“Una calma apparente”
Un futuro distopico dove la parola “guerra” è stata definitivamente cancellata dalla memoria delle persone.
Una pace apparente che ha permesso l’instaurarsi di un governo mondiale gestito da due casate invischiate in misteriosi intrighi politici. Un gruppo di dissidenti che vuole portare alla luce la verità riguardante un oscuro passato dimenticato.
Questo e molto altro fanno parte della nuova creatura di Antonio Pantaleoni e Lorenzo Nicoletti: Rebirth.
Il primo volume, intitolato “La battaglia delle casate”, e pubblicato da Prankster, ci serve per fornirci quella infarinatura generale necessaria per addentrarci in questo nuovo macroverso dove gli equilibri mondiali sono stati messi volutamente, e misteriosamente, sopra dei binari di quiete fittizia.
Sin da subito le tavole ad opera di Nicoletti, ricordandoci lo stile piatto, lineare e “spigoloso” visto in Hellboy, ci catapulta in un mondo cupo, oscuro, noir, fatto di intrighi e misteri, dove numerosi protagonisti si mettono silenziosamente in moto.
I pezzi vengono sistemati pian piano sulla scacchiera, pagina dopo pagina, facendoci intuire subito che sarà fondamentale non perdere nemmeno un tassello durante l’arco narrativo, vista la numerosità di interpreti (e c’è il fortissimo presentimento che non siano solo quelli visti sin qui) e la moltitudine di intrecci che si susseguono in più città.
Sin dalla prima pagina, però, la nostra attenzione viene catturata dai personaggi partoriti dalla mente di Pantaleoni, i quali sono tutti quanti in costante movimento, alla ricerca di una rotta destinata a portarla verso una meta ignota. È il mistero, infatti, a regnare sovrano, nonostante il rumore di sottofondo che prova a distogliere il nostro sguardo, attraverso possibili scandali ed azioni di spionaggio, e tutto ciò è perfettamente aiutato dalla matita di Nicoletti.
Lo stile del fumettista è ben definito, con tavole cariche e graffiate, dove una palette cromatica scura e cupa regna sovrana, quasi a voler enfatizzare ancor di più l’animo spento di questo nuovo mondo. La natura di Rebirth giova di questi disegni, i quali si susseguono in un turbinio di eventi che attirano subito l’attenzione del lettore, anche grazie all’idea affascinante dello sceneggiatore.
L’opera ha un gusto retro, un po’ vintage, nonostante i temi e le ambientazioni post-apocalittiche, ma quella sensazione di paura e disgusto verso un futuro opprimente ed oscuro che è prossimo ad arrivare, simili a quanto visto nella letteratura dickiana, o in opere cinematografiche come Equilibrium, ci riporta ad emozioni e pensieri tipiche del vecchio millennio, ma che restano ancora tremendamente attuali.
I protagonisti di Rebirth sono, probabilmente, il più grande punto interrogativo dell’opera, nonostante un cospicuo numero di pagine utili a donare una piccolissima parte della caratterizzazione che li contraddistinguerà nei volumi a seguire. Personaggi svuotati del proprio io, anime desolate che vagano in queste spoglie città alla ricerca di verità e giustizia.
Il continuo ping-pong che avviene tra un’ambientazione ed un’altra, mostrandoci le varie sottotrame che si vanno (o si andranno) ad inanellare, lasciano poco tempo al lettore per assimilare ciò che si ritrova davanti.
Nonostante ciò, bisogna far presente che il ritmo, seppur genuinamente incalzante, delle volte porta a delle sovrapposizioni un po’ troppo frenetiche, che tolgono ossigeno ai personaggi, intricando più del necessario uno sviluppo già complesso per natura.
Ma dopo l’iniziale turbamento dato al dinamismo intrinseco nella storia, i numerosi pezzi presentati si andranno ad allineare, permettendo un proseguimento di lettura scorrevole e lineare, ottimo per far accrescere il desiderio di sapere del lettore, riguardo allo sviluppo di trama e alle possibili risoluzioni finali.
Verdetto
Rebirth è un affascinante progetto pronto a catturare sin da subito l’interesse del lettore, grazie ad una storia interessante e uno stile di disegno efficace e riconoscibile.
Attraverso un costante crescendo di emozioni ed avvenimenti, coadiuvati da un ritmo incalzante, i personaggi dell’opera iniziano sin da subito a tessere la tela di eventi che permetteranno la nascita di misteriosi intrecci. Lo sviluppo della trama riesce a prendere vita ottimamente attraverso le tavole di Nicoletti, cariche di scuri e colori densi. Una palette cromatica che si sposa alla perfezione con la natura dell’opera, ma, seppur siano da elogiare lo stile ed i contenuti, bisognerebbe fare attenzione con la densità delle tavole, in modo tale da poter dare maggior respiro tra una pagina e l’altra.
StayNerd consiglia
Se le tavole di Lorenzo Nicoletti ti hanno colpito, non potrai fare a meno de “Il grande ingegno” e “Baby Death”.