Geniale, irriverente, psichedelico: la serie Adult Swim sa sempre come spiazzare con la sua narrazione sopra le righe. Ecco gli episodi più folli di Rick and Morty!
Lasciate ogni speranza di normalità voi che entrate nel mondo creato da Justin Roiland e Dan Harmon. Gli episodi di Rick and Morty sono un biglietto gratuito per un salto quantico. Si sale a bordo e ci si risveglia in un mondo parallelo, in cui la nostra realtà si smarrisce in un’infinità di universi paralleli, in cui storie e personaggi si intrecciano e si mescolano in una delle realtà più folli mai apparse sul piccolo schermo.
Come in un trip da cui è impossibile svegliarsi, Rick è un perfetto traghettatore in un viaggio nello spazio e nel tempo. Tra gag e riflessioni critiche sulla contemporaneità la serie griffata Adult Swim è un sunto perfetto della cultura pop e fantascientifica dell’ultimo secolo. E per questo merita almeno una visione, per lasciarsi andare e perdersi nella sua meta narrazione, cinica, irriverente e psichedelica.
Da prodotto di nicchia a simbolo di un modo diverso di approcciare il genere, la serie ha sempre saputo e voluto osare, portandosi costantemente sopra le righe. Mescolando una narrazione schizzata e riflessione sociale, gag e metafore. Ma quali sono gli episodi più folli di Rick and Morty? Ecco una guida alle sette puntate che più rappresentano l’anima di questa pazza serie.
La tribù dei Miguardi (1×05)
La fantasia in Rick and Morty non ha limiti ed è declinata in varie forme: storie con piani e tempi narrativi decisamente bizzarri, pianeti e dimensioni caratterizzati da ambientazioni psichedeliche, personaggi totalmente eccentrici.
Tra quelli più folli apparsi negli episodi di Rick and Morty Mr. Miguardi entra di diritto nel club della stravaganza. Per aiutare Summer, Jerry e Beth Rick dona un dispositivo che genera esseri blu chiamati Mr. Miguardi. Le creature hanno un solo obiettivo nella loro vacua esistenza: aiutare a risolvere problemi pratici. Appena la persona che li evoca riesce nel suo intento Mr Miguardi sparisce. La serie però non prevede momenti lineari e ovviamente nulla va per il verso giusto. Nel frattempo Morty organizza un’avventura in solitaria in un mondo fantasy e anche lì niente segue le aspettative…
La puntata è un trionfo del paradosso e un inno al nichilismo più puro: la frustrazione per la mancata esecuzione del proprio compito innesca nei Mr Miguardi un delirio che solo l’agognata morte può annientare. La condizione di assurda schiavitù degli adorabili essere blu regala spunti di riflessione ed è il classico esempio della profondità che si cela dietro l’aspetto scanzonato di Rick and Morty.
Febbre d’amore n°9 (1×06)
Le trovate di Rick per aiutare i suoi compagni d’avventura sono così ingegnose che a confronto i ciuski di Doraemon sono dei simpatici e semplici passatempo. Dalla mente del vecchio scienziato fuoriescono idee che ridefiniscono il concetto di creatività e genialità. Non sempre però le idee del professore portano benefici reali, anzi spesso si trasformano in un incubo tragicomico e apparentemente irreversibile. E solitamente tutto parte da richieste e bisogni semplici ed innocenti.
In questa puntata il meccanismo creativo prende il via per esaudire il desiderio di Morty di piacere alla sua compagna di scuola Jessica. Rick per appagare il nipote crea un siero dell’amore. L’elisir funziona, ma Jessica si ammala e diffonde gli effetti della pozione in giro per il mondo, facendo innamorare chiunque di Morty. L’epidemia da innamoramento necessita un vaccino e una nuova trovata di Rick, ma il consueto effetto collaterale fa precipitare la situazione. Il finale della puntata è clamorosamente scioccante e tocca una delle vette più alte di weird dell’intera serie. Sarà dura riprendersi, Morty lo sa bene!
Nelle pieghe del tempo (2×01)
La moltiplicazione dei piani temporali è una costante negli episodi di Rick and Morty. Il tempo perde il suo ordine canonico e viene riformulato a proprio piacimento da Rick, che si incunea tra le lancette, stoppandole, accelerandole e facendole tornare indietro. Come spesso accade nella serie, la puntata prende vita e ha ragione d’essere come conseguenza di episodi precedenti, in cui si è arrivati ad un caos talmente spropositato che Rick deve scendere “in campo” per far tornare la regolarità.
In seguito alla delirante confusione nata dalla festa organizzata al termine della prima stagione, il tempo è stato fermato per impedire a Jerry e Beth di scoprire in che condizioni si trova la propria casa. Dopo aver freezato per sei mesi il presente, Rick, Morty e Summer scongelano finalmente il tempo, ma ogni loro decisione genera una frattura temporale che crea realtà parallele. Il mondo si fraziona in decine di universi coevi ma diversi, in una geniale fiera del paradosso. Soltanto l’intervento di Rick fa tornare tutto alla normalità. Se così si può definire il mondo in cui vivono…
Total Rickall (2×04)
Cosa è reale? Cosa è successo davvero e cosa è frutto dell’immaginazione? Dove finisce la menzogna e inizia a intravedersi un barlume di verità? Uno dei topoi degli episodi di Rick and Morty ruota intorno al concetto di manipolazione della realtà e sulle possibilità infinite con cui la finzione simula e scompagina i mondi. Total Rickall è l’esempio lampante di come la serie sappia architettare un totale sconvolgimento delle certezze, dei personaggi della serie e, soprattutto, degli spettatori.
La presenza ad inizio puntata di un personaggio mai visto, lo zio Steve, che tutti però sembrano conoscere da sempre, lascia presagire subito al grado di follia dell’episodio. Quello infatti è il primo scombussolamento narrativo e presto si capisce la natura di questa anomalia: lo zio è in realtà un parassita alieno mutaforma, che ha il potere di manipolare i ricordi delle persone. Il parassita si moltiplica, assume diverse sembianze e infesta la casa di personaggi improbabili e totalmente folli. In questo episodio fa il suo esordio Mister Buchetto per Popò, un simbolo della fantasia lisergica che accompagna ogni minuto trascorso nel mondo di Rick and Morty. La puntata ha avuto un successo clamoroso tra la fanbase della serie e ha ispirato anche un gioco di carte cooperativo. O anche questo è un ricordo innestato da un parassita?
Cetriolo Rick (3×03)
L’apoteosi della geniale follia di Rick and Morty ha un nome: Pickle Rick. Mai nella storia televisiva si era vista una puntata con protagonista…un cetriolo! Soltanto un personaggio dalla mente geniale e malata come Rick poteva ideare di trasformarsi in un ortaggio, unicamente per evitare una seduta di terapia familiare.
L’incipit è bizzarro, ma quello che segue diventa un action movie scritto sotto potentissimi acidi. E il trip funziona, eccome se funziona! Il siero che avrebbe ripristinato le fattezze umane di Rick viene preso da Beth e così lo scienziato rimane beffardamente con l’aspetto di un cetriolo parlante. Ovviamente la sua intelligenza smisurata lo porta ad ideare una sequela di gadget, tra cui un esoscheletro pieno di armi pompatissime, che lo trasformano in una sorta di mini cyborg letale.
Prendete Christopher McQuarrie, Robert Rodriguez e Micheal Bay, frullateli e otterrete un mix letale al sapore di cetriolo. Complotti governativi, nemici mortiferi, alleati strampalati: Pickle Rick condensa in 20 minuti alcune tra le trovate più folli mai apparse sul piccolo schermo. Perché Pickler Rick è l’eroe di cui abbiamo tantissimo bisogno e che meritiamo, come spettatori.
A Ricklantide (3×07)
In questo momento storico lo story telling ha acquisito un’importanza sempre maggiore. Chi ha in mano il potere della narrazione riesce a catturare l’attenzione delle platee, ormai abituate ad una micro parcellizzazione della realtà, incastonata in una miriade di informazioni frammentate. Justin Roiland e Dan Harmon sanno come rimodellare e reinterpretare il racconto, reindirizzandolo in un meta prodotto che unisce la cultura pop e la fantascienza. The Ricklantis Mixup ci porta nella Cittadella, il luogo in cui coesistono migliaia di repliche dei due protagonisti della serie e in cui vive il Morty malvagio, bramoso di potere e di fama.
La puntata assume una forte valenza metaforica, diventando lo specchio della società contemporanea, contraddistinta dalle nefaste conseguenze del sistema capitalistico e consumistico. Quello che ne consegue è un lucido affresco sociologico dell’America affossata dalle radicalizzazione della politica e in balia di una situazione orwelliana di controllo delle masse. L’episodio attinge poi, nella sua concezione nichilista, dal pensiero filosofico di Schopenauer. Quando alla follia creativa si abbina la capacità di indagare e riflettere sulla condizione umana, anche una risata goliardica può far ragionare.
Edge of ToMorty: senza Rick (4×01)
Il citazionismo è onnipresente negli episodi di Rick and Morty, ma la cultura e il panorama pop non vengono mai banalizzati e sussunti in momenti slegati dall’universo creato da Roiland e Harmon. Il mondo, anzi i mondi, in cui è ambientata la serie sono permeati di rimandi a film, fumetti, concetti filosofici e scientifici. Il nome della puntata che dà il via alla quarta stagione lascia subito intendere il riferimento: con un classico gioco di parole, ricorrente nella serie, si guarda alla fantascienza cinematografica contemporanea e in particolare a Edge of Tomorrow, pellicola diretta da Doug Liman con protagonisti Tom Cruise ed Emily Blunt.
Esattamente come nella trama del film, Rick torna in vita, ogni volta che viene ucciso, reincarnandosi però sempre in un universo diverso. Oltre al brillante espediente narrativo “in loop”, nell’episodio i personaggi affrontano il delicato tema della morte, schierandosi in due diverse visioni e concezioni spirituali riguardo all’argomento. Al consueto e immancabile approccio nichilista di Rick, per cui la morte non è distruzione ma cambiamento, si contrappone il punto di vista più umano e fragile di Morty, che simboleggia l’attaccamento dell’uomo al concetto di destino e la sua paura della fine. Ma after all, toMorty is another day!