Saghe fantasy in TV dopo Game of Thrones: Fantasie che volano libere
Dopo la fine di Game of Thrones giunge anche la fine di un’era per le saghe fantasy in televisione. Amato, odiato, imitato che sia, lo show nato dalla trasposizione dei libri di George R.R. Martin ha segnato una pietra miliare nella televisione, dimostrando come sia possibile creare un intrattenimento fantasy di qualità anche sul piccolo schermo.
Una lezione che molte altre emittenti dopo HBO sembrano aver compreso, preparandosi a portare saghe vecchie e nuove sul grande e piccolo schermo. Netflix ci proporrà The Witcher, Narnia e Queste Oscure Materie, Amazon ha già fatto uscire Good Omens e realizzerà una serie ispirata alla seconda Era della Terra di Mezzo, collaborando con Sony per trasporre La Ruota del Tempo.
In parole povere il materiale per le serie TV e il binge watching in salsa fantasy sembra assicurato anche per i prossimi anni.
Ma guardando ancora più in là? Quali altre saghe fantasy meriterebbero una trasposizione televisiva? Proviamo a giocare un po’ di fantasia e immaginare quali serie sarebbe bello vedere nei prossimi anni sul piccolo schermo. Affilate le vostre spade, sellate il vostro drago e partiamo!
Elric di Melniboné
Quando parliamo di fantasy il nome di Michael Moorcock è pronunciato con la stessa deferenza che si deve a scrittori del calibro di Tolkien e Pratchett. Autore brillante e anticonformista, Moorcock ha dato alla luce quella che è considerata una delle saghe migliori nella storia del genere, con un personaggio straordinario e iconico come pochi.
In Elric di Melniboné il tema centrale è la continua lotta tra il caos e la legge, lo scontro tra due fazioni di divinità patrone di questi concetti, le quali combattono una guerra senza fine, il cui unico scopo è quello di perpetuare un conflitto che vede come ago della bilancia il Campione Eterno, l’umano destinato a dare il via alla battaglia finale, dalla quale verrà rinnovato il mondo.
Sotto questa guerra eterna si muovono gli esseri umani, un tempo dominati dall’impero di Melniboné, reame che all’inizio della saga è caduto in disgrazia e sembra prossimo al collasso a causa dell’indolenza dei propri cittadini. A governarlo c’è il principe albino Elric, unico della sua stirpe a conoscere il concetto di pietà, eppure trascinato suo malgrado in una guerra fatta di tradimenti, troni usurpati, vendette e divinità malvagie. E questo è solo l’inizio.
Le avventure del principe albino continuano abbracciando scenari e tematiche differenti, dai viaggi in nave alle guerre. Sempre con al fianco la nera lama Tempestosa, mezzo di sostentamento per il corpo del giovane negromante albino e per l’anima del suo caotico patrono, l’oscuro Arioch.
Il Silmarillion
Il sogno di buona parte dei lettori del Legendarium di J.R.R. Tolkien, una trasposizione fatta bene del Quenta Silmarillion. Certo, Amazon sta già mettendo in scena qualcosa del genere, mostrando gli eventi della Seconda Era narrati da Tolkien nell’Akallabêth, l’appendice del Silmarillion in cui viene mostrata la caduta di Numeror. Ma una vera e propria trasposizione delle guerre nate per il possesso dei tre gioielli creati da Feanor nella Prima Era di Arda sarebbe qualcosa di completamente diverso.
Il problema è l’immensità cronologica dell’opera, capace di contenere al suo interno veri e propri eoni. Eppure basterebbe optare per una serie antologica, concentrandosi di volta in volta su una diversa storia nella lunga saga dei Silmaril, per poter rappresentare lo scontro che vide su fronti opposti i figli di Iluvatar, i primogeniti elfi, i secondogeniti umani e gli adottati nani, contro le forze di Melkor (o Morgoth), colui che prima di cadere fu il più possente dei Valar, divenuto signore oscuro e ladro dei Silmaril per colpa della propria ambizione.
Un progetto difficile e maestoso, che richiederebbe senza ombra di dubbio un alto budget. Eppure la storia dei Silmaril potrebbe regalare agli spettatori una serie avvincente come poche, in grado di accompagnarli per molti anni in mezzo a epiche battaglie, viaggi avventurosi e personaggi leggendari, da Feanor a Turin Turambar, passando per il racconto di Beren e Luthien.
Earthsea
La terza volta potrebbe essere quella buona. Dopo una trasposizione televisiva dimenticabile e un film dello studio Ghibli poco apprezzato dalla Maestra del Fantasy, l’opera di Ursula Kroeber Le Guin potrebbe essere una delle saghe su cui puntare in televisione nel futuro.
Earthsea era e resta uno di quei testi che un amante del fantasy non può non aver letto e amato con tutto il cuore, un’epopea capace di indagare nelle profondità dell’animo umano, in una terra coperta dalle acque e dove solo le isole sono l’unica concessione fatta dai mari alle genti.
Anche in questo caso un formato antologico, che abbia come filo conduttore il personaggio dell’Arcimago Ged, potrebbe essere la soluzione ideale per portare sul piccolo schermo questa saga. Una storia dotata di una poetica unica nello scenario dell’High Fantasy, dove la lotta tra bene e male, tematica tipica del genere, viene trasportata su un piano emotivo, introspettivo e personale. La crescita di Ged, qualcosa capace di accompagnarlo per tutta la sua vita, tra le sue vittorie e i suoi sacrifici, potrebbe portare con sé una serie di formazione, capace di fa crescere una generazione di spettatori.
Mistborn
Se con Game of Thrones ci siamo abituati a vedere i cattivi vincere, con l’opera di Brandon Sanderson il concetto viene portato al suo estremo. Non solo un cattivo ha vinto, ma è diventato anche un dio. Così governa e spadroneggia sul mondo, al punto di averlo mutato con i suoi poteri.
Nel ciclo di Mistborn ci troviamo di fronte a un’ambientazione ben strutturata, dove il Lord Reggente governa col pugno di ferro grazie all’aiuto del suo clero personale. Sotto di lui si trovano una nobiltà corrotta e abituata agli agi e ai banchetti. A loro, al momento della sua ascensione a divinità, avrebbe donato la magia nota come Allomanzia, grazie alla quale gli esseri umani possono “bruciare” i metalli presenti nel loro organismo per poter attingere a poteri fisici e mentali. Sotto di loro c’è una popolazione vessata e poi gli skaa, gli schiavi, di cui si farà paladino il Mistborn Kelsier, organizzando una ribellione con l’aiuto di Vin, la sua pupilla.
Mistborn potrebbe essere realizzato anche con un budget contenuto, costituendo la risposta giusta per quanti hanno amato le dinamiche tra le casate di Game of Thrones. Il tutto con un tocco di show sulla criminalità, capace di dare una marcia in più alle prime battute della storia.
La prima Legge
Quando Joe Abercrombie iniziò a farsi un nome tra i lettori di narrativa fantasy molti videro in lui un erede di George R.R. Martin. Con la differenza non trascurabile che l’autore britannico negli anni è riuscito a terminare ben due saghe fantasy.
La Prima Legge ci porta in un mondo diviso in tre diversi grandi continenti. Un modo duro e crudele, dove la magia sembra avviata alla distruzione e il Regno dell’Unione sembra ormai prossimo alla sua distruzione. Qui il primo mago Bayaz inizia a tirare le fila per permettere al mondo di sopravvivere alla catastrofe imminente, radunando attorno a sé guerrieri provenienti da tutto il mondo per far loro intraprendere un viaggio dagli scopi misteriosi.
La vicenda si concentra anche sulla guerra nel continente settentrionale e sulla indagini dell’Inquisitore Sand dan Glokta, un tempo un promettente guerriero divenuto un torturatore professionista dopo aver patito lui stesso le sofferenze del carnefice.
In questo ciclo di romanzi, destinati a un pubblico adulto, si mescolano viaggi, intrighi politici, misteriosi rituali magici e personaggi umani e realistici come pochi. Tutti gli elementi che potrebbero permettere a una serie televisiva di spiccare nel palinsesto e dare ampio spazio a tematiche che hanno già fatto la fortuna della più nota delle serie HBO. Senza mai trascurare scene di sesso, tortura e violenza, in puro stile Abercrombie.
Il libro Malazan dei Caduti
Non tutti in Italia conosceranno questo ciclo, pubblicato dall’Armenia col titolo La Caduta di Malazan. Tra i lettori italiani il lavoro di traduzione della prima edizione del Belpaese è stato spesso oggetto di critiche e numerosi dibattiti, portando negli anni a forti divergenze di opinioni e a una diffusa insoddisfazione.
Eppure quello dei Caduti è uno dei cicli fantasy più conosciuti e apprezzati al mondo, opera del canadese Steven Erikson.
Parlare di questa saga fantasy vuol dire trattare qualcosa di così enorme da costringere lo stesso autore a creare un’enciclopedia dedicata ai suoi romanzi. La Caduta di Malazan segue, nella prima parte della sua storia, eventi che sembrano essere tra loro del tutto slegati, all’interno di un vasto Impero che appare giunto sull’orlo del collasso. A un colpo di stato seguono dieci anni di instabilità interna, dove ogni persona influente del regno cerca di cominciare la propria scalata al successo. Poco alla volta Erikson arriva a dare all’intero racconto una prospettiva più ampia, svelando segreti e misteri che costituiscono il pane per ogni lettore di fantastico.
La Caduta di Malazan è una di quelle saghe che potrebbe facilmente sopperire il desiderio dei lettori di complotti, lotte per il trono e guerre che hanno appassionato gli spettatori dopo la fine di Game of Thrones.
Dungeons & Dragons
Certo i precedenti non sono dei migliori in questo caso. E forse non tutti si ricorderanno che D&D, oltre a essere il più famoso gioco di ruolo al mondo, ha alle spalle anche una lore e un mondo complessi e strutturati.
Nel mondo di Abeir-Toril esistono molte storie e molti racconti, la maggior parte dei quali ambientati nel continente di Faerun. Qui umani, elfi, nani, draghi e ogni genere di popolo e stirpe fantasy convivono in un mondo di ambientazione medievale. Dèi, mostri, magie di ogni sorta che popolano le sessioni di gioco di ruolo degli appassionati potrebbero diventare la base di una serie televisiva che, tuttavia, richiederebbe un budget abbastanza ampio per essere realizzata.
Per contro l’abbondanza di temi, personaggi e luoghi presenti nel gioco creato da Gary Gygax e Dave Arneson potrebbe fornire materiale non per una, ma per dieci serie televisive di successo. Qualcosa in grado di convincere anche il più restio dei produttori ad accarezzare una simile idea.
Bonus: Harry Potter
Sorpresi di trovare qui Harry? State pensando che non è passato abbastanza tempo dall’ultima pellicola? Ma in fondo pensateci bene. I film di Harry Potter, visti oggi, appaiono già piuttosto invecchiati e non sembrano tenere il passo con quanto abbiamo letto nei sette romanzi di J.K. Rowling.
All’epoca, prima del successo di Game of Thrones, sarebbe stato impensabile proporre una serie televisiva dedicata al giovane mago inglese. Ma oggi le cose sono cambiate. La stessa esistenza del franchise cinematografico “Animali Fantastici” potrebbe fornire lo spunto alla Warner per rilanciare il brand con una serie TV sulle proprie emittenti.
Il format del serial in fondo si sposerebbe a meraviglia con Harry Potter, dando occasione a uno sceneggiatore capace di inserire eventi, dinamiche e scene che nei film sono state sacrificate per motivi di lungometraggio. Inoltre ci darebbe una migliore sensazione di crescita dei protagonisti, restituendo ai fan quell’aura di romanzo di formazione presente nel lavoro dell’autrice di Edimburgo, inevitabilmente persa nei film.
I fondi necessari per creare questo progetto, ovviamente, non potrebbero che essere ingenti, ma per contro i lettori di Harry Potter potrebbero finalmente avere tra le mani una trasposizione davvero fedele ai libri.