Il porcospino più vecchio del mondo
Ebbene sì, anche Sonic ha compiuto 23 anni, li dimostra? Sarebbe ora per il porcospino antropomorfo di andare in pensione e lasciare a ben più giovani virgulti il compito di insegnare a nuovi players come si corre per colline verdi, zone labirintiche e adrenalinici giri della morte? Assolutamente no! Noi di Stay Nerd vogliamo un sacco bene al porcospino blu della Sega. Gli vogliamo talmente bene che abbiamo deciso di dedicare un omaggio ad uno dei più iconici e tormentati eroi di Sega, la mascotte che ha conosciuto momenti altissimi ma anche penose sconfitte che, nonostante tutto, continua a correre come se non ci fosse un domani.
La genesi
Il primo gioco della serie, quello che avrebbe dato inizio alla leggenda è Sonic the Hedgehog: per quel che mi riguarda probabilmente il più bilanciato platform della storia, in Sonic non c’è niente che sia fuori posto. È un gioco veloce, preciso che alterna classiche sezioni di platforming a veloci corse attraverso giri della morte, rampe e vertiginosi salti verso quei cieli azzurri che solo Sega può dipingere. Il personaggio stesso rappresenta un punto di rottura coi precedenti eroi dei videogiochi: Sonic è antipatico, non fa nulla per nasconderlo, ti fissa spazientito attraverso lo schermo come se tu fossi il limite che gli impedisce di sfrecciare per il mondo cartoonesco che ospita le sue gesta. Foreste, labirinti di lava, zone sottomarine e fortezze meccaniche, nel primo Sonic c’è veramente tutto: una grafica sbalorditiva (almeno per i tempi), una colonna sonora degna dei migliori titoli Sega e una giocabilità di altissimo livello. Sega non solo creò un platform fatto ad arte, ma ha anche messo le basi per creare un anti Mario coi fiocchi: quel puzzone azzurro avrebbe creato non poco scompiglio anche nei piani alti di Sega dove, narra la leggenda, non vedessero di buon occhio l’ idea di allegarlo in bundle al Mega Drive. È grazie all’insistenza della divisione americana di Sega, che Sonic spodestò Altered Beast come titolo di punta da commercializzare insieme alla console. E già cari Nerd, ai tempi insieme alle console c’ era pure un gioco nella scatola. Visto il successo di critica e pubblico non ci si poteva che aspettare un seguito alle vicende del puzzonespino, ecco che arriva Sonic 2. Dove il due sta ad indicare non solo il sequel ma anche il numero dei giocatori che possono affrontare l’avventura unendo le forze alla perenne ricerca degli smeraldi del Caos. Oltre a Sonic infatti è presente il suo grandissimo amico Tails: un’inutile volpe a due code creata (pare) solo per avere un altro animale antropomorfo a cui destinare i peggiori insulti che la mente umana possa creare. Il gioco non delude le aspettative, questa volta il recupero degli Emerald Chaos oltre a influire sul finale visibile al completamento del gioco, incide anche sulla giocabilità, dal momento che recuperando gli smeraldi Sonic si potrà trasformare in… Super Sonic!
Che come sanno anche i muri è la versione Super Saiyan di Sonic: velocissimo, biondo e bello, questo bonus fece vedere al mondo che Sega ha sempre una marcia in più. Se da un lato Sega non sbagliò un colpo assestando negli anni successivi titoli come Sonic 3 e Sonic and Knukles (la cui cartuccia permetteva, inserendo i titoli precedenti, di usare Knukles come protagonista), tuttavia sul fronte dei progetti satellite dedicati alla sua mascotte Sega ha concepito solenni schifezze come Sonic Spinball e altre amenità simili, che oltre ad essere brutti giochi, finiscono pure per indebolire la fan base del prodotto. Se ciò non bastasse si avvicina l’era Saturn, uno dei momenti più bassi della carriera del porcospino blu.
La caduta
Mentre su Nintendo 64 si raggiunge uno dei punti più alti della storia del platforming con Super Mario 64, Sega sembra aver perso la bussola e per quanto incredibile riesce a non creare nemmeno un titolo a 32 bit di Sonic. Cosa incredibile se consideriamo che parliamo della celebratissima mascotte di Sega. Il Saturn si limiterà ad avere Sonic Jam, una raccolta di tutti i Sonic usciti in precedenza per Megadrive. Dobbiamo aspettare il Dreamcast, ultima console a marchio Sega, per rivedere Sonic correre sui nostri schermi, e come corre questa volta.
Il ritorno e una nuova fase
Sonic Adventure rappresenta il primo vero cambio di mentalità e fisicità per Sonic (come i più attenti non avranno mancato di notare questo aspetto è stato rimarcato anche nel recentissimo Sonic Generations), più alto, slanciato, dotato della parola, il Sonic degli anni 2000 si lancia in un vastissimo mondo 3D che finalmente, complice la potenza di calcolo del Dreamcast, restituisce la stessa sensazione di velocità dei titoli 2D. Sonic Adventure 2 corregge il tiro e ci presenta un Sonic ancora più cafone e tamarro: livelli straveloci, giri della morte ai limiti della vertigine, personaggi multipli da usare, missioni secondarie e chi più ne ha, più ne metta. La serie Adventure espande in ogni senso possibile e immaginabile lo stile di gioco dei vecchi titoli a 16 bit, e poi? Poi Sega getta la spugna. Spedisce Sonic in giro per il mondo. Da quando si ridimensiona abbandonando l’hardware i suoi fan cadono in crisi mistica e trascendentale, anche perché Sonic è ormai giocabile anche dagli utenti Nintendo, Sony e Microsoft. E qui inizia la terza fase dell’esistenza di Sonic, quella che viviamo oggi. Quella dove Sonic è ormai una realtà consolidata nel firmamento videoludico, quella dove lui si può permettere di andare a spaccare il muso a Mario in tornei di tennis, olimpiadi e chi più ne ha metta. L’epoca in cui a titoli veramente orridi si affiancano vette di piacere platformico di inaudita goduria. Ora sulle spalle di Sonic non pesa più il destino della console, ha una sua dimensione e realtà, ora può finalmente correre dove vuole senza pesanti aspettative su di lui; per un ribelle come lui, quale destino migliore? Noi di Stay Nerd ti auguriamo buon compleanno Sonic… e mille di questi chilometri.