Gli archetipi dei segni zodiacali spiegati attraverso i personaggi della letteratura: una rubrica di Diletta Crudeli
È il momento di ripartire da capo. Dopo che la collettività, l’unione e la crescita hanno preso forma, o almeno ha preso forma la comprensione di ciò che essi significano per ciascuno, si torna indietro, all’impulso iniziale: Ariete coincide con la primavera, con gli inizi, le partenze e le prime scintille del fuoco. Dall’animale veloce e saettante che era Pesci, ci rendiamo conto che anche il viaggio zodiacale parte in forma animale, con quella che altro non è una capra selvatica.
Come altri segni (vedi Scorpione o come si vedrà Leone), Ariete soffre nella cultura popolare di una visione ormai stantia, figlia di un’astrologia basata su visioni lapidarie ed escludenti. In quest’ottica deleteria Ariete è virilità, potere, arroganza.
Quello che sicuramente è vero è che il segno, che appunto corrisponde a un inizio, è puro impulso. Ciò tuttavia non significa che questo sia vago, privo di direzioni e semplice gesto di potere, anzi. La capra che è Ariete spinge per darsi da fare, per sé stessa e per gli altri. È un animale che conosce i confini e sa quando è necessario ampliarli, quali sono i bisogni e i desideri che possono, anzi devono, prendere forma. Lottare, per Ariete, non è mai una domanda, ma una necessità.
Se c’è un personaggio che può corrispondere ad Ariete, alla sua voglia di partire, darsi da fare e scoprire questo non può altro che essere Ged, il protagonista (almeno nel primo romanzo) della saga di Terramare (Earthsea) di Ursula K. Le Guin.
Ged, conosciuto anche come Sparviere – ma i veri nomi sono una faccenda delicata negli universi fantastici – è un giovane ragazzo che vive nell’isola di Gont, una delle tante nell’immenso arcipelago immaginato da Le Guin in questa saga. In principio apprendista di un vecchio mago, Ged decide che i suoi poteri possono crescere, che esiste molto altro da scoprire, e parte quindi per Roke, l’isola in cui si trova la più nota scuola di magia di Earthsea.
I poteri di Ged crescono, la sua intraprendenza cresce. Cresce la voglia, un bisogno fisico, di andare ancora più in là, fare sempre di più. Fino, è chiaro, all’errore.
Ged non si ferma, e ovviamente cerca di rimediare. Quindi parte di nuovo. Nello scontro finale di questo primo romanzo, il giovane mago deve fare i conti con un’ombra che altro non è che lui stesso. E proprio per questo non c’è un party di personaggi ad aiutarlo in quest’impresa. Ged, in ogni romanzo, agirà sempre secondo i suoi istinti. Tuttavia poco a poco i suoi poteri saranno messi ad uso delle necessità. Per Tenar, la sacerdotessa delle Tombe di Atuan nell’omonimo secondo volume, o il Principe Arren.
La storia di Ged, ma in generale probabilmente ciò si può dire per tutta la saga, è una storia Ariete perché parla di inizi e di come questi siano eterni. Non c’è mai fine all’apprendimento, alla scoperta e al bisogno di creare qualcosa di nuovo e prezioso.
Ciò che infatti viene scambiata per impulsività in questo segno altro non è che il percepire ogni evento, relazione ed emozione come un nuovo inizio. È voglia di partire, ancora una volta, da capo.
Riscoprire, imparare, e lentamente comprendere che ciò che si sta facendo è qualcosa che può servire a chiunque.
Tenendo conto poi che è una storia che parla anche di equilibri, e questa è l’unica cosa che la trasposizione Ghibli ha azzeccato nel lungometraggio del 2006 diretto da Gorō Miyazaki, è evidente come questa sia una sfida per un segno come Ariete. Ma, proprio perché è una sfida, questo non si tirerà indietro.
Così il romanzo di formazione non è tale solo per Ged, ma per chiunque rientri nel suo raggio d’azione. Si tratta di crescere e migliorare, insieme. Ovvio che resta comunque palese il fatto che Ariete non riesce a costruire con cura e pazienza. Da Bilancia, sul lato opposto dell’asse, il segno potrebbe imparare a trovare compromessi, vie di mezzo. Ariete, quello è tutto vero, non ne possiede. Risulta brutale in ciò che dice e fa perché non ha tempo di spiegare, non ha tempo di preparare delle fondamenta. Se non ha ansia da prestazione è perché come segno solare questo è libero da pensieri intrusivi: esiste solo l’avanti, e la possibilità, anzi necessità, di raggiungere l’obbiettivo.
La saga di Terramare parla di cose piccole che diventano grandi, forze che crescono e comprendono quale è il loro posto nel mondo, o almeno potrebbe diventarlo. Parla di confini che si allargano, fino a svanire e diventare un unico centro. Il fuoco Ariete che anima Ged in queste imprese è quello che vuole a tutti i costi immaginare, che anche intorno alle braci spente trova l’occasione per raccontare un’altra storia. È il primo fuoco che immagina, ed è da qui che tutto inizia.
Articolo scritto da Diletta Crudeli, editrix, curatrice e scrittrice, autrice dell’oroscopo letterario di onlyapapermoonblog.