Alcune storie plasmano l’immaginario comune e continuano oltre la parola fine; ecco alcuni romanzi autoconclusivi di cui bramiamo un sequel
La maggior parte dei lettori che amano la fantascienza, il fantasy e in sintesi la letteratura di genere è abituata a fruire di titaniche saghe composte da più volumi, tendenza nata dall’eredità tolkieniana che ha spinto i vari autori a monopolizzare il mondo editoriale con trilogie e altre opere derivative. Infatti, nel panorama contemporaneo è un’impresa ardua trovare romanzi autoconclusivi o standalone, ma in alcuni casi questi capolavori riescono a conquistare i cuori dei lettori al punto tale da far loro scrivere agli autori stessi e agli editori per avere un agognatissimo sequel. Ne abbiamo selezionati alcuni, anche se sarebbero moltissimi i sequel di cui la nostra fantasia ha bisogno.
Fahrenheit 451, un sequel per la distopia incendiaria
Ray Bradbury oltre a un romanzo cardine della cultura occidentale ci ha lasciato uno degli incipit più a effetto della storia della fantascienza: Era una gioia appiccare il fuoco. Fahrenheit 451 è un romanzo distopico che descrive un mondo dove i pompieri, o milizia del fuoco, appiccano incendi come misura punitiva nei confronti dei trasgressori, incriminati di aver letto dei libri. Bradbury ribalta una figura iconica dell’immaginario sociale americano; il vigile del fuoco, autorità che difende il prossimo non solo dagli incendi ma da qualsiasi altra emergenza, viene trasfigurato come un agente del terrore.
La trama segue proprie le vicende di uno di questi miliziani, ovvero Guy Montag, che inizia a indagare sulle nozioni nascoste nei libri: perché qualcuno rinuncia alla propria vita e a quella dei suoi cari pur di leggere quelle pagine? Cosa sono davvero i libri? In un mondo dove la cultura è condannata all’oblio grazie alle “grandi purghe” incendiarie, di memoria staliniana, l’umanità è costretta a non ricordare e a vivere un’esistenza senza passato e tradizioni. Guy Montag è sempre più invischiato nelle verità che il governo gli nasconde e inizia a leggere dei libri, crimine che gli costerà caro; sarà infatti la stessa moglie a denunciare il comportamento fraudolento del marito. Il nostro ex vigile del fuoco troverà rifugio presso una comunità di outsiders che detengono le antiche verità messe a bando dalla società, trasmettendo il sapere dei libri per via orale. Nel mentre la città viene rasa al suolo da un ordigno nucleare.
Sarebbe affascinante scoprire in un sequel il futuro di Guy Montag e dei suoi commilitoni della conoscenza; hanno forse riorganizzato l’umanità? Hanno contrastato la distopia per riottenere un po’ di normalità? In un probabile sequel del romanzo lo scrittore di Waukegan avrebbe inscenato la fine del mondo che conosciamo o modellato una nuova società che rivendica il libero arbitrio intellettuale? Troppe sono le domande che ancora oggi ci assillano dopo la fine di Fahrenheit 451
Jonathan Strange & il Signor Norrell, un sequel per la magia d’Inghilterra
Ibridando i classici ottocenteschi inglesi, tra cui Dickens, Jane Austen, Lord Byron, agli elementi folclorici britannici e al fantasy, Susanna Clarke nel 2004 diede vita a Jonathan Strange & Mr. Norrell, uno dei romanzi più atipici e sorprendenti della letteratura fantastica. Siamo in un’Inghilterra a sfondo ucronico mentre imperversano le Guerre Napoleoniche, la magia è un elemento caratterizzante di tutta la storia culturale britannica ma… è scomparsa da un centinaio di anni. Grazie al Signor Norrell, tuttavia, la magia sembra tornare a a lambire le costa dell’Inghilterra. Il nostro mago, infatti, riesce ad animare le statue di una cattedrale e a sorprendere un’intera folla di curiosi e di studiosi della magia teorica.
La storia di Norrell si intreccia alle antiche credenze primitive del substrato celtico-gaelico personificate dal Re Corvo, agli ambienti intellettuali e nobiliari di Londra e ad altri sedicenti maghi del periodo, tra cui Jonathan Strange che prima diventa suo studente e poi acerrimo rivale. Susanna Clarke ricrea un ambiente georgiano e vittoriano di rara precisione e accuratezza storica, dai dialoghi agli eventi militari e sociali, e gestisce una storia voluminosa e densa di richiami e intrecci narrativi. Ma un sequel sarebbe una notizia sensazionale. Cosa accade ai due maghi rivali? Non ci sono altri regni fatati da esplorare, conoscere e/o invadere? E la scienza della magia è più un’ars filosofica o qualcosa di razionale ed esatto? La Clarke ci ha lasciato brancolare in un sofisticato buio costellato da punti interrogativi! Seppur il romanzo abbia una sua potenza narrativa del tutto autonoma gli scenari futuri sono così numerosi da richiedere ben più di un sequel!
La Storia Fantastica, il sequel c’è… ma solo un capitolo
William Goldman è un genio, ma soprattutto un villano, un farabutto! La Principessa sposa o La Storia Fantastica finisce con un lieto fine, a detta dell’autore, ma con un finale così aperto che è necessario un sequel! La storia di questo libro è conosciuta anche dal grande pubblico grazie al film del 1987 di Rob Reiner. Le vicende sono le stesse a grandi linee e seguono le vicende del garzone Westeley e della sua amata Buttercup nel regno di Florin, ma la loro felicità viene perennemente ostacolata da pirati, scagnozzi, spadaccini e da un re crudele che vuole Buttercup come sua sposa a tutti i costi. Anche se so benissimo che tutti siete interessati alla struggente storia di vendetta di Inigo Montoya, e fate bene.
Nella nuova edizione di Marcos Y Marcos appare anche il primo capitolo del sequel Buttercup’s Baby che Goldman aveva iniziato a scrivere, in cui scopriamo le peripezie di Inigo, Fezzik, Westeley e di Buttercup ormai mamma. Un assaggio di ciò che avrebbe potuto essere il sequel del suo romanzo più famoso, un caso in cui possiamo dire che c’eravamo quasi.
American Gods, Neil Gaiman, e i Ragazzi di Anansi
Capolavoro indiscusso della narrativa fantasy, ormai American Gods ha conquistato milioni di fan grazie alla serie TV trasmessa da Amazon Prime e alle sue riduzioni in graphic novel. Nonostante un raccontino e I Ragazzi di Anansi (che condivide l’universo di American Gods) Neil Gaiman ci ha lasciati orfani di Shadow e del suo cinismo, orfani di un romanzo definibile sequel. Un romanzo stratificato, ricchissimo di rimandi e innesti culturali e antropologici, la faccia occulta dell’America e degli antichi pantheon trapiantati dagli immigrati prendono vita in questo sontuoso esperimento urban fantasy.
Una narrazione folle, a volte psichedelica e che trascende il concetto stesso di fantasy, Gaiman riscrive i canoni della narrativa contemporanea e cambia le regole del gioco. Ma cosa accade dopo i macro-scontri tra divinità antiche e nuove? Cosa succede a Odino dopo l’incontro con Shadow, e chi è quell’uomo con la barba che saluta il nostro protagonista? C’è poco da fare, il nostro mondo ha bisogno di un sequel di American Gods.
Frankenstein, un classico da continuare
Mary Shelley non ha semplicemente scritto uno dei più grandi romanzi gotici della storia umana ma ha anche svolto una funzione pioneristica per la narrazione fantascientifica. Il suo Frankenstein o il Moderno Prometeo è un romanzo dall’impianto epistolare connaturato da diverse influenze storico sociali e ripercorre gli esperimenti del dottor Frankenstein e della sua creazione, un “mostro” dall’animo complesso e dalla mente vivace, diventato abominevole solo tramite l’odio degli esseri umani. Sarebbe interessante vedere le ceneri del mostro “venire ri-assemblate” per dare vita a un nuovo golem di carne e cenere funeraria che vagabonda per i mari artici.
Ma Mary Shelley preferì dedicarsi al suo L’ultimo Uomo, romanzo in cui il protagonista scopre gli scritti profetici della Sibilla Cumana che descrivono gli ultimi giorni apocalittici del XXI secolo, piuttosto che a un sequel del suo romanzo capolavoro.
1984, un sequel per il Grande Fratello
1984 è un romanzo così famoso che ormai fa parte del nostro bagaglio letterario mainstream, eppure gli spiragli geopolitci e narrativi lasciati aperti da George Orwell sono così molteplici da spingere il lettore a domandarsi “e poi?”. Infatti cosa succede quando apprendiamo che il Grande Fratello probabilmente ucciderà Winston? E le potenze continueranno a spartirsi il globo in una continua guerra atomica/nucleare senza senso ? La psicopolizia e i vari ministeri continueranno a mietere vittime? Non lo sapremo mai.
Ma una cosa è certa, le ideologie tratteggiate da Orwell sono le attuali cartine di tornasole per analizzare i movimenti sociopolitici contemporanei che destrutturano il tessuto mentale della popolazione. Forse un sequel non è così auspicabile, probabilmente Orwell sarebbe finito a descrivere ogni nostra fobia-realtà con estrema lucidità, condannandoci a una perpetua auto-indagine o facendoci amare il Grande Fratello come Winston.