Siamo andati personalmente a Milano in occasione dello Showcase dedicato a Switch, la prossima console della casa di Kyoto che farà ufficialmente il suo debutto il prossimo 3 Marzo. All’interno dello stabile, erano presenti varie postazione in cui è stato possibile provare la maggior parte delle esperienze che ci attendono dal giorno del lancio fino ai prossimi mesi primaverili.
In primis ci è stata offerta la possibilità di provare alcuni mini giochi presenti nel pacchetto 1-2-Switch. Si tratta di giocherelli molto molto semplici che sostanzialmente fungono da dimostrazione delle caratteristiche hardware della console, un po’ come Wii Sports faceva con Wii (con la differenza che questa volta però non avremmo il gioco incluso). Abbiamo quindi impugnato per la prima volta una delle tante configurazioni possibili d Switch, i piccoli Joy-Con, le due partizioni del dispositivo che slegate dal corpo centrale costituiscono dei mini controller totalmente autonomi, adatti soprattutto per il gioco multiplayer. I Joy-Con, sono davvero piccoli, talmente piccoli che lì per lì è quasi difficile stringerli nella mano senza farli scivolare, ma sono progettati in modo da fornire anche nella loro natura di “controller ridotto ai minimi termini” un layout di tasti di tutto rispetto, con leva analogica, 4 tasti frontali e dorsali. Il Joy-Con alla stregua del motion controller di Wii ha dei sensori di movimento che vengono utilizzati nelle semplici prove di abilità presenti in 1-2- Switch.
In Duello nel west e Samurai per esempio, è tutta una questione di tempismo. Gli avversari/giocatori si guardano negli occhi, Joy-Con alla mano e vince il primo che spara all’altro con un veloce gesto della mano, oppure chi riesce a portare una stoccata virtuale sull’avversario senza che quest’ ultimo la blocchi con un battito di mani sul controller (che dovrebbe simulare il blocco della lama). Un altro mini game invece prevede di capire quante “biglie” sono presenti all’interno nel Joy-Con scuotendolo. Chi indovina il numero esatto vince. Questo semplice espediente mostra un sistema di vibrazioni davvero avanzato in Switch, scuotere i piccoli controller dà realmente la sensazione che al suo interno ci siano corpi estranei che rotolano da un lato all’altro. Una feature forse irrilevante ma che non ci aspettavamo così sofisticata. Infine, non ci siamo fatti mancare nemmeno la sfida alla… mungitura della mucca. Ultimo gioco della circa ventina presenti nel pacchetto che ci è stato possibile provare e che a conti fatti mette in luce quanto si parli sostanzialmente di una raccolta di passatempo alla portata di tutti per giocare in compagnia di familiari o amici poco avvezzi al gioco cosiddetto “hardcore”.
Ecco, bisogna dire che l’intero parco titoli mostrati per questa occasione ha mostrato esattamente quanto, Zelda a parte, la console sia in prima istanza rivolta al gioco multiplayer, possibilmente in locale. Ogni singolo gioco provato infatti, da Ultra Street Fighter 2 a Super Bomberman R, Fast RMX, Splatoon 2, MarioKart 8 Deluxe, sono tutti titoli che hanno senso di esistere giocati in compagnia. Tra questi abbiamo provato anche Snipperclips, uno dei più originali titoli presentati e dedicati al multiplayer cooperativo locale. In questo gioco due giocatori (con il solito Joy con in mano) controllano un simpatico “ foglio di carta” e dovranno risolvere dei puzzle schema dopo schema, tagliando parti del partner per fargli assumere la forma più adatta allo scopo, che sia quella di una punta per scoppiare dei palloncini, oppure di un recipiente per trasportare una palla da far arrivare a canestro. Una grafica essenziale e un concept semplice ma non banale per un titolo inaspettatamente divertente, soprattutto per le coppie di giocatori più affiatate.
Non ci siamo fatti mancare nemmeno un paio di scazzottate con Arms, titolo in cui nei panni di alcuni improbabili pugili con gli arti allungabili, dovremmo scazzottare sul ring con gli avversari (controllati dalla cpu o umani) Joy-Con alla mano (uno per pugno) simulando i movimenti dei colpi. L’idea non è affatto male e di primo acchito il gioco risulta sicuramente divertente grazie anche alle diverse possibilità offerte dal sistema di controllo. Potremmo infatti indietreggiare e pararci, avanzare verso l’avversario con i due grilletti e virare a destra o sinistra inclinando i controller nelle rispettive posizioni. Non mancano poi colpi speciali attivabili riempiendo l’apposita barra e prese eseguibili colpendo con entrambi i pugni contemporaneamente. Simpatica anche l’idea di rendere “customizzabile” il proprio alter ego, decidendo quale tipo di “guantone” vestire. Una scelta più improbabile dell’altra a livello estetico, ma che permette di avere una leggera variabile tattica permessa dalle uniche caratteristiche di ognuno di loro. Potrete quindi avere un pugno a razzo sul braccio sinistro e uno che si muova secondo parabole imprevedibili su quello destro, ad esempio.
Nonostante tutto, diversi match hanno fatto trasparire una natura un po’ troppo caciarona e confusa del gameplay, e alla fin fine, complice anche il fatto che i personaggi non sono cosi veloci e responsivi, ci è parso che tutto si possa risolvere dimenando le braccia a destra e sinistra o poco più… Ci riserviamo ovviamente il dubbio di approfondire meglio le dinamiche nel gioco completo.
Abbiamo inoltre dato una nuova occhiata a The Legend of Zelda: Breath of The Wild, purtroppo sempre relativa alla prima parte del gioco, quindi priva di elementi nuovi rispetto a quelli di cui si è già discusso ripetutamente da mesi a sta parte su tutto il web. Il gioco si rivela sempre potenzialmente epico già dalle prime battute, con il suo crafting di equipaggiamento e armi inedito nella serie, il suo level design sempre brillante anche nell’esplorazione delle più blande aree, in cui anche il raggiungimento del più irrilevante dei forzieri sarà fonte di gameplay certosino, con piccole situazioni da risolvere sempre in maniera ispirata. Nella fattispecie, esplorando la prima prateria che circonda il santuario del risveglio abbiamo trovato una minuscola cavità rocciosa, con dentro un forziere presidiato da alcuni goblin, più uno di vedetta su una piccola torre di legno all’esterno. Siamo saliti quatti (è ora possibile cercare di non far rumore per sorprendere i nemici), abbiamo fatto fuori un goblin con l’arco e, premendo uno dei tasti direzionali, abbiamo fischiato, facendo uscire i restanti nemici all’interno della cavità, per finirli a suon di frecce in fronte. Una delle situazioni probabilmente più banali del gioco, dimostra già più classe delle porzioni più complesse di molti open world di oggi.
Ma veniamo alla grafica. Qui spiace dirlo ma nella magnificenza artistica e la vividezza dei colori su Switch, si accompagna qualche difetto che mette in luce tutti i limiti dell’hardware. Nella fattispecie parliamo di un aliasing davvero molto marcato (presente anche in Splatoon 2 e che ci fa pensare sia un possibile “brutto vizio” della console) e l’incapacità di renderizzare lo scenario completamente già da pochi metri rispetto alla posizione di Link. Nulla che mini troppo il colpo d’occhio comunque piacevole del gioco, ma forse ci aspettavamo qualcosina di più. C’è da dire che invece sullo schermo integrato della console Zelda è strepitoso e appare anzi paradossalmente migliore rispetto a quanto si vede in televisione.
E passiamo quindi ad una veloce sensazione generale sulla console a livello proprio di ergonomia e impressione generale sull’oggetto. Switch sembra una console solida e ben costruita, non dà quella sensazione di plasticone che aveva Wi U. Lo schermo integrato ha una ottima resa visiva e gli altoparlanti sono di qualità. La console inoltre, anche nella sua configurazione portatile, è piuttosto leggera (pesa poco più di un DS). C’è da dire però che non è comodissima sulle prime. I tasti sono davvero troppo piccoli e la loro pressione non è confortevole, discorso che si può estendere anche alle levette analogiche. Anche se dopo un po’ ci si abitua, rimane un po’ il sentore di non avere il grip adeguato. I joy-con se sono un’ottima pensata nell’economia della versatilità della console, va detto che sono due “aggegini” altrettanto scomodi da tenere in mano e ai limiti della tollerabilità se usati come veri e proprio mini pad. Insomma i compromessi per le moltissime possibilità offerte un po’ si vedono e soprattutto si sentono con le proprie mani. La questione cambia invece utilizzando il Pro Controller, ovviamente estremamente più comodo ed ergonomico, ma anche unendo i Joy-Con utilizzando il corpo con i due manubri si può comporre un pad piuttosto maneggevole (escluso il solito problema dei tasti). Insomma qualche limite da sto punto di vista era prevedibile ma tutto sommato poteva andare peggio.
Swtich è una console un po’ controversa, i titoli provati sono la solita fucina di genialità a livello di idee e concept ma quasi tutto quello che arriverà nei primi mesi di vita della console sarà rivolto soprattutto a partite “mordi e fuggi” con gli amici. Graficamente la console sicuramente alza gli standard di Nintendo ma rimane sempre decisamente sotto quelli odierni a cui siamo abituati con altre macchine concorrenti, al contrario sullo schermo di Switch, pare proprio di trovarsi di fronte alla migliore console portatile mai esistita (sia per questioni tecniche che per un layout di comandi assolutamente completo sotto tutti i punti di vista).
Nintendo Switch, anche vista da vicino, ha del potenziale, può esprimersi grazie alle sue innumerevoli features tecniche in moltissimi modi diversi e gli sviluppatori possono davvero sbizzarrirsi facendocela scomporre e ricomporre mille volte a seconda della formula di gioco ideata. La base di partenza pur considerati i limiti di cui sopra, non è male. Certo è che l’impressione che abbiamo avuto è che quest’anno possa far gola solo agli irriducibili dei giochi multiplayer (più o meno casual) o chi abbia voglia di animare le serate in compagnia con qualcosa di diverso. I giocatori veramente esigenti infatti possono contare solo su Zelda per ora. Fatevi i vostri conti.