Jenga e impiegati in fuga nell’ultimo folle titolo di Oasis Games
L’industria cinese sta evidenziando un certo eclettismo nel confrontarsi con il mondo dei videogiochi, cercando sempre nuovi approcci, mai cosi scontanti, per sfruttare anche tecnologie più “blindate” dal punto di vista delle applicazioni ludiche, come può essere la realtà virtuale. Abbiamo visto infatti giochi come Light Tracer che cercassero in qualche modo di proporre dinamiche diverse, e abbiamo oggi questo Salary Man Escape che prosegue nell’opera di ibridare il puzzle solving con nuove idee per poi riversare tutto nell’immersivo contesto della VR.
In Salary Man Escape per VR, dovremmo quindi risolvere una sequela di puzzle. Sullo schermo avremo un agglomerato di blocchi bianchi e rossi di diversa forma e lunghezza, sopra la loro superficie, troviamo da un lato il “goal”, l’obiettivo a cui arrivare, e dall’altro il nostro “impiegato”. Il contesto di Salary man infatti è piuttosto originale e surreale, lo scopo del gioco infatti è riuscire a far scappare dal’ufficio il frettoloso dipendente. Ogni stage è infatti rappresentato da un ufficio posto su diversi palazzi e una volta selezionato potremmo leggere una nota scritta dai vertici di questa eterea e misteriosa azienda. Commenti sulla vita d’ufficio che lasciano intravedere gli intenti satirici degli sviluppatori riguardo certe situazioni di lavoro. Un contorno gradevole e originale, che insieme alla curiosa colonna sonora composta da traccie di musica asiatica pop, contribuiscono a dare una veste eccentrica e ispirata al titolo.
Ma riprendiamo la retta via e torniamo al gameplay. Ogni stage come dicevamo è composto da alcuni blocchi, il principio è simile a quello del Jenga, ma mentre nel noto gioco da tavolo si deve cercare di rimuovere i pezzi cercando di non far crollare la torre, qui il nostro scopo è proprio cambiare al conformità dalla superficie in modo che il nostro impiegato abbia una via facile verso l’obiettivo. I blocchi rossi possono essere estratti dalla loro posizione ma non possono essere sollevati, questo è inizialmente un po’ straniante in quanto verrebbe automatico afferrarli per metterli in zone sopraelevate.
Va detto che il titolo si presenta abbastanza complesso fin da subito soprattutto perché richiede un ragionamento a 360 gradi della situazione. Il “composto bloccoso” va quindi girato e rigirato per comprendere il dà farsi e solo successivamente si deve agire. Volendosi complicare le cose, come se non bastasse già il tempo limite a farlo, c’è il fatto che è possibile recuperare delle monete piazzate ovviamente al di fuori del percorso canonico e che quindi richiedono più passaggi per portare a termine lo stage. Queste monete vanno archiviate per sbloccare una manciata di livelli bonus presenti in ogni “mondo”, per un totale di circa una settantina di livelli. Andando avanti non sarà più solo una questione di blocchi da spostare, ma ci saranno pedane da bilanciare con il peso dei blocchi ed ostacoli da evitare, il tutto finalizzato a variare l’esile formula di base in più modi possibili. Obiettivo che a nostro a parere, è stato raggiunto.
Il visore di PS4 in effetti è relativamente utile per dare un senso di profondità e aiuta a capire esattamente quali blocchi vanno spostati, mentre qualche riserva viene rivolta al sistema di controllo. Il Move, al solito, non è poi cosi preciso e pratico. Il gioco richiede di ruotare lo scenario di continuo e non si riesce a fare in maniera sempre agevole, cosi come lo spostamento millimetrico di un blocco qualche volta viene ostacolato da una cattiva precisione della periferica. Non sono difetti troppo esasperanti, ma in tutta sincerità, abbandonando il Move e utilizzando il dual shock, ci siamo trovati molto meglio, pur perdendo la spontaneità e l’intuitività del movimento “manuale”.
Verdetto
Salary Man Escape è un buon puzzle game, non esaltante, spesso cervellotico e in rari ma preziosi casi, brillante nelle soluzioni utilizzate. Un titolo sicuramente consigliato agli amanti del genere che quanto meno si troveranno davanti ad un prodotto originale, stilisticamente e concettualmente. Non è certo un titolo che sfrutta la VR in maniera peculiare (potrebbe funzionare anche senza) e i controlli potevano essere più precisi o comunque studiati meglio. Ciò nonostante, se le dinamiche vi conquisteranno, avrete una decina di ore di sano gameplay. In caso contrario, la noia potrebbe essere dietro l’angolo di ogni stage.