Don’t forget your roots
Quando ero giovane, negli anni in cui l’Italia diventava un unico stato… No, ok, non sono così vecchio. Rewind. Si diceva: in gioventù, ai tempi degli 8 bit, la console war si cristallizzava su due sole posizioni, SEGA e Nintendo. Ognuna delle due aveva la sua mascotte, ed entrambe sono arrivate vive e vegete ai giorni nostri, seppure con risultati diversi. Se l’idraulico baffuto sprizza salute da ogni pixel, di certo la medesima cosa non si può dire per il porcospino blu, con il quale Sonic Team, con i titoli tridimensionali post Sonic Adventure 2, è riuscita negli ultimi anni ad inanellare una serie di giochi mediocri veramente invidiabile, di quelle che neanche con l’impegno ci si riesce. Titoli a dir poco dimenticabili tra i quali spiccano certamente Sonic The Hedgehog e Sonic Boom, quest’ultimo meritevole di aver presentato al pubblico uno dei re-design più brutti della storia, a mani basse. Ma visto che in fondo sono una persona buona, e anche con un po’ di pelo sullo stomaco per aver giocato ogni episodio tridimensionale di Sonic, vi dico anche i capitoli interessanti, in caso vogliate recuperarli: Sonic Generations e Sonic Colors. Vabbè, direte, che c’entra con Sonic Mania? C’entra, perché mi premeva raccontarvi come mai oramai i fan del povero Sonic siano totalmente disillusi rispetto alle nuove e prossime incarnazioni del brand.
E invece Sonic Mania è bello. Ma proprio bello bello. Dello sviluppo non se ne è occupata SEGA, né Sonic Team, ma due appassionati, uno dei quali si era già distinto per le ultime riedizioni mobile dei vecchi titoli Mega Drive. Il progetto è piuttosto particolare, perché da una parte troviamo dei livelli classici un filo diversi, e dall’altra stage nuovi, disegnati da zero, che pure non stonano all’interno del gioco. L’amore per il materiale originale è palpabile, così come è evidente una conoscenza dei vecchi titoli ottenuta scavando fino a un livello ben più profondo rispetto a quello cui la maggior parte di noi può ambire. Perché rimaneggiare vecchi livelli per adattarli al 16:9 e smussare qualche sbavatura di gameplay è un compito di certo di non facile riuscita, quando si ha per le mani la Green Hill Zone. Passatemi il paragone un po’ eccessivo, è un po’ come se vi chiedessero di correggere le virgole a Montale. Realizzare nuovi livelli di un Sonic a scorrimento è qualcosa di veramente ingrato, soprattutto quando questi stage dovranno affiancare i più bei quadri di Sonic Team.
Eppure, tutto è eccezionale ogni oltre immaginazione: i nuovi livelli sembrano spesso più complessi e strutturati di quelli classici, ma allo stesso tempo vantano un level design sopraffino, con trappole, segreti e velocità smodata (cit), come se gli sviluppatori non solo avessero giocato e studiato con attenzione i vecchi giochi, ma li avessero interiorizzati e fatti loro per quella che è la natura più intima dei diversi Sonic. Spesso e volentieri, ed è forse il complimento più grande che si può fare ad un progetto di questo tipo, mi sono trovato a cercare su internet se alcuni livelli fossero nuovi o me li fossi dimenticati io, perché davvero lo stacco non si nota, se non talvolta per delle evidenti accortezze grafiche che sarebbero state impossibili 25 anni fa.
Ma al netto di queste accortezze grafiche, e di quelle piccole migliorie impercettibili cui ho accennato più su, Sonic Mania è semplicemente un ottimo episodio di Sonic a scorrimento laterale, come purtroppo non se ne vedevano da un paio di decenni. Questo perché abbandona la deriva che vorrebbe i giochi legati a doppio filo con prodotti di animazione di dubbio gusto, e soprattutto abbandona quella ricerca improbabile che ha modificare ancora e ancora il brand per adattarlo ai gusti di un pubblico che, evidentemente, SEGA immaginava soltanto, centrando raramente il bersaglio. Sonic Mania taglia tutte queste velleità di rinnovamento che, evidentemente, hanno pagato ben poco, per tornare alle origini, proponendo un prodotto vecchio stampo ma allo stesso tempo ineccepibile, solido e pensato.
Ovviamente a tutte queste belle cose si affianca il canonico gameplay dei classici Sonic, cosa che non può che essere un bene. A livello contenutistico, invece, gli sviluppatori hanno deciso di introdurre la possibilità di giocare con tutti e tre i personaggi più celebri: Sonic, Tails e Knucles, ognuno con le sue peculiarità. C’è una modalità sfida e un time attack, oltre agli ovvi livelli nascosti utili a trovare i Chaos Emerald. Inoltre, tra le opzioni di visualizzazione troviamo diverse possibilità per avere la scanline come se stessimo giocando su una vecchia TV, che non è certamente niente di rivoluzionario, ma fa sempre piacere. Anche senza questi filtri, comunque, il titolo è eccezionale: la grafica è quella che avrebbe avuto su Mega Drive, con piccole aggiunte tridimensionali che certo, un minimo stonano, ma davvero non danno fastidio nella riproduzione estetica di un’epoca che fu gloriosa, probabilmente il momento più alto delle due dimensioni, e che oggi torna sui nostri schermi in Full HD, più pulita che mai, in 16:9. Postilla finale: la colonna sonora, anche quella dei nuovi stage, è adeguata allo stile musicale di Sonic. Che è favoloso, chiaramente.
Verdetto:
Sonic Mania è Sonic. Quello che aspettavamo, quello che volevamo, quello che non ci davano. Costa anche solo 20€ (a meno di optare per una gustosa Collector’s Edition). Si compone di livelli vecchi e nuovi, praticamente indistinguibili senza una memoria di ferro, per gusto e qualità. Level design, grafica old style con giusto qualche piccola accortezza, che non ne interrompe le sensazioni fortemente vintage. Aggiungo altro?