Scopriamo chi è Stuart Penn e cosa intendiamo quando parliamo di effetti visivi
Il cinema è sempre più “effettistica”, ma per la maggior parte dei non addetti ai lavori tutto questo rientra nella categoria degli effetti speciali. La realtà parla però un’altra lingua, come quella di Stuart Penn.
Da più di vent’anni nel settore, egli può essere considerato uno dei padri dei moderni degli effetti digitali ed attualmente lavora come VFX Supervisor per lo studio inglese Framestore, azienda nata soltanto nel 1986 ma che vanta già due Oscar per i migliori effetti speciali ottenuti con La bussola d’oro di Chris Weitz e Gravity di Alfonso Cuarón, oltre alle nomination per Superman Returns e per Il Cavaliere Oscuro.
È proprio con Stuart Penn che la Framestore si è portata a casa i due premi, ma lui ne aveva già uno sul camino grazie ad un film che in quanto ad effetti al momento dell’uscita aveva strabiliato un po’ tutti, ovvero Avatar di James Cameron.
Il mondo dell’effettistica, in particolare di quelli visivi deve sempre rinnovarsi e stare costantemente al passo coi tempi, soprattutto adesso che la tecnologia consente “prodigi” un tempo insperati, come l’ormai abusato ringiovanimento dei volti o la trasformazione degli stessi.
Stuart Penn ad esempio collabora spesso con Marvel, per i film del MCU, e i suoi servigi sono stati richiesti per pellicole come Guardiani della Galassia, Iron-Man 3 e nel recente Avengers – Endgame, in cui spicca il suo lavoro effettuato sul volto dell’Hulk di Mark Ruffalo.
È accreditato in più di 30 film e in parecchi episodi di serie televisive, ed ha lavorato e lavora tutt’ora con i più grandi registi e le migliori produzioni al mondo, ma del resto il suo talento è innegabile ed è con merito un punto di riferimento attuale del settore.
La sua formazione è particolare. Si è laureato in fisica ed è stato ricercatore all’università per dieci anni, prima di entrare a far parte dell’industria del cinema, in cui appunto è ormai richiestissimo grazie al suo modo di giocare e sperimentare con i materiali di cui dispone.
Chi è un VFX Supervisor e come si diventa Stuart Penn?
In molti si staranno chiedendo cosa siano realmente gli effetti visivi e soprattutto in cosa consista il lavoro di VFX Supervisor. Rispondere ad un quesito del genere non è affatto facile, ma a differenza della maggior parte dei membri di un cast tecnico di un film, chi si occupa di VFX ha tendenzialmente una formazione – appunto – tecnica, nel vero senso della parola.
Spesso viene detto che il più del lavoro di queste persone viene svolto in post-produzione, ma non è esattamente così ed anzi di solito il VFX Supervisor è uno dei primi ad essere assoldato in un film. La pianificazione nella pre-produzione è fondamentale, necessaria, pertanto deve lavorare a stretto contatto con il regista, lo sceneggiatore e la loro troupe sin dai primi momenti. Deve essere multitasking, interfacciarsi con concept artist, modellisti e animatori per progettare i bozzetti vari, le animazioni o i modelli 3D.
Se chiedessimo a Stuart Penn, così come a buona parte dei suoi colleghi, come si diventa del mestiere, probabilmente otterremmo risposte varie e differenti tra loro, perché quasi tutti hanno formazioni diverse.
Di sicuro studiare all’Università è importante, ma in questo specifico momento ci sono molti altri modi per entrare a contatto con questa professione. Più semplicemente, secondo alcuni addetti ai lavori Youtube è lo strumento migliore per chi aspira a fare questo mestiere. Guardare tutorial e demo è una base solida da cui partire. E poi ovviamente tanta voglia di fare, come per tutte le cose.
La maggior parte inizia ad affacciarsi a questo mondo con piccoli lavori di post-produzione, apprendendo le competenze di base e tecniche come il rotoscoping o il fotoritocco, oltre all’utilizzo di software di editing vario. Anche studiare l’animazione e l’anatomia, banalmente, è un qualcosa di necessario per entrare a far parte di questo mondo, oltre alla matematica e alle scienze, come lo stesso Penn insegna.
Per apprendere di più su questo mondo e questa professione, e per conoscere Stuart Penn vi basterà andare al Romics, poiché l’artista verrà premiato come Romics d’oro della XXVI edizione ed incontrerà il pubblico sul tema “rendere possibile l’impossibile”, sabato 5 ottobre 2019, dalle 12 alle 13.