L’anteprima nazionale di Queste Oscure Materie a Lucca Comics & Games 2019
Il 2 novembre, nel corso della fiera del fumetto più grande d’Europa, abbiamo visto in anteprima nazionale la puntata pilota di Queste Oscure Materie (His Dark Materials), tratta dall’omonima trilogia fantasy di Philip Pullman. La serie sarà disponibile su Sky Atlantic a partire da gennaio 2020.
La proiezione è stata preceduta da alcuni annunci (con la visione dei trailer delle serie The New Pope, Diavoli e Romolus), da un’introduzione del direttore di Sky e da un video di saluti di Pullman. Entrambi hanno sottolineato l’intento di prendere le distanze da quanto fatto nel film del 2007 (che si era rivelato un flop, nonostante la presenza di attori del calibro di Nicole Kidman e Daniel Craig) e di portare agli spettatori una trasposizione il più fedele possibile all’originale.
La soluzione della serialità sembra infatti la più adatta per trasporre un universo così complesso come quello creato dall’autore. Sono quindi in programma tre stagioni, una per ogni libro della saga, da otto episodi ciascuna.
L’affascinante mondo di Queste Oscure Materie
Dopo la sigla d’apertura, in cui già si intravedono tutti gli elementi che caratterizzeranno la trama, siamo catapultati subito nelle atmosfere del mondo di Queste Oscure Materie. Un mondo così simile eppure così estraneo a quello che conosciamo. C’è la tecnologia, ma è una tecnologia diversa dalla nostra. C’è la magia, ma è un tipo di magia molto particolare. Ma soprattutto, ogni essere umano ha un profondissimo legame con la propria anima, il proprio daimon, che avrà vicino a sé, visibile sotto forma di animale, per tutta la vita.
Le primissime scene ci fanno già capire come la serie tenga conto anche della nuova trilogia di Philip Pullman, Il libro della Polvere. A chi ha letto il primo libro, La belle sauvage, risulterà infatti familiare lo scenario in cui facciamo la conoscenza di Lyra e del suo Pantalaimon. Siamo nel corso di un’alluvione e la protagonista è ancora in fasce. I suoi genitori sono morti in un incidente e suo zio, lord Asriel (interpretato da James McAvoy), sta bussando alle porte del Jordan College per appellarsi al diritto di rifugio accademico e affidare la piccola nelle mani degli studiosi che vi abitano. Nelle sue parole traspare tutto il senso di urgenza: “I have no choice. Keep her safe”.
Una protagonista a dir poco perfetta
Dodici anni dopo, Lyra è una bambina spensierata e un po’ ribelle. La stessa Lyra che incontriamo nei primi capitoli de La bussola d’oro: che scorrazza sopra i tetti, si fa beffa dei suoi insegnanti, esplora gli angoli più segreti del College in compagnia di Pantalaimon e dell’amico Roger. Ma soprattutto, che aspetta impazientemente il ritorno dello zio, per potergli chiedere di più sulle sue ricerche e per implorarlo di portarla con sé in una delle sue esplorazioni nel misterioso Nord.
Dafne Keen, che aveva già mostrato tutte le sue qualità tenendo perfettamente la scena accanto a Hugh Jackman nel film Logan, sembra perfetta per il ruolo. In un’ora soltanto riesce a mostraci il carattere della protagonista in ogni sua sfaccettatura: dalla spensieratezza, alla voglia di avventura, dalla curiosità al profondo attaccamento a lord Asriel e Roger. La preoccupazione di perdere queste due figure, l’unica famiglia che conosca, colpisce lo spettatore come uno schiaffo in pieno volto.
Un tocco di giallo e suspense
Accanto alle peripezie della giovane protagonista si delinea un mistero che catalizza l’attenzione: quello dei bambini scomparsi all’interno della comunità gyziana.
L’incontro di Lyra con l’affascinante signora Coulter (Ruth Wilson), il dono da parte dei Maestri di quello strano oggetto che è l’Aletiometro, l’eccitazione per la partenza… Tutto questo sembra passare in secondo piano di fronte al dramma di una madre che ha perso improvvisamente suo figlio, e di fronte alla preoccupazione e alla rabbia di un’intera comunità che si vede sottrarre i suoi membri più piccoli.
Due trame che corrono parallele per tutto l’episodio e che arrivano a toccarsi solo alla fine, con la partenza per Londra di Lyra da una parte e dei gyziani dall’altra. In una sequenza che ha sicuramente un forte impatto visivo, si alternano il viaggio, tra le nuvole, di un pallone aerostatico e quello, sulle acque fluviali, di un gruppo di barche. Il tutto accompagnato da un silenzio che aumenta l’attesa e da sguardi intensi, capaci di trasmetterci tutto il bisogno di risposte sulla sorte di questi bambini.
In attesa delle altre puntate di Queste Oscure Materie
Questa prima puntata cattura lo spettatore e lo tiene incollato alla sedia con la voglia di scoprire tutti i misteri che nasconde. Fa sì che gli importi davvero di quello che sta succedendo ai personaggi. Ha inoltre il pregio di risultare chiara e perfettamente comprensibile anche a chi non abbia letto i libri.
Non si dà per scontato niente e gli elementi fondamentali dell’ambientazione sono subito messi in primo piano, dall’incidenza che la Chiesa (nella figura del Magisterium) ha su questo mondo, all’importanza della nozione di blasfemia. Vengono introdotti i daimon, capaci di mutare forma finché la persona a cui sono legati non diventa adulta, ma che poi si stabilizzano per “rendere gli uomini simili a dei”. Viene introdotta, anche se ancora non spiegata, la Polvere.
Nel suo video di saluti iniziale, Philip Pullman ha paragonato Queste Oscure Materie a produzioni del calibro di Breaking Bad e Game of Thrones. Una puntata è ancora troppo poco per sapere se dargli ragione, ma le premesse sono ottime, le aspettative alte, e non vediamo l’ora che arrivi gennaio per saperne di più!