Non è la prima volta che si sceneggia la morte del più popolare X-Man di sempre, era già successo diversi anni fa con Le Ere di Apocalisse, ma in quel caso fu una bufala. Perché si sa, Wolverine non può morire. Non lui, l’artigliato e nerboruto canadese, diventato negli anni sempre più celebre anche grazie al volto di Hugh Jackman. Non lui, ormai parte di ogni supergruppo possibile, che abbia o meno la X nel nome. Non lui… ma siamo sicuri che sia così? Se lo devono essere chiesti anche in casa Marvel, ed in effetti una risposta non è tardata ad arrivare… e così proprio nell’anniversario dei suoi 40 anni editoriali, Wolverine si lancia nel suo ultimo ciclo di storie dove “ultimo” nel linguaggio dei fumetti, non vuole mai dire niente di concreto, eppure fa comunque effetto l’arrivo del ciclo di storie “Morte di Wolverine” che proprio questo mese prenderanno il via oltreoceano, e che dureranno sino al prossimo anno. Come forse (non) saprete, dopo essersi unito ad una speciale squadra di Vendicatori composta da Cap, Wolvie si era lanciato in una avventura solitaria dove, sfortunatamente, aveva contratto un virus in grado di annullare i suoi poteri. Un’occasione troppo ghiotta per i suoi nemici, che partendo da Omega Red sino a Lady Deathstrike si sono visti tra le mani un piatto troppo ghiotto, nonché la possibilità di pagare anni e anni di mazzate e “debiti”. La caccia all’uomo comincerà quindi con un ciclo di storie “di preparazione” della durata di tre mesi e dall’emblematico titolo “3 mesi per morire”. Un arco dal ritmo serrato in cui l’autore, Charles Soule, promette di riportare in scena nemici vecchi e nuovi per una royal rumble che farà la storia del fumetto americano. Quale sarà l’esito di questo primo ciclo? È lo stesso Soule a arci un indizio nel corso di una recentissima intervista:
“Volete sapere come finisce? Wolverine muore! Sapete la fine, ma non è di questo che parla il libro in realtà. È su come Wolverine approccia la sua mortalità. Ognuno dei quattro numeri ha un fulcro diverso, con diversi periodi di tempo e diversi Logan. Ci sono state così tante sue versioni, così tante e diverse parti, e il mio obiettivo è di avere Logan che pensa a tutte queste diverse parti di se stesso mentre la sua vita se ne sta andando”.
Al termine di 3 mesi per morire sarà la volta dell’evento vero e proprio. Con “Morte di Wolverine” vivremo le ultime ore di vita di Logan, e sarà un momento di forte commiato, in cui il personaggio si approccerà a quella che si considerava una chimera della sua esistenza: la Morte. Come affronterà Logan il momento finale? A cosa penserà, a cosa si riallaccerà? Ma soprattutto: chi lo ucciderà? Le congetture sono tante, ed anche se è lecito aspettarsi un rilancio del personaggio dopo qualche tempo (del resto Wolvie era, ed è, uno dei personaggi che vende di più!), sarà impossibile non trattenere qualche lacrima. Ma Wolvie non è solo un personaggio figo che vende tonnellate di carta, è ormai una parte fondamentale dell’universo degli uomini X e dell’Universo Marvel in generale. Grazie alla notorietà avuta soprattutto nell’ultima decade, Wolvie è infatti entrato a far parte di tanti (forse pure troppi) gruppi diversi, riservandosi anche molte comparsate su testate minori. La sua morte non è un evento che passerà inosservato, ed anzi, probabilmente avrà una marea di conseguenze sull’universo mutante, a maggior ragione perché va a sommarsi alla recente dipartita di un altro caposaldo mutante, il Professor X, e così l’ultimo ciclo di storie, quello che poi chiuderà l’arco narrativo in attesa del futuro del personaggio sarà “The Logan Legacy”, che analizzerà le conseguenze della scomparsa di Mr. Howlett nell’Universo Marvel, e soprattutto in quei personaggi che sono più intrinsecamente connessi al buon canadese, siano essi i buoni o i cattivi. Sette numeri scritti da sette star diverse, in cui ci approcceremo ai sentimenti, agli stati d’animo ed ai turbamenti di volti come Dake, Sabretooth, Tempesta, X-23, Mystica e tanti altri.
Che dire? Noi di Stay Nerd ci riserviamo il diritto di commentare quest’operazione solo alla fine, luna cosa è certa: se da un lato fa strano “uccidere” un personaggio amatissimo ed ancora in vetta alle classifiche, dall’altro non neghiamo la nostra felicità. Non perché Wolverine non lo si ami, ma proprio perché invece siamo legatissimi al personaggio, e siamo coscienti di quanto barbaramente lo sia sia usato per sponsorizzare e lucrare su alcune testate che, altrimenti, non avrebbero goduto dello stesso prestigio. Si era trasformato Wolverine in una sorta di showrunner fumettistico, in un certo qual senso snaturandolo, e portandolo a compiere alcune scelte non proprio azzeccatissime. E così, se ci sembrava perfettamente plausibile come capo di una squadra di mutanti scalciaculi come la nuova X-Factor, come nuovo preside scolastico si sembrava quasi una macchietta, ruolo che pure ha avuto, ma non sempre in modo sagacie e vincente. Uccidere Wolverine, immaginiamo, sia quasi una consacrazione, su tutto perché nel fumetto se non ti ammazzano non sei nessuno, quanto poi ci pare il metodo perfetto per dare un reset brusco a tutta la continuità che, ne siamo certi, grazie all’attesissimo sequel di Origins, darà al canadese una nuova e più equilibrata grinta editoriale. O almeno è quello che ci auguriamo a suon di SNIKT!