Il numero uno di Samuel Stern è in edicola da qualche giorno. Lo abbiamo letto e abbiamo scoperto che il vero orrore è fatto sì di mostri, ma quelli che si annidano nel quotidiano…
Fumetto horror italiano. Con queste tre parole il primo personaggio che viene in mente è Dylan Dog, e non potrebbe essere altrimenti. L’indagatore dell’incubo accompagna le nostre letture da generazioni ormai, e il suo successo si rinnova di albo in albo. Ma lontano dalla forza editoriale di casa Bonelli, è nato un nuovo eroe dell’oscurità: Samuel Stern.
L’idea è stata di Gianmarco Fumasoli e Massimiliano Filadoro, editori di Bugs Comics e generatori di quel Mostri che tanto orrore abbraccia tra le pagine inchiostrate.
Samuel Stern è di Edimburgo, laddove Dylan vive a Londra. Del suo passato sappiamo ancora poco, a parte che ha una figlia, Lily, che vive in un orfanotrofio per il suo bene. Samuel Stern è un libraio, esperto in testi antichi ed esoterici, come Harlan di Dampyr. Inutile negarlo: i riferimenti ai due migliori eroi del fumetto horror nostrano ci sono. Ma probabilmente gli orrori che deve affrontare Stern saranno di altra natura. Perché Stern indaga l’anima.
L’orrore nel quotidiano in famiglia: il primo incubo di Samuel Stern
Esiste una cicatrice che sta alla base del cervelletto. Si tratta di uno studio in corso e ancora da provare, ma i ricercatori sostengono che i bambini che la portano sono coloro che hanno subito un particolare tipo di abuso, ancora difficile da far capire alla gente. Si chiama “violenza assistita” ed è quando un bambino vede far del male, ad esempio da un genitore a un altro. Quando assiste a liti di particolare violenza o intensità, quando la situazione si reitera. Questa cicatrice è un trauma fisico e pare non si cancelli mai.
Vi starete chiedendo perché parliamo di violenza domestica sui minori in una recensione del primo albo di un nuovo fumetto. Ebbene, perché se di fumetto dell’orrore si tratta, è chiaro fin dalle prime vignette che l’orrore di cui parliamo è quello generato dalle pieghe dell’anima nel vissuto quotidiano. Come in un romanzo di Jack Ketchum, è l’orrore del quotidiano, quello chiuso dietro la porta accanto. Quello che è accaduto vicino a te. Quello che, forse, è accaduto a te.
Ecco che allora Samuel Stern deve sì affrontare dei mostri, ma prima deve capire chi quei mostri li ha generati. Perché nella vita l’orrore c’è eccome: l’orrore vero è nel quotidiano, è la violenza assistita di una bambina costretta al silenzio dei suoi stessi demoni. È il senso di colpa che la dilania dentro, che la porta a covare in sé un male che neppure capisce. E Samuel Stern, il Rosso, la sensibilità per capirlo ce l’ha.
Il campo da gioco di Samuel Stern: l’Ombra
Samuel Stern è un demonologo. A volte un esorcista, ma più che altro lui con i demoni ci parla. Del resto è “malpelo”, un irlandese dai capelli rossi. Le sue avventure sono contro i mali generati dai malesseri della società contemporanea. Fatta di reietti, ma anche di umili, di delusi dalla vita, di persone che hanno sofferto, fanno del loro meglio, ma a cui a volte viene negata una seconda possibilità. E sono questi dolori a generare l’Ombra. Una zona oscura, dove si annidano i demoni. Dove trovano terreno fertile, una crepa per entrare nelle nostre anime.
Intrigante di certo, e ci auguriamo di veder crescere la figura di questo indagatore. E che i temi premano il pedale dell’acceleratore sui temi di denuncia sociale come quello del numero uno, Il nuovo incubo. Qui c’è una famiglia ai margini, padre fallito e ubriacone, ma buon’anima in fondo. Madre disperata e una figlia che assiste a tutto questo male. E il senso di colpa che la divora. Perché è lì che il demone dei minori che subiscono attecchisce e nidifica. Nel senso di una colpa che non c’è.
Una scommessa editoriale: gli eroi son tutti giovani e belli
Diciamolo: è una bella sfida riportare in edicola – e solo in edicola – il fumetto popolare. Una scelta di campo ben precisa, che ci auguriamo venga premiata. Non tanto Samuel Stern, ma forse proprio questi editori, così giovani come casa editrice, sono in parte dei piccoli eroi. Ci vuole fegato, o forse incoscienza, per mettere in piedi un’operazione tanto azzardata.
E vediamo questa progettualità già dal primo numero, dagli scritti di Fumasoli e Filadoro e dai disegni di Luigi Formisano, tutti ben giocati sui volti per lo più, poco spazio lasciato ai luoghi e soprattutto ai paesaggi. Che siamo a Edimburgo lo sappiamo perché viene detto: la vicenda si svolge maggiormente in interni. Con personaggi già ben definiti e riconoscibili negli archetipi del genere: l’eroe cinico e un po’ dannato, il prete esorcista, e altri che verranno. Griglia classica e concetti solidi, come ai vecchi tempi.
Sarebbe bello, tra qualche anno, recensire il numero cento e poter dire che questi ragazzi hanno vinto la scommessa…