Ho appena finito di vedere l’evento dedicato a Silent Hill organizzato da Konami e non so bene cosa pensare…
ono anni che aspettiamo che Konami dia segni di vita – o meglio segni di interesse – verso quelle IP che l’hanno portata nell’Olimpo degli sviluppatori giapponesi. Ormai nessuno ci sperava più. Anzi! Quasi si temeva per la riesumazione di brand storici da parte della stessa, oggi come oggi dipinta – a ragione dico io – come una azienda totalmente avulsa dal contesto creativo e dall’orgoglio artistico con cui ci piace ricordarla.
Cosa potrebbe mai fare oggi Konami se tirasse fuori i nomi di Metal Gear, Castlevania, o Silent Hill? Pachinko, giochini mobile senza arte né parte, mutande brandizzate? In ogni caso, le speranze – o i timori – che avvenisse erano pochi: sono anni che fa orecchie da mercante alle richieste dei fan. Eppure, come un fulmine a ciel sereno (più o meno, visto che i rumors parlavano di un nuovo Silent Hill con insistenza da mesi), ecco che Konami “si sveglia” (o forse sente puzza di profitto mancato) e si ricorda della gallina dalle uova d’oro lasciata per troppo tempo a riposo, presentandoci un evento dedicato a Silent Hill.
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Che dire a riguardo: le sensazioni che mi ha lasciato sono bizzarre e inquietanti e potremmo anche definirle adeguate parlando di Silent Hill, quindi. La prima bombetta è di quelle che non ti aspetti, il remake di Silent Hill 2. Non me lo aspettavo come detto, ma allo stesso tempo, non si può dire che fosse così poco prevedibile. Quale modo migliore per rilanciare il franchise se non ripartendo dal capitolo più amato e rappresentativo della serie?!
Da questo punto di vista Capcom ha fatto scuola e il successo di Resident Evil 2 Remake non è passato inosservato. Bene, fantastico! In cuor mio davvero non potevo desiderare di meglio. Tuttavia… cos’è questa brutta sensazione? Non me la so spiegare bene. Vedo il trailer, vedo questo focus su elementi iconici della serie, la scena dello specchio nel bagno, gli “scleri” di James Sunderland, Pyramid Head, bastonate alle infermiere demoniache… e percepisco manierismo, percepisco… Non proprio l’ermetismo di Silent Hill 2, ecco.
D’altro canto è materia complessa, delicata, sofisticata, non solo da riproporre in maniera conservativa nella sua messa in scena particolare, nell’implicito significato dietro ogni scelta artistica e creativa, ma anche da “svecchiare”, quanto meno nel gameplay. Qui interviene sempre la sbirciatina fatta verso i colleghi di Osaka, con una bella telecamera in seconda persona si risolve tutto per quel che riguarda la mobilità, ma con il particolare ritmo del gioco come si comporteranno? Della componente enigmistica così esigente dell’originale ma altresì importante per discostare Silent Hill dagli innumerevoli altri horror game che ne faranno? Sono domande importanti.
Domande che un appassionato decide di affrontare con pessimismo o con fiducia. Anche in questo fronte mi sento combattuto. Da una parte il ritorno di Masahiro Ito e Yamaoka potrebbero farmi tirare un sospiro di sollievo sulle vibes del gioco, dall’altra la grafica un po’ bruttina e la scelta dello sviluppatore (qualcuno pensava seriamente che lo sviluppassero internamente?? Suvvia…), Bloober Team, mi preoccupa molto.
Non voglio nemmeno parlare del loro lavoro in termini di qualità, sebbene molti potrebbero dirvi che roba come The Medium o Layers of Fear non rappresentano un biglietto da visita adeguato a chi si cimenta in quella che, voglio ribadirlo, è materia molto complessa. Preferisco invece far notare quanto distanti siano proprio stilisticamente e concettualmente gli standard di questo team polacco da Silent Hill. Quello sì che è preoccupante. Voci di corridoio dicono che saranno marcati stretti da Konami per non uscire dai binari ma ho tanta paura esca fuori una copia sbiadita dell’originale tirata a lucido e priva di anima. Quindi forse non sono così combattuto come pensavo, forse la vedo proprio nera. Ma quanto vorrei sbagliarmi.
Konami come detto scommette tutto sulla nostalgia da Silent Hill 2, ultimo vero momento cult della serie, ci scommette e riscommette, tanto che nel progetto cinematografico annunciato, tra tanti giri di parole del regista Christophe Gans, già autore del primo abbastanza apprezzato adattamento di Silent Hill, a me è parso chiaro che in maniera un po’ confusa il soggetto di questo nuovo film sia di nuovo quello di Silent Hill 2. Che dire in proposito… Considero il film di Gans caruccio ma non meno manierista di quanto mi aspetto sarà questo remake di Silent Hill 2, quindi non lo so, forse sarà un ottimo adattamento di questo nuovo gioco piuttosto che dell’originale a questo punto.
Gli altri progetti sono veramente “evanescenti” al momento, quindi ho poco da dire. Silent Hill Townfall è gestito da No Code e Annapurna, nomi che mi lasciano davvero ben sperare. Sarà senza dubbio un progetto piccolo ma probabilmente ricco di personalità e interessante.
Su Silent Hill Ascension sono veramente confuso. Si parla di un progetto seriale interattivo che coinvolge i nomi di J-J. Abrams e la sua Bad Robot Production. Mi sembra una cosa tanto affascinante quanto veramente difficile da inquadrare al momento. Non vedo l’ora di saperne di più. Infine, c’è Silent Hill f, dove “f” probabilmente sta per flower visto il tema floreale di questo trailer che per chiudere con coerenza, mi ha lasciato alquanto stordito. Ho visto cose fighissime e cose che mi rendono perplesso. Il mood nipponico è sì affascinante ma sembra tutto tranne che Silent Hill. Mi ha ricordato Siren, Fatal Frame, vibes da horror giapponese potenzialmente intrigante ma distanti anni luce da quelle della serie madre.
Che ci sia una volontà futura di stravolgere il franchise per dargli uno spirito totalmente nuovo? In questo caso ha senso riesumarlo? Non era meglio creare una nuova IP? Domande a cui potremmo rispondere solo tra tantissimo tempo visto che verosimilmente il gioco non vedrà luce per un bel po’. D’altro canto, è un trailer che ha aspetti molto affascinanti legati alla sfera horror. Ci ho visto dentro sprazzi di Daikichi Amano, Junji Ito, Shintaro Kago, con una strizzatina d’occhio sadica a chi soffre di tripofobia. Insomma, mi sembra artisticamente e concettualmente ricercato e sofisticato per quel poco che si è visto.
Un evento strano questo imbastito da Konami per portare in auge il nome di Silent Hill. Un evento un po’ ingessato, di facciata, molto – forse troppo – formale, che mi ha convinto a metà, senza lasciarmi esattamente entusiasta sotto nessun punto di vista, nonostante la carne al fuoco non mancasse. Ci vedo luci e ombre in tutti i progetti presentati e forse non ho visto proprio “quel nuovo Silent Hill” che avrei voluto io in mezzo a tutto questo. Pazienza. Speriamo solo che e le alternative non siano poi così male.