Là dove nessuno è venuto mai
Recentemente Netflix ha proposto una serie televisiva dai tantissimi pregi: The Expanse, una sorta di thriller fantascientifico che cerca di essere quanto più realistico possibile. Quella serie presenta uno dei suoi protagonisti, il futuro Capitano Holden in una rovente scena di sesso a gravità zero con la sua compagna, in un amplesso tanto acrobatico quanto… beh, sbagliato (almeno in parte). In questo articolo ci occuperemo proprio di tutti quegli aspetti scientifici e poco pruriginosi che accompagnano una delle cose più belle del mondo: il sesso e la sua conseguenza (talvolta voluta, talvolta temuta), il concepimento, fino alla nascita. Ovviamente, gli argomenti trattati sono inquadrati in una prospettiva seria e ponderata: va da sé che, se per qualche motivo la cosa non vi piace lo stesso, beh, siete pregati di cliccare altrove. Altrimenti, siete ben consapevoli che parleremo di organi genitali, eccitazione ed eccitamento, procreazione e nascite.
Siete pronti?
Perché?
La prima domanda che uno dovrebbe porsi a questo punto è: perché diavolo è venuto fuori questo argomento? Beh, la risposta sicuramente è dentro di voi, ma è sbagliata, per questo ve ne forniamo un’altra più appetibile e più contestualizzata. Il futuro è inevitabilmente puntato verso il volo interstellare, che sia per arrivare sulla Luna, su Marte, o per gli amanti delle sfide estreme, magari per spingersi di corsa verso la Nebulosa di Andromeda. È ovvio che queste speculazioni non riguardano qualcosa che accadrà la settimana prossima, e neanche quella dopo, ma sicuramente la rotta dello sviluppo della razza umana la porterà lontano dalla nostra atmosfera.
Una fetta di scienziati, sicuramente degli inguaribili ottimisti, continuano a ricordare che i nostri amati dinosauri sono stati vaporizzati da un meteorite abbastanza pesante da sconquassare tutto l’ecosistema terrestre. Se una cosa del genere è avvenuta una volta, allora possiamo stare relativamente certi che accadrà anche una seconda. È bene farsi trovare preparati, avere un piano B: abbiamo sicuramente una squadra suicida pronta a distruggere il nostro meteorite a suon di bombe atomiche per evitare l’Armageddon, con una bella canzone degli Aerosmith di sottofondo, ma la scelta migliore sarebbe abituarsi all’idea di dover lasciare la Terra per salvarsi la pelle…
È questa idea dei lunghi viaggi nello spazio a sollevare interrogativi di ogni genere, tra cui appunto, la socialità e la sfera sessuale sviluppata in assenza di gravità, o meglio, in microgravità.
Zero-G Spot
Partiamo dal presupposto che siamo allegramenti sospesi nella nostra amata stazione spaziale e abbiamo questo incredibile desiderio di darci dentro con la/il nostra/o partner. Da dove iniziare? Qualche notizia blanda di fisiologia umana applicata alla gravità ridotta potrebbe darci degli indizi su cosa andiamo incontro. First: noi ci siamo evoluti sotto l’influenza della forza di gravità e il nostro corpo la sfrutta a suo vantaggio per far funzionare le cose nel migliore dei modi. A Zero G, chi ne soffre immediatamente e deve riadattarsi al volo (è il caso di dirlo) è il nostro sistema cardiovascolare. Sospesi nella nostra stazione spaziale, il nostro sangue automaticamente si concentra tutto nella parte alta del corpo, il torace e la testa, mettendo a dura prova il nostro cuore e i nostri polmoni, e il cervello ovviamente. Se per qualche motivo il sangue rimane intrappolato in queste zone, si possono sviluppare situazioni spiacevoli e delicate come l’Edema Polmonare e l’Edema Cerebrale, che sono appunto un accumulo di liquidi in questi organi. Per evitare questi inconvenienti, gli astronauti sostengono un duro allenamento e uno strettissimo controllo medico.
Dopo questa premessa, allora c’è da chiedersi se per noi maschietti la ridistribuzione del sangue potrebbe in qualche modo alterare la funzione erettile… Beh, abbiamo delle ottime notizie da questo punto di vista da parte di Mike Mullane, astronauta e autore di uno dei libri sull’avventura spaziale più divertenti, irriverenti e veri che siano stati scritti.
In Riding Rockets: The Outrageous Tales of a Space Shuttle Astronaut, tra i mille aneddoti della vita intorno alla Terra, Mullane racconta di quello che chiama “Morning Viagra Effect“, una prodigiosa erezione mattutina dovuta appunto alla ridistribuzione del sangue all’interno del corpo… Certo, il “durello spaziale” aveva anche i suoi effetti collaterali: talvolta era quasi incoercibile e poteva diventare doloroso. Per fortuna, a suo dire, grazie al solo pensiero della quantità di esperimenti e lavoro che lo aspettava, il Viagra Effect passava senza lasciare traccia. Ma avrebbe fatto la sua comparsa di mattino in mattino, ancora e ancora…
Ottimo, no?
Anche le donne possono godere di un bel po’ di vantaggi da Zero G e da ridistribuzione dei fluidi. Le gambe tendono a essere più snelle, visto che il sangue defluisce in parte lontano da loro. E che dire del volto che diventa leggermente più tondo e morbido alla vista e più giovane, visto che tutte le rughe sono appianate e spariscono senza lasciare traccia? È il lifting spaziale che tutte stavate aspettando. Ma il vero miracolo sta nei seni: per la prima volta si possono sperimentare le tette anti-gravitazionali che abbiamo visto per anni nei cartoni animati giapponesi e nei videogame! Non ci sarà bisogno di nessun push-up, perché i seni rimarranno in piedi e dritti da soli!
Di Bondage e di Delfini
Dopo questo bel carico di belle notizie, ottime per caricare gli animi e sollevare il morale, veniamo invece alla cruda realtà: il sesso nello spazio è un gran casino, per un sacco di motivi. Per spiegarveli meglio scomodiamo il caro vecchio Newton, che con i suoi princìpi ci ha fatto un sacco di soldi. L’attività sessuale è nella sua accezione più pura una vera e propria danza mista a lotta, fatta di movimenti veloci, ritmici, di incontri e scontri di corpi, trascinati dalla passione. Ecco, tutto questo a Zero G non è piacevole, non è sicuro, non è facile.
Partite dal presupposto che se si imprime una forza a un corpo, questo si muoverà indefinitamente fino a quando non incontra un ostacolo. Boing! Inoltre, se due corpi si urtano, reagiranno, sempre secondo quel guastafeste di Newton, rimbalzando e allontanandosi l’uno dall’altro, perché a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.
Sì, è così: fare sesso a zero G potrebbe essere un ottimo modo per procurarsi traumi cranici e braccia rotte, perché a ogni botta corrisponde una “contro-botta”, e poi si passerebbe gran parte del tempo a inseguire il partner in giro per la stanza. Vi ricordate la scena di The Expanse, quella citata all’inizio? Per questo è leggermente sbagliata: i due attori non avrebbero mai potuto stare così avvinghiati in assenza di gravità a spassarsela in barba alle leggi della fisica. Ma d’altronde la sospensione di incredulità serve anche a questo…
Come ovviare a questo incomodo?
Ci stanno pensando in molti, e tra quelli che più di tutti si sono avvicinati a una parziale soluzione c’è la scrittrice-poetessa-inventrice Vanna Bonta, italo-americana appassionata di space engineering che detiene un bel po’ di brevetti. Lei e il marito hanno ideato e realizzato quella che viene chiamata 2Suit (vestito per due). Questa è una coppia di tute spaziali (una per lui e una per lei, al di là delle distinzioni di genere, please!) cucite in maniera tale da attaccarsi l’una all’altra con un sistema di velcri e asole. In questa maniera, i due “tutati” possono stare vicini vicini in un esempio di soft-bondage spaziale. Il vantaggio è che, appunto, gli amanti possono divertirsi senza sparpagliarsi per la stanza e inseguirsi ogni momento. Questo tipo di invenzione è stata collaudata in parte (senza consumare, per intenderci, ma limitandosi a un casto bacio) su un Boeing modificato per simulare la microgravità, in mini sessioni amatorie di 30 secondi in cui i coniugi hanno provato con successo a imbracarsi l’uno all’altro.
Per quanto interessante, la 2Suit risolve in parte solo uno dei problemi fisici dell’amore a Zero G: infatti, comunque, anche se perfettamente connessi (sia con la stoffa che con il ‘cuore’), i due amanti si troveranno a fluttuare senza ritegno nel loro love hotel spaziale, con il rischio tangibile di cozzare contro le pareti e il mobilio. Per questo, la fantasia e i calcoli scientifici di ingegneri spaziali coinvolti in queste speculazioni hanno messo a punto progetti e presentato idee tra le più disparate, partendo da soluzioni già presenti (come il sistema per fare tapis roulant o cyclette sulla attuale stazione spaziale) e arrivando a mettere insieme mix di velcro, elastici, cinture, nastro adesivo, in un intricato inferno bondage che farebbe felice ogni amante del kinky. Una soluzione più interessante e più avventurosa è lo Snug Tunnel, una versione per adulti e senza gravità del tunnel che usano i bambini e i gatti per divertirsi. In questo tunnel, le pareti sono imbottite, la luce è soffusa e proviene dal fondo (la luce in fondo al tunnel…) e gli amanti possono trovare un momento di intimità senza necessariamente rischiare l’osso del collo o altri tipi di fratture più dolorose e inusuali.
Un’altra tecnica, un po’ meno pratica, ma sicuramente molto trasgressiva è la cosiddetta three-dolphin technic. Secondo alcune voci non confermate da nessun biologo marino, pare che durante l’accoppiamento di due delfini ne intervenga un terzo che ha il compito di tenere gli altri due in posizione, aggiustandone le angolazioni o direzionandoli nel momento giusto. Traslando tutto nello spazio, in pratica dovrete invitare un amico o un’amica a farvi da direttore d’orchestra… Non vogliamo andare oltre, ma sappiamo già che lo state facendo voi di vostra spontanea volontà.
Hotter and hotter
Non crediate che i problemi degli amanti spaziali siano finiti qui! Anzi, abbiamo appena grattato la superficie: due persone che si divertono allegramente producono gemiti, grugniti e soprattutto calore e secrezioni, siano esse di sudore o di altra natura. A parte i gemiti e i grugniti, il resto è piuttosto fastidioso in assenza di gravità e tutto è esacerbato dall’eventuale 2Suit, una perfetta imbracatura fatta per sudare e dimagrire. Come ha mostrato Chris Hadfield sulla stazione spaziale qualche settimana fa, l’acqua non viene strizzata facilmente da un panno bagnato. Alla stessa maniera, i liquidi in generale in assenza di gravità fluttuano dispersi in goccioline semplici. Laddove noi siamo abituati a vedere scorrere dei flussi, a Zero G quello che si avrebbe sarebbero delle bellissime perline che catturano i raggi di luce come piccoli barbagli di argento. A parte questo, le goccioline così sospese, per quanto belle, sono pericolose: possono finire in un occhio, possono finire in bocca, possono essere inalate, cioè finire in trachea e dare soffocamento.
Quindi, l’amore potrebbe trasformarsi in una sorta di corsa a ostacoli, laddove non si può neanche correre…
La 2Suit inoltre, intrappola al suo interno una bolla d’aria che diventa sempre più bollente man mano che passa il tempo e che vengono bruciate calorie sull’altare dell’amore, e questo dà il via a un circolo vizioso, dove il calore produce sudore che viene scaldato e produce altro calore e via così, fino a esaurimento scorte. Alla stessa maniera, i capelli lunghi sono bellissimi sulla Terra, ma sarebbero di totale impaccio e impiccio nello spazio. Come abbiamo visto mille volte, i capelli si dispongono a raggiera intorno alla testa, fluttuanti e morbidi. Ora, immaginate di dovere stare a piccolissima distanza da quei capelli, una cosa inevitabile in caso di contatto fisico prolungato: il rischio di mangiare capelli, inalarli, trovarseli negli occhi è purtroppo molto concreto. Certo basta trovare una posizione dove non ci sia tutta questa “trico-promiscuità” e il gioco è fatto!
I liquidi biologici, a dirla tutta, non sono un problema solo per chi li produce mentre si diverte. Purtroppo bisogna fare i conti anche con l’eventualità che pulire una stazione spaziale sia cosa piuttosto complicata. E dover andare a cercare quella maledetta goccia di sperma che si è spiaccicata dietro la paratia diventa un problema imbarazzante e frustrante allo stesso tempo. Per questo, almeno se lo scopo è puramente ricreativo, si consiglia sempre di usare un condom o altro tipo di ricettacolo, almeno per quei liquidi che potrebbero essere dannosi alle apparecchiature…
A proposito di apparecchiature: l’attività sessuale è un’attività ad alto contenuto energetico, perché è facile lasciarsi prendere dalla foga. Ora questo è un problema non da poco, anche se si è imbracati, allacciati gli uni agli altri: ogni movimento sussultorio e vibratorio viene in qualche modo trasmesso alla stazione spaziale che inizierebbe e vibrare e reagire al nostro divertimento, con buona pace della privacy e delle apparecchiature costosissime e delicatissime che ci sono dentro. Sarebbe bellissimo essere catturati da un telescopio amatoriale mentre si fa saltare su e giù un’intera stazione spaziale, con tanto di pannelli solari appannati, modello Jack e Rose sul Titanic.
Nuove posizioni alla Nasa
Se state pensando che tutto questo discorso sia nato da un nuovo interesse della NASA in ambito sessual-spaziale, allora dovrete purtroppo calmare i vostri animi. Come molte agenzie governative americane, la NASA ha una policy molto stretta per quel che riguarda la sfera sessuale e la motivazione sta tutto nella percezione che l’opinione pubblica avrebbe dell’Agenzia. Chi paga le tasse e quindi finanzia le attività della NASA non vuole che i suoi soldi servano a far fare sesso a un mucchio di astronauti in calore. Purtroppo questa visione un po’ bigotta e ristretta della ricerca spaziale è molto radicata, tanto che è vietato per gli astronauti contrarre matrimonio, o altri tipi di rapporti interpersonali, almeno ufficialmente, e ultimamente sono state redatti anche nuovi dress code da rispettare nei collegamenti con la terraferma!
Esiste una eccezione a tutte queste regole e risale al 1992, in occasione della missione STS-47. In essa erano stati ingaggiati Mark Lee e Nancy Jan Davis, insieme ad altri sei colleghi. I due si erano conosciuti durante il training e si erano piaciuti sempre di più. La loro storia era stata tenuta sotto silenzio fino a poco prima del lancio, quando hanno annunciato di essersi appena sposati! Ovviamente dati i tempi stretti a disposizione, la NASA decise di fare un’eccezione e di permettere alla coppia di volare nello spazio, regalando loro la più bella, forse, luna di miele della storia.
Con queste premesse, va da sé chiedersi se i due coniugi abbiano o meno consumato le loro nozze e questa domanda è saltata fuori in molte loro interviste. I due hanno sempre negato qualsiasi coinvolgimento sessuale durante la missione, ma il dubbio resta…
Piccola pausa di riflessione
Con la storia dei coniugi Lee e Davis, ci lasciamo per un po’ prima di affrontare un altro argomento intimamente collegato al sesso nello spazio: la procreazione, il concepimento e la nascita a Zero G. Restate in linea!