Leo Ortolani ci offre una risata su una saga di cui forse ora possiamo fare a meno con Stella: torna Star Rats, la parodia di Star Wars.
Quello di Leo Ortolani è ormai un nome che non ha bisogno di presentazioni, e il solo fatto di sapere che da qui ad agosto, oltre a Star Rats Stella, ci aspettano sei numeri della sua nuova parodia di Star Wars, non può che rallegrare tutti gli amanti del suo stile ed umorismo.
Per cui l’uscita di Stella, il primo capitolo della nuova esalogia, parodia della saga sci-fi più famosa della storia, è davvero una boccata d’aria fresca, in un momento in cui abbiamo tutti bisogno di farci una bella risata.
Niente di particolarmente innovativo, ormai la formula la conosciamo bene, eppure funziona ancora e in fondo va bene così. In Star Rats Stella troviamo l’Ortolani di sempre, quello che gioca con le parole e i doppi sensi, strizzando l’occhio all’umorismo nonsense, e che riesce sempre a strappare una risata, che sia amara come nel racconto della situazione degli anziani abbandonati su Assalombarda, o più scanzonata come quando prende in giro piccoli vizi della società odierna (il soffiafoglie da utilizzare di domenica mattina).
Star Rats Stella tra palindromi, citazioni e autocitazioni
In più metteteci una caccia al tesoro continua alle citazioni e situazioni del film che prende in giro, mettendo in risalto tutta l’ammirazione, l’amore e il rispetto da fan di vecchia data, sebbene magari un pelo deluso dalle ultime scelte compiute dalla direzione.
E allora abbiamo il villain nasone e ossessionato dalle maschere, una Tamara in versione Chewbacca un pelino più rude, e che deve il suo tipico verso a… della gazzosa. Ma c’è anche tanto spazio per alcuni ovvi problemi di cui soffre storicamente il film, come l’addestramento dei soldati imperiali ad esempio (“La ragazza ci è sfuggita: lei ha girato a destra e noi a sinistra! Purtroppo è andata così, signore!”), o la questione dei codici d’accesso fin troppo semplici da ottenere per le navi ribelli.
E poi quel pizzico di autocitazionismo, al quale l’autore ci ha già abituati in passato. Troviamo dunque i Rat-Men, solamente menzionati all’interno di questo primo capitolo, ma che di sicuro svolgeranno un ruolo chiave nella storia (e a proposito di autocitazioni, Ortolani stesso fa un cammeo all’interno della storia per spiegare che, nonostante tutto, Rat-Man è terminato), ma anche la maschera di Lord Valker, già vista negli episodi precedenti della parodia, e chiaramente ispirato a uno dei villain storici di Rat-Man, ed ancora un chiaro riferimento all’Ombra.
Dall’altro lato però, l’Ortolani di Star Rats Stella è quello della sua produzione più recente, che ricorda in particolar modo quello di Il Buio in Sala e Il Buio colpisce ancora, e non solo perché anche in questo caso a fare da sfondo alla sua produzione è un film, ma anche per quanto riguarda stile ed umorismo.
E non potrebbe essere altrimenti, dato che dall’ultima parodia a tema Star Wars dell’autore sono passati 21 anni. Quello che non cambia però è la certezza di trovarsi di fronte a un prodotto divertente, intelligente e curato. Sfiziosa ad esempio anche l’idea di produrlo in due copertine, a seconda del lato della Forza prediletto.
Setting the mood
Star Rats Stella insomma ha il compito di creare l’atmosfera per i successivi capitoli. Non spicca particolarmente per originalità e brillantezza, anche perché la formula è ben nota a tutti, e d’altra parte è raro che un primo capitolo (soprattutto se di una storia in sei parti) lo faccia.
Introduce un mondo che, se abbiamo visto la nuova trilogia, già conosciamo, ma ovviamente lo fa in chiave decisamente più ironica e sarcastica, e con quel velo d’amarezza sullo sfondo che dà una sfumatura perfetta al cocktail ortolanesco dell’ultimo periodo, che prepara bene la bocca a ciò che verrà dopo, e che non possiamo fare a meno di aspettare con ansia.
Tanto, mica dovete uscire?