forte: la maschera di Vader. Oltre a incutere un certo timore, aveva anche delle funzioni ben precise, ed era, forse, il pezzo più importante dell’intera armatura. Grazie a un complesso sistema di sensori, la maschera di Vader riusciva a tenere sotto controllo l’ambiente circostante, misurando la temperatura e il quantitativo di radiazioni presente nell’atmosfera, oltre a regolare la quantità d’aria necessaria alla respirazione; le lenti che coprivano gli occhi, fornivano al Sith una vista a ultravioletti e a infrarossi oltre a proteggerlo da eccessivi picchi di luce, che sarebbero andati a danneggiare ulteriormente le retine, rimaste irrimediabilmente compromesse dalla battaglia; il sistema audio all’interno, permetteva a Vader di aumentare anche il proprio udito, fornendogli al tempo stesso un ottima difesa contro i colpi sonici.
Purtroppo l’esser costretto a vivere ininterrottamente all’interno di una gabbia gli provocava degli attacchi di claustrofobia, ai quali porse rimedio facendosi costruire diverse camere iperbariche nelle quali potersi chiudere e meditare senza il “peso” della maschera sul volto. Piccoli momenti di pace in una vita governata dalla sofferenza, fisica e mentale.
L’importanza di rinunciare alle emozioni
Parliamoci chiaro, essere Jedi è una cosa fighissima e siamo d’accordo, ma avete idea di quanto possa essere difficile? A prescindere dagli anni e dalla difficoltà degli insegnamenti ai quali erano costretti a sottoporsi, i Jedi dovevano compiere una delle scelte più difficili al mondo – secondo chi vi scrive almeno – ovvero la totale rinuncia agli affetti e ai legami. In che senso? Mi spiego meglio: prendete la vostra famiglia, tutta, nessuno escluso, e la/il vostra/o ragazza/o e dimenticateli, non esistono più o per lo meno per voi non devono più essere nulla, e in cambio otterrete la possibilità di far girovagare una spada laser, muovere oggetti senza toccarli e leggere nel cuore e nei pensieri degli altri.
Figo? Ma neanche a parlarne sinceramente! Badate bene, essere Jedi non significa rinunciare ad ogni singola emozione, ma solo ai legami personali: i Jedi sono pur sempre esseri umani, provano rabbia, tristezza, gioia, compassione, paura e disperazione come tutti noi, ma ciò che li rende particolari è la facoltà di controllare a pieno tali emozioni e non farsi comandare da esse. Nella storia abbiamo visto anche unioni tra Jedi, veri e propri amori scoppiati all’interno dell’Ordine, ma generalmente sono finiti tutti in vacca e soprattutto ci allargheremo all’Universo Espanso di Star Wars ed è una cosa che mi guardo bene dal fare in questa sede.
Ma torniamo a Vader, anzi ad Anakin. Come abbiamo ampiamente visto dalla sua vita, la componente emotiva è sempre stata molto presente nel determinare la sua personalità: se da piccolo era gentile, generoso e pieno di entusiasmo, al punto tale da aiutare degli emeriti sconosciuti mettendo in pericolo la sua stessa vita, l’esser costretto di punto in bianco a lasciare la madre per inseguire la possibilità, e il sogno, di diventare un Cavaliere Jedi è stata la prima di una serie di mazzate che, a lungo andare, lo hanno condotto verso il Lato Oscuro. Che significa questo, che Anakin era cattivo fin da piccolo solo che non lo dava a vedere? No per niente, significa solo che era umano, troppo umano per essere Jedi e una delle emozioni che più riescono a soggiogare l’animo di chiunque tra noi, forse la più forte in assoluto e senza dubbio la più infida, è la paura.
Tutti abbiamo paura di qualcosa, TUTTI nessuno escluso e sfido chiunque di voi a dire il contrario. E badate che non mi riferisco solo alla paura di qualcosa di tangibile come un insetto, un leone incazzato, o un maledetto pagliaccio semi-demoniaco, ma alle paure più cattive, quelle che ti s’insinuano in testa quando stai da solo al buio e generalmente sono associate alla morte di qualcuno di caro, o al totale fallimento dei propri progetti futuri. Ecco se le avete presenti, complimenti, siete degli esseri umani e se non riuscite a dominarle rimettete a posto la spada laser e l’accappatoio in microfibra marrone, perché non potrete mai essere uno Jedi. Questa è stata la debolezza di Anakin, l’unico spiraglio al quale si è potuto aggrappare Darth Sidious, la paura di perdere i propri cari, prima la madre e poi la moglie… e visto com’era finito con la prima, tutti tutti i torti non ci sentiamo di darglieli per aver vacillato ed essere caduto nel Lato Oscuro.
Certo, questo non spiega la malvagità dimostrata dall’episodio IV in poi, vi direte voi, e invece no perché qualcuno ci disse già nel primo episodio come sarebbe finita: “La paura è la via per il Lato Oscuro: la paura conduce all’ira, l’ira all’odio, l’odio conduce alla sofferenza” ricordate? Ed è proprio la paura che porta Anakin all’ira, ira per il tradimento dei propri Maestri nei confronti della Repubblica, ira che viene sostituita presto dall’odio per Obi-Wan colpevole, ai suoi occhi, di aver plagiato Padme e avergliela messa contro, lo stesso odio che lo porterà a essere sconfitto nello scontro con il vecchio Maestro nel quale proverà la sofferenza fisica di non avere più tre quarti di corpo e morale per non esser stato in grado di salvare la propria amata da morte certa.
Ma se ormai è totalmente governato dal Lato Oscuro, una piccola parte del suo animo resta ancora tormentata, un tormento che raggiunge l’apice alla vista della sofferenza del figlio durante lo scontro contro l’Imperatore. Riuscite a vedere il quadro d’insieme? Se la paura è la chiave di volta che caratterizza l’animo di Vader sin dall’infanzia, la sofferenza è da un lato la sua condanna e dall’alto la sua salvezza; mentre la prima è la sofferenza personale provata durante lo scontro col Maestro Kenobi, la seconda lo sveglia dal torpore, come una scossa potentissima, che, come un leone, lo fa ergere in difesa del suo cucciolo in pericolo, al punto da sacrificare anche sé stesso pur di salvarlo.
Risulta evidente come la vita e la personalità di Vader non possano essere bollate meramente come buone o cattive, belle o brutte, chiare o scure, ma come siano in realtà da guardare in un’ottica più umana: egli vive una vita governata dalle emozioni e, onestamente, non è quello che facciamo tutti noi ogni giorno della nostra vita? Noi amiamo, soffriamo, piangiamo, odiamo esattamente come lui e questi sentimenti, sono parte integrante delle nostre giornate.
E c’è da chiedersi se forse, non era meglio lasciare il piccolo alla sua vita fatta di bulloni, cacciaviti e circuiti vari, certo non la migliore delle vite, ma avrebbe avuto la libertà di amare chi voleva, senza dover limitare i propri sentimenti e forse la galassia si sarebbe risparmiata anni di sofferenza. Ma d’altra parte, siamo veramente noi i fautori del nostro destino? Qui-Gon aveva realmente la possibilità di ignorare l’esistenza di quel piccolo essere umano, così giovane ma dotato di poteri tanto forti quanto estremamente pericolosi se privi di controllo?
Il potere del Lato Oscuro
Il legame tra Anakin e la Forza era molto potente fin da piccolo, come abbiamo visto, ma impallidiva in confronto alle reali potenzialità di uno Jedi adulto e addestrato. Gli anni passati con il Maestro Kenobi, rafforzarono la volontà e il controllo del giovane, che tuttavia non dimostrava grande abilità con la spada; una pecca alla quale rimediò durante la Guerra dei Cloni, fino – quasi – a eguagliare quella di Obi-Wan.
Il picco della sua potenza, sia nel controllo della Forza che nell’abilità di scherma, fu raggiunto – ovviamente – con il passaggio al Lato Oscuro e l’arrivo dell’armatura superfiga: se prima poteva prevedere gli eventi futuri, percepire cosa stava accadendo nella stanza accanto, controllare telepaticamente gli animali e giocherellare con alcuni oggetti di piccole dimensioni facendoli levitare attraverso la telecinesi, nei panni di Darth Vader poteva fermare un fottuto AT-AT agendo sulla Forza e, VOLENDO, giocarci come se fosse un mocio per pavimenti.
Se a tutto ciò ci aggiungente anche il celebre potere di strangolare la gente con due dita col solo utilizzo del pensiero – leggasi controllo della Forza – il quadro è completo. Certo non erano tutte rose e fiori, nella transizione purtroppo dovette rinunciare all’agilità, avendo un corpo semi-robotico, ma non ci mise molto a modificare il proprio stile di scherma, sostituendo alla destrezza una forza straordinaria.
In conclusione
Prima di chiudere vorrei fare una precisione, per dovere di cronaca e fedeltà verso voi, abitanti della fan-zone di Star Wars: nell’articolo ho volutamente omesso tutto ciò che è stato narrato in Star Wars The Clone Wars, non per cattiveria o antipatia verso la serie sia chiaro, ma per mero pragmatismo.
Parliamoci chiaro, sarà canon quanto volete, sarà stata ideata da Lucas in persona, ma in Italia non è ancora stato trasmesso l’ultimo episodio, punto primo, e punto secondo… chissenefrega? Per capire a pieno il personaggio di Anakin/Vader non serve ricamare tanto sul suo passato, su chi ha avuto come Padawan e su chi diamine gli ha quasi cavato un occhio, ciò che conta realmente è capire il perché ha ceduto alle lusinghe del Lato Oscuro…e credo che, giunti a questo punto, sia tutto più che evidente.
Che la Forza sia con voi giovani Padawan e se a quella preferite i biscotti…su Stay Nerd abbiamo anche quelli!