Abbiamo provato in anteprima Shadow of the Tomb Raider: preparatevi per vedere una Lara più determinata che mai!
Il 14 settembre sarà una data importante per il grande seguito degli appassionati dell’avventuriera più longeva dei videogiochi, l’unica, inimitabile, imbattibile, Lara Croft.
Il terzo capito della saga uscita nel 2013, intitolato Shadow of the Tomb Raider, non sarà semplicemente un nuova avventura della spregiudicata archeologa ma punta a completare il suo arco narrativo, svelandoci altri dettagli del suo passato, mettendola davanti a scelte importanti e formando il personaggio che tutti quanti abbiamo conosciuto e amato fin dalla sua primissima uscita, nel lontano 1996.
Stay Nerd ha avuto l’occasione di vederlo in anteprima e di giocare qualche scena della lunga demo preparata per noi e oggi siamo per raccontarvi le nostre impressioni e darvi un piccolo sguardo su questa nuova avventura.
L’attesa demo ci è stata presentata da Jason Dozois, Narrative Director, e Heath Smith, Lead Game Designer, che ci hanno tenuto a sottolineare alcuni aspetti del nuovo gioco.
In primis, riallacciando la trama con il precedente capitolo – Rise of The Tomb Raider, hanno chiarito l’importanza della continuity in termini di sviluppo della storia e dell’evoluzione del personaggio: Lara Croft continua la sua ricerca sui capi di Trinity, l’organizzazione coinvolta nella morte del padre, mentre cerca di fermare un’apocalisse predetta dai Maya. Questi aspetti si rifletteranno sul carattere della ragazza perché la metteranno di fronte a scelte segnanti e difficili, sia per lei che per la sua famiglia e, vista la drammaticità del titolo, anche per il mondo intero.
Il secondo aspetto che è stato sottolineato maggiormente è l’importanza dell’ambientazione, stavolta una giungla di stampo sudamericano, che sarà fondamentale in termini di vantaggi da usare, pericoli da evitare e trappole da superare.
Il tutto per dare una spinta in più sia verso l’open world (in questo terzo capitolo ci sarà un hub centrale, Paititi, da cui potremo partire per la tante missioni secondarie), sia per dare a Lara la possibilità di diventare il personaggio forte e complesso che abbiamo conosciuto, calcolatrice nei confronti degli avversari e capaci di affrontare le difficoltà e uscirne a testa alta.
Le tre principali novità del gioco riguardano infatti la giungla, il percorso che sarà chiamata a fare Lara e un’aumentata difficoltà relativamente alle tombe da esplorare.
Ognuno di questi aspetti ci è stato raccontato sottolineando tre dettagli.
La giungla è considerata parte integrante dell’esperienza di gioco, quasi un altro giocatore che può aiutarci a superare l’avventura indenne: ci fornirà risorse (miscele di erbe per curarsi, affinare i propri sensi fino a un sorte di mini bullet time nei punti avanzati del gioco), ci darà riparo – tramite il camouflage e le ombre che ci aiuteranno nei passaggi più marcatamente stealth – e ci aiuterà nel combattimento attraverso il logorio psicologico dei nemici, che vedranno incarnato in Lara lo spirito del predatore.
I tratti di esplorazione sono stati ulteriormente implementati. Anche in questo caso, le caratteristiche più importanti sono tre: la discesa in corda doppia e l’arrampicata sui muri darà maggiore profondità e vastità al titolo; i passaggi subacquei diventano fondamentali e quindi anche la gestione di una risorsa preziosa come l’ossigeno; in ultimo, è stato ulteriormente ampliato uno degli aspetti che i fan maggiormente hanno apprezzato, nel corso degli scorsi titoli: le sequenze di fuga dalla devastazione a cui un’esploratrice come Lara è sottoposta per forza di cose. Senza farvi particolari spoiler, in questo terzo titolo, possiamo dirvi che l’eroina si troverà a dover uscire indenne da uno tsunami e da un terremoto.
L’ultima novità, in termini di miglioramenti apportati a questo terzo capitolo, si concentra sull’esplorazione delle tombe. Il giocatore sarà chiamato a sfide ancora più complesse, dal punto di vista dei pericoli del percorso, alla difficoltà di comprendere immediatamente il percorso da fare, ai puzzle che sono stati la gioia di ogni fan della saga e soprattutto – ultimo ma non meno importante – sarà messo dinnanzi a delle visioni terrificanti, tra templi sotterranei e vestigia di antiche civiltà.
Alla fine, quindi, siamo riusciti a giocare e a godere di qualcuno di questi aspetti: la demo, proprio dalle parole di Jason Dozois, è una delle più complesse e strutturate che il team abbia sviluppato. Nel tempo passato col pad in mano abbiamo potuto provare varie situazioni differenti, notare gli sviluppi grafici del titolo e assistere a qualcuna delle sequenze più spettacolari.
Ci siamo ritrovati, quindi, dinnanzi alle prime sequenze del gioco e dopo pochi minuti – fondamentali per riprendere il filo della storia – eravamo già sulla soglia di un’enorme tomba sotterranea.
La luce che filtrava dall’alto ci ha dato immediatamente conto della vastità dell’ambiente e della qualità grafica del titolo: lo sguardo poteva spaziare libero ovunque e siamo riusciti a cogliere la qualità dei dettagli a partire dalle particelle di polvere nell’aria, per finire sulle antiche rovine, passando per le ferite sul corpo di Lara.
La sfida a cui siamo stati chiamati prevedeva quasi tutti gli aspetti elencati in precedenza: passaggi inondati dall’acqua (e qui il cambio di luce è stato reso in maniera magistrale), trabocchetti degni della saga e piccoli momenti esplorativi.
L’esplorazione subacquea è sviluppata in maniera particolarmente interessante: oltre all’ovvia gestione dell’ossigeno – quindi il tempo di permanenza non può essere troppo lungo, per forza di cose! – Lara è chiamata a infilarsi in cunicoli stretti e sfuggire a prede o trabocchetti anche in questo ambiente. Confessiamo che questo aspetto, così ben strutturato, ci ha dato quella solita piccola dose di ansia molto realistica e rappresenta una piacevole novità nella routine esplorativa delle tombe (molto spesso utilizzata nelle missioni secondarie).
Il principio delle risorse da collezionare è rimasto lo stesso, dando al giocatore l’impressione di trovarsi in un ambiente tutto sommato rassicurante. Lo stesso dicasi per la gestione del combattimento, invariata rispetto ai due titoli precedenti, almeno per quanto riguarda le ambientazioni urbane (siamo molto curiosi di scoprire il combattimento nella giungla, invece).
Lo stesso può dirsi dell’intelligenza artificiale dei nemici: al di là di provare a nascondersi dietro gli ostacoli tra noi e loro e a coordinarsi nelle tempistiche di attacco, la dinamica del combattimento è rimasta pressoché invariata, con orde di nemici che si abbattono su di noi armi alla mano, cercando di farci fuori a ondate regolari. Una volta ripulita un’area, si può proseguire e via così.
L’ultima sequenza a cui abbiamo assistito è stata tra le più spettacolari: trovandoci di fronte a uno degli antagonisti del titolo, Lara è testimone di un’inondazione che riguarda un intero paesino, spazzato via dalla furia dell’acqua. Questa parte non è stata giocabile così come lo sarà per il gioco una volta uscito ma le premesse sono adrenaliniche, tra fughe sui cornicioni dei palazzi sul punto di crollare, rifugi di fortuna e precari punti d’appoggio.
Il mood generale delle varie fasi di gioco che abbiamo testato (esplorazione della tomba, combattimento e fuga da una catastrofe) è molto fedele al tono della serie, con quel tocco in più, tra varietà delle erbe da usare, tipo di attacco e approccio al nemico, che dà l’impressione di trovarsi a maneggiare un personaggio più complesso e consapevole delle sue mosse.
In ultima analisi, possiamo dire che questo terzo titolo della saga non deluderà i fan, dando loro modo di seguire l’ultima parte delle avventure dio Lara Croft, vedere la sua evoluzione e assistere alle dure scelte che dovrà prendere. Il tutto senza dimenticare gli aspetti che hanno decretato il successo della saga.