Star Trek continua a riservare sorprese
Con il 50esimo anniversario della serie classica, CBS e Paramount stanno davvero facendo di tutto per dare a Star Trek tutto quello che si merita in materia di promozione e celebrazione.
Sul valore di Star Trek ne abbiamo già discusso ampiamente qui in Stay Nerd e abbiamo affrontato un sacco di tematiche e argomenti, solo per dimostrare quanto sia densa questa serie televisiva. Poi quando pensavamo che tutto fosse stato detto e visto, ecco che Gene ‘Rod’ Roddenberry Jr (il figlio del compianto creatore del Capitano Kirk e Spock) apre gli archivi segreti.
La scena che dovete proiettarvi in testa è questa: immaginate il finale de Alla Ricerca dell’Arca Perduta, quell’enorme deposito dalle pareti altissime piene di casse impilate le une sulle altre, in muri giganteschi di titaniche proporzioni. Togliete le casse e metteteci scaffali pieni di bobine, pizze e pellicole vecchie di cinquant’anni, tutte etichettate meticolosamente con pennarelli neri e blu, date, titoli e numero della ripresa. Scaffali e scaffali con tutto il girato della serie classica di Star Trek. in pratica il Graal di ogni collezionista e fan.
Questo è il significato del nuovo cofanetto di tre dischi: The Roddenberry Vault. Questo e anche qualcosa in più.
Seguiteci ancora e vi spiegheremo il vero valore di questa monumentale opera di selezione.
Giudicare il Blu-Ray dalla copertina
Il packaging di questo piccolo scrigno di prodigi è molto affascinante, con una sovraccoperta di cartoncino che mima l’apertura della porta di una cassaforte (vault, appunto). Dopo aver fatto scattare il sigillo di velcro, viene svelato un miniposter con spezzoni di fotogrammi e primi piani di attori distribuiti disordinatamente su carta lucida.
Sotto questa facciata patinata giace un trittico di Blu-Ray in cui sono contenuti dodici episodi della serie classica, scelti per il loro valore artistico, politico e filosofico e quattro documentari. I dischi, per fortuna, sono conservati nella custodia singolarmente, e non sovrapposti in colonna, che è una cosa che sinceramente odio.
Gli episodi in questione annoverano delle perle incredibili che chiunque abbia amato la Serie conosce a memoria e apprezzerà a prescindere, genialate come This Side of Paradise, The City at the Edge of Tomorrow o il geniale oltre ogni dire The Trouble with Tribbles.
Ho citato solo questi tre dei dodici non per un motivo puramente sentimentale, ma più che altro perché queste puntate sono corredate da un commento fuori campo da parte di persone del calibro di Dorothy D.C. Fontana, David Gerrold o Roger Lay Jr. Questi commenti audio sono inediti e rivelano tanti retroscena sia passati che presenti riguardo agli episodi in questione.
Il mio preferito resta comunque Trouble With Tribbles, anche perché apprezzo tantissimo lo scrittore Gerrold che ne confezionò il soggetto e la prima stesura della sceneggiatura. È uno dei miei episodi preferiti perché riesce con una maestria geniale a legare, senza mai farla fuori dal vasino, la fantascienza più classica della serie con una comicità fatta di situazioni e battute taglienti e precise come un orologio svizzero. Sentire dalle parole dello stesso autore la difficoltà nella scrittura delle scene, nel trovare il giusto ritmo e vedere contemporaneamente il risultato sullo schermo è qualcosa di indescrivibile, che dopo cinquanta anni continua ad affascinare come se fosse stata fatta l’altro ieri.
Oltre che negli episodi, il cofanetto ripone il suo inestimabile valore nel documentario eponimo: Inside The Roddenberry Vault, appunto. In questi 90 minuti ripartiti sui tre dischi, sono raccolte una serie di inedite interviste approfondite a tanti, tantissimi estimatori della serie, a cominciare a chi ci ha lavorato davvero. Ci sono le importantissime parole di William Shatner che ricorda e racconta vecchi aneddoti di scena, Adam Nimoy, il figlio di Leonard Spock Nimoy, i commenti dei produttori (quelli sopravvissuti), o di altre personalità del mondo dello spettacolo in qualche modo influenzate dalla visione di Star Trek. Quel che di bello c’è in questo documentario è che ognuno di loro non sta commentando solo la serie così come la conosciamo, ma compie un viaggio di vera conoscenza dopo aver visionato tutti quei filmati tagliati e scartati, quelle scene eliminate e quei dialoghi cancellati. Ogni parola che ascoltiamo trasuda di quella magica sorpresa tipica di un bambino che guarda nel sacco di Babbo Natale dimenticato vicino al caminetto.
Molti commenti iniziano con un prosaico: “Pensavamo che ci fosse un finale a questo episodio, ne eravamo praticamente sicuri. Ma ora, grazie a Gene Roddenberry, ne abbiamo la sicurezza, perché l’abbiamo visto…”
E tutto questo è assolutamente condiviso con voi (noi) spettatori. L’effetto è straniante: le pellicole recuperate dal caveau non sono state trattate o restaurate in alcun modo, e di alcuni non c’è neanche un vero e proprio sonoro, ma solo tecnici che leggono le battute per accompagnare l’attore in primo piano, in altre i colori sono tutti sballati, alcuni virati al rossi, altri scuri, altri addirittura fuori fuoco, ma nel complesso, sono tutti semplicemente meravigliosi. Gettano uno sguardo nuovo su processo lavorativo che c’era dietro questa serie televisiva, e ancora di più fa capire con quale ritmo si lavorasse per arrivare alla fine della stagione, ora come cinquant’anni fa.
Il contenuto del cofanetto si completa con altri due documentari tecnici’ e un’antologia. I primo – Rivisiting a Classic – si focalizza sulla filosofia alla base di Star Trek e i relativi problemi di scrittura, sulla visione di Roddenberry sr, sul suo ottimismo nel futuro, sui personaggi e i loro rapporti. È molto interessante e didattico per chi voglia capire cosa rende questa serie veramente grande.
Il secondo – Strange New Worlds – è incentrato sulle meraviglie tecniche che gli esperti di effetti speciali hanno realizzato con i pochi mezzi a disposizione, tra modellini lunghi tre metri e effetti ottici fatti con sciarpe e fogli colorati. Come sempre, è affascinante vedere come questi MacGyver della televisione riuscissero a risolvere problemi assurdi con un coltellino e qualche luce stroboscopica.
L’antologia – Swept up – in coda all’ultimo disco della raccolta, è l’insieme delle sequenze e dei dialoghi tagliati scelti per la loro conservazione e importanza e riprodotti uno dopo l’altro, come un vecchio album di fotografie dimenticate lasciato sfogliare dal vento.
Cui Prodest?
La vera domanda non è se un fan dovrebbe comprare questa produzione. Sappiamo benissimo come funziona, con i fan di Star Trek: un trekker vero ha già acquistato il cofanetto, pagandolo in preda a orgasmi multipli subentranti, senza preoccuparsi sul serio di quello che ci troverà dentro. Basta solo l’idea di una ‘scena tagliata inedita’ a farlo impazzire di desiderio.
Ben altro problema si presenta a tutte quelle persone che davvero stanno paventando l’idea di affiancare questo cofanetto a quello della stagione classica. Dal punto di vista tecnico, questo set di blu-ray è ben fatto, i menu sono navigabili e chiari; parlare di risoluzione ha poco senso visto che è materiale vecchio di cinquant’anni. Però, per gli episodi presentati in questa raccolta, sono presenti ben due opzioni: vederli alla vecchia maniera con gli effetti dell’epoca, o gustarli ritoccati in versione più moderna. L’audio è un corposo inglese in 7.1, mentre il resto delle lingue è uno stereo normale senza grosse pretese.
Se avete già una copia del cofanetto della serie classica, non comprerete questo per rivedervi gli episodi, anche se sono un sunto preciso di quello che è il senso di Star Trek. Il fine ultimo di questa produzione è ben altro: guardare Star Trek con un punta di visto più storico, tecnico che meramente artistico. Certo che se dovessimo fare alcune critiche, spesso forse la parola degli intervistati prende il sopravvento sulle immagini che avremmo voluto vedere e i fatti raccontati in Inside The Roddenberry Vault sono solo inerenti agli episodi presenti sul disco. Forse per una questione più personale che altro, avrei preferito ascoltare più aneddoti e retroscena sul processo di scrittura e produzione degli episodi, per non parlare di approfondimenti in materia di effetti speciali analogici. Ma ripeto, questo è un mio punto di vista, dettato principalmente da interessi e passioni personali.
Per trovare una giusta collocazione, questo cofanetto dovrebbe affiancare quello della serie classica, dovrebbe essere posto esattamente dopo, perché una volta visto e assaporato il prodotto finito, viene il momento di studiarne ogni singola parte e non c’è modo migliore di questo.
Se poi non avete ancora tutto il pacchetto di quattro stagioni della serie classica, questo è pur sempre un ottimo inizio.
Quindi cosa aspettate?
Live Long and Prosper!