Sonic: Il Film, dopo le varie tribolazioni che hanno accompagnato la produzione, arriva nei cinema. E, purtroppo, le preoccupazioni hanno trovato conferma.
È opinione comune che i film tratti dai videogiochi non riescano bene. Un’opinione peraltro corretta, e a guardare indietro non mi vengono in mente film di questo tipo che ho veramente apprezzato, a parte Detective Pikachu. Sonic: Il Film, purtroppo, non fa eccezione.
Certamente la gestazione del film è stata piuttosto turbolenta, soprattutto non deve avere aiutato il completo redesign di Sonic dovuto a una “rivolta popolare” del web dopo il primo trailer, che è costato mesi di ritardo nella distribuzione della pellicola. Senza volersi nascondere dietro un dito, nonostante sia dell’avviso che questo potere delle community nelle scelte dei creativi stia prendendo una piega un po’ eccessiva, devo ammettere che anche io ho trovato il primo design di Sonic veramente brutto.
Il nuovo Sonic è invece molto più grazioso, e funziona decisamente meglio. Nonostante questo, non posso dire di avere apprezzato le scelte estetiche, e anche il design del Dr. Eggman, per quanto coerente con il setting realistico, non mi ha convinto più di tanto. Non perché ricerchi necessariamente una perfetta aderenza ai giochi, ma perché semplicemente il film non riesce a restituire il feeling dei giochi.
Il problema è però più ampio, e probabilmente risiede nella scelta di costruire un film su Sonic. La mascotte di Sega non è mai stata protagonista di grandi storie, e la serie non ha un background tale da lasciare spazi di interpretazione e adattamento per renderla funzionale a un live action. Inoltre, nel 2006 abbiamo avuto il dispiacere di vedere un tentativo di calare il porcospino in un mondo realistico con Sonic The Hedgehog per Xbox 360, con risultati che definire deludenti sarebbe limitato.
Insomma, il film di Sonic sembrava destinato a fallire fin da principio. E, purtroppo, così è stato.
Il problema principale del film, anche volendosi distaccare dalle premesse, è che si tratta di un prodotto decisamente inconcludente e privo di sostanza, che non riesce a soddisfare sotto praticamente nessun punto di vista: la storia è debole, sia nel racconto in senso stretto sia nel come viene svolta, i personaggi sono tutt’altro che memorabili, la messa in scena non lascia assolutamente nulla se non un paio di sequenze d’azione un po’ più riuscite delle altre. Non c’è anima, non c’è il feeling di Sonic, non ci sono neanche i pochi elementi narrativi e tematici che potevano essere tratti dalla serie di videogiochi. Se ci fosse stato un qualsiasi altro personaggio al posto di Sonic non ce ne saremmo accorti.
Il film si apre con la Green Hill Zone, la location più iconica di Sonic. È un bel momento, perché vediamo trasposta in 3D quella lussureggiante natura di plastica. Purtroppo la scena dura poco, e il nostro porcospino viene trasportato in una cittadina di provincia degli Stati Uniti. Qui si nasconde, cercando di sopravvivere e osservando gli abitanti della città. Individua tra gli altri Tom, un poliziotto, con cui farà amicizia.
Nel frattempo il Dottor Robotnik è sulle sue tracce per cercare di attingere al suo potere, in modo da poter alimentare i suoi robot e conquistare il mondo. Sonic porta con sé un sacchetto contenente i famosi anelli dorati del gioco, che gli permettono di viaggiare tra i mondi, e che vorrebbe utilizzare per tornare a casa.
Poi il sacchetto gli cade proprio attraverso uno di questi portali e finisce a San Francisco, che dovrà quindi raggiungere, tallonato dal malvagio dottore, per poterne tornare in possesso.
La storia è piuttosto semplice, e questo non sarebbe necessariamente un male se fosse sviluppata con un po’ di verve. Risulta invece piuttosto sbrigativa, con una parte iniziale un po’ troppo prolissa e una parte finale che chiude il film in un battito di ciglia. Non ci si riesce ad affezionare ai personaggi, né ad appassionarsi nelle sequenze d’azione, che sono poche e un po’ sciape.
Ovviamente a tenere banco è Jim Carrey con il suo Robotnik, che nonostante non riesca ad essere un personaggio interessante o sfaccettato (ma sarebbe anche difficile renderlo tale), riesce almeno a restituire un’interpretazione piacevole. Il resto del cast invece è a sua volta senza infamia e senza lode. Nessuno, Robotnik a parte, riesce a rimanere impresso, e il problema è da ricercare sia nelle prove degli attori che nella scrittura, ma anche nel materiale di partenza che come visto non lascia troppo spazio di manovra.
Non rimane nulla, a fine visione, se non il domandarsi a chi dovrebbe rivolgersi questo Sonic Il Film, se agli appassionati del videogioco o ai bambini, perché non si riesce a vedere per quale dei tue target potrebbe effettivamente funzionare.
Poi c’è la sigla di coda, in una bellissima pixel art 16 bit che richiama i Sonic dell’epoca Mega Drive dove sono presenti anche le versioni 16 bit dei personaggi del film, comunque disegnate secondo uno stile “realistico”, in contrasto con lo stile cartoon del gioco. E non funzionano neanche così.