I racconti contenuti in Respiro confermano Ted Chiang come uno dei più profondi scrittori di fantascienza contemporanei
Respiro è la seconda raccolta di racconti di Ted Chiang tradotta in Italia, pubblicata da Frassinelli. Il libro contiene nove racconti di lunghezza variabile, dalla flash fiction alla novelette, che partono da uno spunto narrativo fantascientifico per portare poi il lettore a riflettere su temi di natura filosofica, al limite dell’esistenziale. Come in Storie della tua vita, anche qui l’autore americano rivela una profondità inusuale per il genere, spesso accusato di sapersi esprimere solo in storie superficiali.
Ted Chiang prima di Respiro: poche storie ma perfette
Il nome di Ted Chiang forse non è tra i più familiari anche tra gli appassionati di fantascienza, perché per la verità si tratta di un autore poco prolifico. Attivo dai primi anni novanta, la sua produzione ammonta a meno di venti storie, tutte di forma medio-breve, quando non brevissima: una media di un racconto all’anno, che certo non è impressionante se paragonato ad altri scrittori professionisti capaci di sfornare migliaia di pagine in pochi mesi.
Ma a dimostrazione che la quantità non determina la qualità, quasi tutti i suoi lavori nel corso degli anni hanno ricevuto premi o nomination in tutti i principali award dedicati alla fantascienza, dallo Hugo al Nebula, dal James Tiptree Jr. al BSFA. I suoi racconti sono stati uniti in volume per la prima volta nel 2002 in Storie della tua vita, edito in Italia in prima battuta da Stampa Alternativa nel 2008, e riproposto nel 2016 da Frassinelli. Forse il momento di maggior riconoscimento globale di Ted Chiang è stato l’uscita del film Arrival diretto da Denis Villeneuve, e basato appunto sul suo racconto Storia della tua vita che dà il titolo alla prima antologia.
Respiro esce nel 2019 e contiene i suoi racconti pubblicati negli anni scorsi su varie riviste, oltre a due inediti scritti appositamente per questo volume, Omphalos e L’angoscia è la vertigine della libertà. Alcuni dei racconti presenti sono già editi in Italia, ad esempio Cosa ci si aspetta da noi era già uscito su Urania Millemondi, La verità del fatto, la verità della sensazione si trova sul numero 74 della rivista Robot, e il romanzo breve Il ciclo di vita degli oggetti software è stato pubblicato in cartaceo da Delos Books. Per la prima volta però li si possono trovare tutti riuniti in un unico libro, e leggere le storie di Chiang una di seguito all’altra è un’esperienza che lascia un’impronta marcata.
Altri mondi, altri tempi e altre intelligenze in Respiro di Ted Chiang
I racconti contenuti in Respiro affrontano in ultima analisi temi ricorrenti della fantascienza, dai viaggi nel tempo alle realtà parallele, dalle intelligenze non-umane alla natura dell’universo. Tuttavia Chiang affronta questi argomenti con approcci inusuali, e focalizza sempre l’attenzione sull’aspetto più squisitamente “umano” dei suoi personaggi, anche quando umani non sono, mostrando i loro dubbi e le loro debolezze.
Il mercante e il portale dell’alchimista è una storia sui viaggi nel tempo ambientata tra Baghdad e il Cairo, dove il narratore si rivolge al Califfo e gli racconta del suo incontro con un alchimista che dispone di un portale capace di viaggiare di venti anni nel futuro o nel passato. L’alchimista stesso racconta poi di tre diversi viaggiatori che lo hanno utilizzato, e di come la loro conoscenza del passato o del futuro ha influenzato le loro decisioni. Simile per tematiche è Cosa ci si aspetta da noi, brevissimo testo pubblicato per la prima volta sulla rivista di divulgazione Nature, in cui viene descritta l’invenzione e la diffusione di un piccolo apparecchio chiamato Oracolo, dotato di una luce che si accende cinque secondi prima che venga premuto un pulsante. Anche Il brevetto della tata automatica di Dacey parla della messa a punto e vendita di un marchingegno, in questo caso una balia meccanica che, in accordo con le teorie vittoriane sulla cura dei figli, ha l’obiettivo di sostituire i genitori nella crescita dei figli, con le conseguenze che questo comporta.
Un’altra invenzione eccezionale è alla base di L’angoscia è la vertigine della libertà: il Prisma, un apparecchio che una volta attivato genera due versioni alternative dell’universo in comunicazione tra loro. I Prismi sono venduti e scambiati continuamente e hanno valore diverso a seconda della realtà alternativa su cui si aprono, ma per alcuni il confronto con le versioni alternative di sé non è così facile.
Il racconto che dà il titolo alla raccolta, Respiro, è il resoconto di uno scienziato in una civiltà di creature meccaniche alimentate ad argon (o almeno, che il lettore umano riconosce come tali), deciso a scoprire il funzionamento del cervello della propria specie, e nel fare questo scopre anche la probabile origine del mondo in cui vive. Intelligenze alternative a quella umana sono l’argomento centrale anche di Il ciclo di vita degli oggetti software: qui viene raccontata l’origine e la crescita nel corso di decenni dei digienti, intelligenze artificiali dapprima confinate in uno spazio virtuale e poi “liberate” nel mondo esterno grazie a corpi robotici. Il Grande silenzio invece mette a confronto la ricerca di segnali di intelligenza extraterrestre con le possibili intelligenze non-umane che già abitano sul nostro pianeta.
La verità del fatto, la verità della sensazione prende spunto da una tecnologia di registrazione continua a disposizione di tutti, che permette di avere una memoria totale e completamente affidabile. Il protagonista si rende conto che il rapporto deteriorato con sua figlia è dovuto in buona parte ai ricordi alterati che ha di sé stesso, mentre il racconto contrappone la sua vicenda a quella di un ragazzo dei Tiv (una popolazione diffusa tra Nigeria e Camerun), che dopo il contatto con i primi europei impara la parola scritta e quindi il concetto di verità oggettiva opposto a quella soggettiva.
Omphalos è ambientato in un mondo in cui esistono prove tangibili della Creazione compiuta da Dio non più di ottomila anni prima. È narrato in prima persona da paleontologa, che confrontandosi con una scoperta sconvolgente arriverà a mettere in dubbio la sua fede, pur sapendo che Dio esiste.
Il libero arbitrio non esiste, ma è tutto quello che abbiamo
Chi ha letto i racconti di Storie della tua vita potrà riscontrare che ci sono alcuni temi molto cari a Ted Chiang, che ricorrono anche in Respiro, se pur declinati in modo differente. Uno dei cardini principali della sua poetica è senza dubbio il concetto di libero arbitrio. Alcuni spettatori di Arrival sono rimasti delusi dal film perché la protagonista pur conoscendo gli eventi futuri non interviene per cambiarli. Questa stessa dinamica si ritrova in Il mercante e il portale dell’alchimista, dove gli eventi scoperti dai viaggiatori nel tempo non sono modificabili: semplicemente, sono già avvenuti, perché quello che noi sperimentiamo come lo scorrere del tempo è solo un eterno presente in prospettiva cosmica, che è quello che percepiscono gli eptapodi di Arrival.
Questo porta quindi alla domanda: se tutto è già avvenuto, abbiamo davvero libertà di scelta? Chiang cerca di offrire interpretazioni diverse, a volte mostrando il lato positivo del dilemma, come in Il mercante e il portale dell’alchimista, altre con una punta di claustrofobia in più, come in Cosa ci si aspetta da noi.
Ma anche se non possiamo conoscere in anticipo il futuro e vedere tutto il tempo come un unico istante, la libertà di scelta rimane comunque il nodo fondamentale della nostra esistenza. E non solo per noi umani: Jax, l’intelligenza artificiale di Il ciclo di vita degli oggetti software, attraversa un complicato percorso di crescita e autodeterminazione. Insieme agli altri digienti deve maturare come entità autonoma e capire come confrontarsi con il resto del mondo, prendendo decisioni che potranno anche rivelarsi errate ma che contribuiranno comunque a determinare la sua personalità.
In La verità del fatto, la verità della sensazione, la possibilità di rivedere ogni istante della propria vita pone i personaggi di fronte alla possibilità di decidere non in base alle emozioni del momento ma su fatti inconfutabili, e rivela quindi l’innata tendenza a contrapporre due tipi diversi di verità, come quelle presenti nella lingua dei Tiv. Omphalos pone il problema in termini ancora più estremi: si può essere atei anche quando esistono prove materiali dell’esistenza di Dio? Scegliere cosa credere è importante quanto scegliere come agire, perché ciò che facciamo è spesso un’emanazione diretta del nostro pensiero. E se smettiamo di credere che sia un’entità eterna e onnipotente a determinare il nostro futuro, le nostre azioni hanno un peso maggiore o minore?
Ma è forse con l’ultimo racconto L’angoscia è la vertigine della libertà che il tema del libero arbitrio viene affrontato in maniera più diretta e profonda. In questa storia, ogni volta che viene attivato un Prisma si genera una realtà alternativa, che differisce in partenza solo per il fatto che da una parte il Prisma ha acceso una lucetta rossa e dall’altra parte una blu.
Ma questa infinitesima differenza iniziale può portare a divari ben più ampi nel corso degli anni, e mantenersi in comunicazione con il proprio parasé permette di vedere che strada avrebbe potuto prendere la propria vita grazie a una minuscola, impercettibile differenza iniziale. La possibilità per ognuno di compiere questo esperimento porta molte persone a invidiare la propria versione alternativa, ritenuta più fortunata o anche più meritevole. Ma allora il futuro dipende davvero dalle scelte che facciamo, o il nostro destino è determinato da fattori esterni e incontrollabili, come una luce rossa o blu?
Ted Chiang si guarda bene dal fornire risposte definitive, si limita a porre le domande in modo che scavino a fondo nella testa del lettore e rimangano lì a mettere radici. È chiaro però che il messaggio ultimo che emerge da tutte le sue opere sia proprio questo: il dubbio che ognuno di noi si porta dentro, la capacità di prendere decisioni e la forza di accettarne le conseguenze. È questo che ci rende umani. O digienti. O robot ad argon, pappagalli, eptapodi… Insomma, ci rende ciò che siamo, e soprattutto dimostra ciò che vogliamo essere.