Gli archetipi dei segni zodiacali spiegati attraverso i personaggi della letteratura: una rubrica di Diletta Crudeli
Cancro è il segno che inaugura l’elemento acqua nella ruota dello Zodiaco.
È una creatura piccola ma ben corazzata che viene dopo impeti, costruzioni e riflessioni ed è un segno che ci accoglie in un luogo (la Quarta Casa) che corrisponde alla famiglia, allo spazio sicuro in cui siamo cresciuti. Ma quel luogo viene smontato, ricostruito altrove. Cancro infatti ci parla di crescere in un senso nuovo e particolare perché è proprio questo il momento in cui l’acqua decide che forma assumere, comportamento ovviamente letto nella solita astrologia rimasticata, come infantile. Ma basti pensare che quando la parola ancora non prende forma ad alta voce quello che possiamo fare è questo: immaginare, scrivere, ricordare.
Quello che Cancro sente, ci insegna lo Zodiaco, è solo la risposta più naturale e genuina a quello che ha intorno. E quello scrivere e quell’immaginare sono legati a doppio filo al segno perché si tratta proprio del romanzare, del narrare e dell’immaginare un mondo diverso a partire dal mondo normale. Ogni modo di scrivere sarà diverso perché diversi, e unici, saranno i modi di sentire. Luna e Venere, nel segno, ci parlano di affidarsi alle emozioni e di stabilire connessioni speciali.
La casa che Cancro lascia e quella che costruisce, sono i primi luoghi sicuri nel mondo, quelli in cui si sceglie come autodeterminarsi.
Il personaggio scelto per questo mese è Lemony Snicket e qui le mille possibilità narrative che il segno d’acqua ci suggerisce già si fanno palesi. Lemony Snicket è sia personaggio finzionale sia pseudonimo dell’autore Daniel Hadler, autore della saga Una serie di sfortunati eventi, Lemony Snicket è personaggio della serie e quindi autore che riporta sulle pagine gli eventi, davvero miserabili in effetti, degli orfani Baudelaire. Autori reali, reporter finzionali. La saga di Snicket è una narrazione cronologica di quello che ai tre orfani accade dopo che i genitori spirano in un incendio misterioso e tutte le conseguenze, come già detto terrificanti, che ne conseguono.
La storia di Snicket è stata riportata in modo abbastanza fallimentare in una pellicola del 2004, che ne tagliava buona parte della trama, ma è stata recentemente trasposta in una serie molto più fedele, disponibile su Netflix.
I tredici romanzi che compongono la storia della famiglia Baudelaire riguardano anche le vicende personali di Snicket stesso e di molti altri. Una storia emotiva, essa stessa probabilmente del segno del Cancro, che racconta dei modi in cui le famiglia nascono, sopravvivono o talvolta si incrinano, muoiono.
Ci sono libri collaterali che svelano misteri e ne aumentano altri, sia sui personaggi che sul mondo enigmatico della saga, come The Unauthorized Autobiography o la serie prequel, con uno Snicket alle prime armi, All the Wrong Questions. Ma ciò che diviene lentamente palese, nella saga stessa, è il rapporto che lega lo stesso Snicket agli orfani. C’è un mistero così semplice, e crudele, che viene sicuramente esplicitato nella raccolta Beatrice Letters, ma che si intravede immeditamente nelle dediche misteriose in apertura dei romanzi stessi. Snicket amava la madre degli orfani Baudelaire.
Di nuovo: ogni emozione è unica, e sta a ciascuno raccontarla come meglio crede.
Snicket, sotto il segno di Luna e Venere, ricorda, tesse la storia, ricostruisce un modo di sentire e cerca di trovare una soluzione. Il racconto sui Baudelaire è, alla fine, la ricerca stessa dei tre orfani, il suo modo di raggiungerli.
E non a caso una frase che potrebbe benissimo dire Snicket stesso, dopo tutto quello che ha passato, la dice in realtà quello che sarebbe tecnicamente il villain della storia. La frase viene pronunciata con mestizia, in forma oracolare, dal Conte Olaf alla fine della saga, nell’ultimo romanzo:
« Non è giusto » disse infine Klaus, ma lo disse così piano che gli isolani probabilmente non lo sentirono. Solo le sue sorelle lo udirono, […] e naturalmente il Conte Olaf, raggomitolato nella grande e vezzosa gabbia come una bestia catturata, che fu l’unico a rispondergli.
« La vita non è giusta » disse, con la sua voce non contraffatta, e per una volta gli orfani Baudelaire furono perfettamente d’accordo con lui.
La battuta è sicuramente condivisa da Snicket che la riporta e ne avrebbe tutte le ragioni del mondo. E alla fine forse, sempre tracciando segni zodiacali immaginari, Olaf è proprio Capricorno, al capo opposto rispetto al sentire Cancro. E dato che si tratta di un asse zodiacale, questo è proprio il senso finale perché i due segni imparano uno dall’altro. Costruire un modo di crescere e raccontarsi diverso, capire come trovare una soluzione, attraverso le parole, attraverso i ricordi che si sceglie di evocare per trovare un tipo di finale differente.
Articolo scritto da Diletta Crudeli, editrix, curatrice e scrittrice, autrice dell’oroscopo letterario di onlyapapermoonblog.