Forse non lo sapete, forse non vi interessa, o più probabile avrete visto, anche solo di sfuggita, delle immagini o dei commenti per mezzo dei vari social network, fatto sta che negli ultimi giorni la rete si sta lettearalmente facendo in due a causa del binomio Marvel/Milo Manara. Ma andiamo per gradi. Nel tripudio di rilanci fumettistici che stanno preparando il mondo dei fumetti alla Fase 3 dell’universo cinematografico, Marvel Comics ha deciso di riproporre al pubblico una delle sue eroine più controverse, nonché membro fondamentale delle evoluzioni nel team dei Vendicatori nel corso dell’ultimo decennio: Spider-Woman. E così, senza troppe sorprese, Jessica Drew si becca ora una sua bella testata che partendo da uno scintillante numero 1, godrà della tipica cover variant per le grandi occasioni. E così, come spesso è successo in questi casi, Marvel ha chiamato per la cover variant un autore fuori dai ranghi della Casa delle Idee, un big del fumetto internazionale che potesse illustrare una SUA versione dell’eroina e l’autore scelto è stato, per l’appunto, Milo Manara. Ma lasciamo parlare l’immagine qui sotto.
Ora, che cosa è successo? La discordia è partita da un articolo del sito The Mary Sue, la cui linea editoriale si occupa della cultura pop sotto uno sguardo squisitamente femminile. The Mary Sue ha quindi incolpato la Marvel e Manara di aver creato un’immagine erotica, il cui scopo è oggettivare la figura femminile e renderla un mero feticcio sessuale. La cover, sarebbe quindi inappropriata e di cattivo gusto e in rete si sta scatenando un’ondata di malcontento che vorrebbe la censura della copertina in questione (prevista, tra le altre cose, per il prossimo novembre negli USA). The Mary Sue, comunque, è stata solo la punta dell’iceberg, perché ben presto moltissimi altri portali di informazione al femminile hanno cominciato ad attaccare il lavoro di Manara, definendolo sessista, irresponsabile e inutilmente erotico. Marvel non si è ancora espressa in merito, tuttavia una parte della rete non ha mancato di schierarsi in favore della cover sottolineando due punti su cui, sinceramente, siamo a favore. Il primo è che la cover è una variant che, come detto, Marvel affida tradizionalmente ad artisti che non fanno aprte della propria scuderia e che in qualche modo hanno un merito internazionale. Lo stesso Manara non era nuovo alle collaborazioni con Marvel e, detto in franchezza, aveva realizzato illustrazioni molto più succinte e ammiccanti per la Casa delle Idee. In secondo luogo, come sottolineato da praticamente ogni fumettista di spessore che abbia voluto commentare la vicenda, la cover è stata commissionata a Manara, che ha il suo stile, le sue influenze e il suo modo di illustrare e in tal senso la cover è perfettamente aderente al suo immaginario. Un immaginario che, ricordiamolo, è valso al grande artista un riconoscimento planetario, nonché la stima e l’affetto di altri artisti con cui ha stretto sodalizi culturali di fattura squisita come Fellini e Almodovar.
Ciò detto, e sinceramente, la cosa ci lascia atterriti, anzi… lasciate pure che parli in prima persona da cultore e amante del fumetto: MI lascia atterrito. Criticare un artista come Milo Manara perché disegna alla Milo Manara è qualcosa che supera il concetto di paradosso e che non riesco a capire. Su tutto mi lascia stranito una cosa, ossia che il mondo segua i trend culturali di blogger pretenziosi e ignoranti. Abbiamo un grande rispetto delle donne, della loro delicatezza e del loro posto nel mondo, ma scagliarsi contro un autore come Manara lamentando una pornografizzazione del fumetto o un sopruso verso il genere femminile ci lascia un po’ delusi, perché significa non solo non conoscere il lavoro del grande artista ma non averne capito neanche il senso. Pur volendo ragionare con una mente bigotta, non rintracciamo, salvo che nella formosità della copertina, un significato pornografico. C’è semplicemente lo stile di Manara, che può piacere come no, ma che non può essere oggetto di una critica becera e qualunquista e che, soprattutto, è stato volutamente scelto per una copertina variant, ossia per un oggetto di collezionismo e non per la vendita al grande pubblico. All’esplosione di questa situazione, non sono poi mancati dei geni che hanno addirittura PRETESO di insegnare a Manara come si disegna in modo anatomicamente corretto. Un po’ come se io pretendessi di insegnare scrittura creativa a Dario Fo. In tal senso credo sia illuminante il parere di Kevin Maguire che, commentando proprio il primo tra questi geni (tale Karine Charlebois) ha detto:
“Sono l’unico che trova discutibile questa cosa? Un “tutorial” per istruire un artista leggendario su come disegnare con uno stile che incontro l’approvazione di una blogger? Riuscite a immaginare un tutorial con la pretesa di insegnare l’anatomia corretta a Jack Kirby? O Frank Miller? O Jim Lee? Milo Manara disegna così. Ha sempre disegnato così. Se non vi piace il suo stile, nessun problema. Una vostra scelta. Non comprate le sue opere. Ma “insegnargli” come disegnare nel modo che VOI preferite è ridicolo. E smettiamola con questa farsa. Non si tratta di anatomia corretta. L’arte fumettistica non è mai stata famosa per l’accuratezza anatomica. Si tratta di sederi di donna disegnati in un modo che provoca la disapprovazione di una blogger.”
Amen.