Su Netflix è disponibile in streaming la nuova serie erotica Sex/Life
Sex/Life, ovvero sesso o vita. La nuova serie Netflix arrivata in streaming il 25 giugno parte subito con il mettere in chiaro, sin dal suo titolo, che per la showrunner Stacy Rukeyser pare non possa esserci la possibilità di conciliazione tra le due cose.
Per Billie (Sarah Shahi), la protagonista, gli orizzonti di vita si muovono tra due poli opposti: da una parte c’è il focolare, il ventre familiare composto dai due figli e dal perfetto e in carriera marito Cooper (Mike Vogel), tutto giacca e cravatta; dall’altra la tenebra affascinante che torna dal passato e si estende sopra le certezze di un vivere quieto, l’ex fidanzato Brad (Adam Demos) vestito di giacca di pelle e jeans scuro, con il quale Billie ha un conto in sospeso.
I dilemmi tra il matrimonio e le esperienze extraconiugali
Insomma, per farla con riferimenti alti che Sex/Life assolutamente non merita (lo diciamo immediatamente), la tensione è tra l’eros e il thanatos. Nel mezzo c’è appunto una protagonista scissa tra i desideri del ciò che era prima e i doveri di un amore coniugale vissuto, in particolare dal partner, come istituzione sacra e inviolabile. Billie è sempre stata una libertina e ci viene presentata come tiepido vessillo di un’emancipazione femminile del sapere cosa volere, nonostante in più di un’occasione l’unico giudizio morale sulle azioni del passato vengano messe in bocca proprio a lei.
Ma possibilità di degna caratterizzazione di un personaggio femminile a parte, Billie è immediatamente posta come combattuta nel tentativo di far combaciare la sua necessità di brio alla volontà di mantenersi salda all’interno del matrimonio dove pare non trovare sufficiente soddisfazione sessuale.
Per questa ragione inizia a scrivere un diario di memorie amorose, dove le sue fantasie delle esperienze vissute passate trovano valvola di sfogo mentre nel frattempo i tentacoli del bello e tormentato Brad tornano a muoversi. Le complicazioni sono chiaramente dietro l’angolo e non si impiegherà molto perché anche il ligio Cooper venga investito da una valanga di sentimenti e situazioni contraddittorie.
Sex/Life promette scintille ma l’erotismo è scialbo e ripetitivo
Ma come si fa a mantenere alta l’attenzione su di una giostra di eco ripetitive e sciatte come lo è la narrazione degli otto episodi da cinquanta minuti della serie? Inserendo costantemente il nudo, almeno una o due volte a puntata, posto come motore di sequenze di sesso brutte, meccaniche e che lasciano praticamente tutto al campo esclusivo della fantasia, dove l’unico accento può essere quello sul seno o sull’addominale scolpito, puri oggetti da esposizione.
Qui Sex/Life rende esplicita la sua natura da prodotto interlocutorio rivolto a un pubblico prettamente femminile in cerca di un punto di evasione all’interno della monotonia di una vita fatta di stress, figli e magari mariti pigri. La serie cerca di intercettare le desperate housewives tramite la costante voice over della protagonista e di offrire subito sul piatto un qualcosa di facile e immediato consumo, senza troppi fronzoli e ghirigori.
Il fatto è che se pensato sotto quest’ottica Sex/Life può avere anche un senso di esistere, ma non riesce a vendersi offrendo un qualcosa di leggermente più elaborato sul piano della narrazione (che, alla fine, conta davvero poco), e soprattutto tira il freno a mano ogni qual volta che potrebbe spingersi un po’ più in là anche sul lato dell’erotismo che eppure è pietanza principale e abbondantemente abusata. Per dire, abbiamo visto più falli in Sex Education, serie diametralmente opposta per scopi e target.
Che altro possiamo aggiungere? Ha senso quindi darle una chance? Francamente non crediamo, soprattutto se state leggendo questo articolo. Potete trovare di meglio.