Schmigadoon!, la nuova serie Apple Tv+, è una musical comedy leggera ed estiva, che potrebbe nascondere qualcosa di più profondo

Tra le infinite categorie in cui si può dividere l’umanità, per iniziare a parlarvi di Schmigadoon! la nuova serie di Apple Tv+, faremo finta che il mondo si divida in due: chi ama i musical e chi invece non li sopporta proprio. Da amante del genere, mi interrogo da anni sul motivo per cui i film musicali siano in grado di generare nel pubblico un forte sentimento di odio o, al contrario, un amore appassionato che li rende film da vedere e rivedere, cantandone le canzoni e mimandone le coreografie.
Se siete tra gli amanti del genere, forse, non avrete bisogno di essere convinti a dare una possibilità a questa miniserie – sei episodi da trenta minuti, di cui i primi due già disponibili sulla piattaforma – ma se invece appartenete alla schiera dei detrattori del genere, potreste pensare di dare comunque una possibilità a Schmigadoon! in virtù della sua leggerezza, che la rende una serie perfetta da godersi in piena estate.

Schmigadoon

Dietro a Schmigadoon!, nei panni di creatori, sceneggiatori e produttori esecutivi troviamo Cinco Paul e Ken Daurio, coppia conosciuta dal vasto pubblico come gli sceneggiatori dei tre capitoli di Cattivissimo me e Pets – Vita da animali, mentre alla regia risalta il nome di Barry Sonnenfeld, già regista de La famiglia Addams, Wild Wild West e la trilogia di Men in Black. La storia nasce nella mente dei creatori come una rivisitazione di un musical di Broadway – diventato nel 1954 un film con Gene Kelly – dall’assonante titolo di Brigadoon, in cui una coppia di amici newyorkesi, perdutasi nelle higland scozzesi, raggiunge il villaggio di Brigadoon, un luogo in cui “un estraneo può restare se ama qualcuno […] di Brigadoon, abbastanza da voler rinunciare a tutto e stare con quell’unica persona”. Cinco Paul e Ken Daurio, però ribaltano la premessa, facendo sì che a trovare la strada per Schmigadoon sia una coppia in crisi, a cui non sarà permesso di lasciare la città finché non troveranno il vero amore, dentro o fuori dalla relazione.

Perdersi e ritrovarsi

Melissa e Josh, dopo tre anni di relazione, decidono – in realtà quella che decide è Melissa – di salvare il loro rapporto da una fine lenta e dolorosa partecipando a un seminario sull’amore tenuto nei boschi da una coppia di vecchi hippie. Dopo che Josh perde il cuore di Melissa e i due si perdono nei boschi, si ritroveranno a Schmigadoon, un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato al 1940 e in cui la metanarrazione la fa da padrona. Se infatti i due protagonisti credono, inizialmente, che la popolazione della cittadina si stia esibendo per loro avendoli scambiati per turisti, in breve tempo si renderanno conto di essere finiti dentro un musical e che gli abitanti di Schmigadoon non hanno neanche la percezione delle loro performance. Questa cornice permette a Josh e Melissa di farsi portatori dei pensieri di chi guarda la serie, commentando per esempio il color-blinding cast che vede persone nere e asiatiche tra gli abitanti della cittadina, in dissonanza con il percepibile disappunto di Mrs. Layton, la moglie del reverendo, nello scoprire che Melissa e Josh sono una coppia, per giunta non sposata.

Schmigadoon

Vista dall’esterno, Schmigadoon! sembra una grande riflessione sui prodotti del passato, quelli che, visti con la lente di una sensibilità contemporanea, fortunatamente sempre più attenta al razzismo, il sessismo e l’omolesbobitransfobia, hanno bisogno di essere in qualche modo spiegati e contestualizzati per permettere al pubblico di fruirne in modo consapevole. Ecco allora che Melissa si trova a puntualizzare come sculacciare la propria dolce metà sia qualcosa di accettabile in un contesto consensuale, laddove in prodotti non più recenti il concetto di totale proprietà dell’uomo sulla propria donna era scontato e comunemente accettato (non che oggi questa visione sia definitivamente scardinata, come certi reality show che hanno purtroppo raggiunto una grande popolarità di pubblico giustificata con un ingiustificabile “lo guardo per il gusto del trash” ci ricordano). Schmigadoon! è un prodotto ben consapevole dell’alto grado di stereotipizzazione presente nei musical e trasforma questi cliché  – la rigida moglie del reverendo, la lolita figlia del fattore, il giostraio donnaiolo (Aaron Tveit, l’unico attore in grado di essere sexy anche in dolcevita e pantalone a vita ultra-alta) – in uno dei motori della storia.

Più che la relazione tra Melissa e Josh – che si muove sui binari di un’eteronormatività ancora legata al concetto di true love e di totale dedizione all’altro come unica forma di amore che dura (che tuttavia potrebbe essere decostruito nel proseguire della vicenda) – la curiosità di chi guarda viene suscitata dalla cornice che presenta il mondo musicale come un passato in technicolor che risulta però anacronistico per la protagonista (ancora più che per il protagonista), affascinata dalle coreografie di gonne e bretelle, ma consapevole della distanza tra Schmigadoon e il mondo vero. Sebbene questa dinamica sia a malapena accennata nei due primi episodi, e nonostante non possa prevedere gli eventi futuri, Schmigadoon! resta una serie consigliata per il divertimento e la leggerezza che trasmette con ogni canzone e in gran parte dei dialoghi (non senza cadere talvolta in battute che avrebbero – forse – fatto ridere cinquant’anni fa, ma diamo agli sceneggiatori il beneficio del dubbio che siano scelte fatte per regalare a chi guarda esempi di umorismo che siamo pronti a lasciarci indietro senza rimpianti). Se amate i musical, insomma, avete trovato il vostro guilty pleasure estivo e se non vi piacciono, beh, c’è sempre una prima volta, no?

Angela Bernardoni
Toscana emigrata a Torino, impara l'uso della locuzione "solo più" e si diploma in storytelling, realizzando il suo antico sogno di diventare una freelancer come il pifferaio di Hamelin. Si trova a suo agio ovunque ci sia qualcosa da leggere o da scrivere, o un cane da accarezzare. Amante dei dinosauri, divoratrice di mondi immaginari, resta in attesa dello sbarco su Marte, anche se ha paura di volare. Al momento vive a Parma, dove si lamenta del prosciutto troppo dolce e del pane troppo salato.