Prima di cominciare l’articolo, mettiamo in chiaro una cosa: Sono un pessimo reporter, di conseguenza questo è un articolo quasi inutile a meno che non vi interessino le disavventure di un giornalista alle prime armi. Sprovvisto di telecamera ho finito la batteria del cellulare con le foto ai cosplayers qualcosa come due ore prima che la fiera aprisse effettivamente. Col senno di poi è stata una pessima gestione dei tempi d’azione.
ANYWAY
La mia avventura comincia nel lontano sabato 19 del 2014, in cui ho avuto la fantastica idea di partire troppo presto dalla mia baita in Culonia per andare al Rimini Comix, necessitando di un’ora abbondante per raggiungerlo. In sostanza sono arrivato per le 11 di mattina. Dopo un pranzo leggerissimo (al BK della stazione coff) mi sono messo in viaggio verso la fontana dei quattro cavalli, mio unico punto di riferimento conosciuto. Dovete sapere cari lettori che nonostante la mia vicinanza questa era la prima volta che andavo a quella fiera in particolare.
La redazione conosce le mie abitudini notturne, ma è necessario che vi renda partecipi del fatto che io a quell’ora in qualunque altro giorno starei ancora dormendo, quindi solo una volta partito mi ricordai dell’effettivo orario di inizio della fiera: SEI ORE più tardi.
Tuttavia non è degno di un eroe disperarsi e sono infine arrivato al luogo della fiera, con l’intenzione di trovare per bene il posto e poi andarmene al mare per qualche oretta. Fu in quel momento che scoprii che molte persone condividevano la mia idea di partenza intelligente. Verso mezzogiorno c’era già una nutrita schiera di cosplayers che vagava attorno alla fontana, senza una meta precisa dato che ancora non c’era nulla. Niente paninaro, niente tizio delle crepes. Nell’aria aleggiava un vago odore di carbonara, data la vicinanza di un ristorante.
Imbracciato il mio fedele cellulare, mi sono fatto strada tra la gente e ho cominciato a molestare i cosplayers, presentandomi e introducendoli alla nostra pagina, promettendo loro che le foto fatte sarebbero state pubblicate sulla pagina di face book.
Poveri stolti.
No sto scherzando, le abbiamo già messe su, se trovate le vostre potete mettere i tags. Vi vi bi ragazzi.
Il resto del pomeriggio è passato tranquillamente mentre facevo le foto. Attorno alla fontana continuava ad accumularsi gente, mentre alcuni vi si tuffavano direttamente dentro, godendosi l’acqua grigio-verde. Pensandoci ho dimenticato di specificare una cosa: FACEVA CALDO. In quella giornata i più furbi sono stati quelli che hanno fatto cosplay di Kill la Kill per minimizzare il vestiario senza essere scandalosi. Varie figliole sono venute direttamente in costume da bagno e parrucca, mentre sul bordo della fontana bazzicava uno Spiderman con occhialini e asciugamano. L’ho fotografato mentre il Deadpool obbligatorio stava per dargli una pedata nel deretano e buttarlo in acqua. Sfortunatamente era solo una scenetta recitata e non c’è stato nessuno splash.
Il guardaroba, dove i cosplayer avevano lasciato costumi o accessori, era letteralmente preso d’assalto mentre i camerini custoditi brulicavano di attività. La tentazione di infilare il cellulare dentro quelle delle ragazze e scattare foto a raffica è stata forte, ma poi ho visto in cielo l’immagine del mio capo, che con occhi colmi di carità cristiana mi diceva di non fare cazzate visto che ero il loro unico inviato lì a Rimini. Esatto, stavo allucinando per il caldo.
Probabilmente il momento topico del dopopranzo fu quando qualcuno con una semplice parola ci ricordò il vero motivo che ci aveva portati lì: non solo per fare cosplay, o per vedere i cosplay delle belle figliole, non per le bancarelle o i contest. Eravamo lì perché eravamo nerd, disposti a viaggiare per finire pressati in un posto stracolmo di altri nerd per godere delle cose che piacciono a noi. Il fatto che così tanta gente fosse venuta prima dell’apertura effettiva della fiera vuole dire molto.
La parola con cui ho cominciato questo discorso, forse non ve lo aspettate, forse sì, è “vino”. Ma non basta aprire la bocca e dire “vino”, è necessario alzare il collo di 45°, guardare al proprio lato e urlare “VENOH”. Chi sa di cosa sto parlando starà probabilmente già ridacchiando o rispondendo con un urlo adeguato, fatto sta che ad un certo punto qualcuno urlò VINO e l’intera piazza esplose in un coro di VENOH. Uno sconosciuto con la voce particolarmente possente aggiunse “è finito”. Il fatto che un centinaio di persone potesse riconoscere un intero concetto, nato da un video di youtube, supporta quello che stavo dicendo. In that moment i swear, we were nerds.
Vi erano persone di tutte le età, anche tra i cosplayer. Immancabile come il Jack Sparrow necessariamente identico all’originale, vi era il Jorgen Von Strangle (fantagenitori) ultra pompato e adulto. Ripensandoci può essere che sia solo uno e che io lo incontri ad ogni fiera.
Intorno alle 14.30-15 il mio cellulare decise che aveva fatto abbastanza foto e dal 100% di carica delle 11 scese sotto il 9%. Visto che mi serviva per fare le cose che facevano i cellulari prima dell’era smartphone, tipo telefonare, decisi che il servizio fotografico era finito. In quel momento ero sfibrato per il caldo, sudato, e il Burger King di qualche ora prima aveva cominciato a richiedere il suo tributo sul mio sistema operativo, per questo feci l’unica cosa possibile in quella situazione.
Svegliatomi esattamente 87 secondi dopo, ripresi a girellare per il Comix, osservando un paio di stand che venivano preparati. Il primo era di LCSA, Ludosport lIghtsaber combat academy.
È una vera e propria scuola di combattimento con spada laser 100% italiana. Tra poco aprono una scuola anche qua a Rimini, ci darò un’occhiata.
Il secondo stand era quello della squadra dei falchi, associazione di gdr live che bazzica dalle parti di Gradara. Cosa importante che notai fu che avevano le magliette con una illustrazione di Bigio, l’autore di Drizzit.
In sostanza c’era una discreta voglia di mazzate nell’aria, avrei pagato danari veri per vedere i due schieramenti sfracellarsi di spadate in una battaglia campale al centro della piazzola.
Alla fine con coraggio e perseveranza sono sopravvissuto fino all’apertura della fiera, in cui mi sono fiondato a guardare le bancarelle. Solo guardare perché era già tanto se avevo soldi per il bus per tornare a casa. Avete presente Bart Simpson quando cerca di impietosire la gente e alla fine ruba il videogioco che voleva?
Finito il mio girellare, era giunto il momento di osservare la gara di cosplay e di karaoke, oltre a tutti gli spettacolini dopo. Avevano messo lì quel palco e avevo rimediato una sedia, non mi avrebbero scollato facilmente, a costo di subire ogni singola canzone della mia infanzia, oltre a varie battutine di circostanza che non mi hanno fatto ridere. Ma che volete farci, sono ragazzi.
Purtroppo il mio cellulare stava per cedere, e dato che dovevo chiamare a casa essendo tutte le auto occupate quel giorno (abito lontano dalla fermata del bus), sono stato costretto a cedere la sedia in anticipo e andarmene a casina mia, irradiando il calore accumulato e puzzo di sudore come uno spogliatoio d’estate.
Ovviamente il giorno dopo svegliatomi scoprii che sabato sera mi sono perso una festa tanto dura da mandare alcuni nerdazzi all’ospedale per il troppo Alcohol.
GOD.
DAMMIT.