Una nuova ristampa.
Tutti sanno che ormai a brevissimo uscirà il messianico settimo capitolo della Saga (la maiuscola è d’obbligo) stellare creata da George Lucas. Alcuni sanno che da poco la Panini ha pubblicato un Volume in formato deluxe, appartenente alla collana I Grandi Tesori Panini Comics, dedicato al primo-quarto capitolo di quella Saga, cioè Star Wars: A New Hope. In pochi sanno che questa particolare edizione di lusso altro non è che la ristampa, ri-colorata per l’occasione, della serie Marvel a fumetti pubblicata per la prima volta nel 1977, insieme all’uscita del film, con alcuni episodi (dei 6 totali) addirittura antecedenti l’uscita del film.
Se il vostro Settimo Senso di Collezionisti dello Zodiaco Nerd si è attivato, beh, dategli retta. Siamo di fronte a un gioiello raro. Eppure, si tratta pur sempre di un gioiello di altri tempi, forgiato per palati differenti dai nostri. Quindi, se oltre a collezionarlo questo Volume volete anche leggerlo (pretesa tutto sommato fondata, dati i 24€ da spendere per averlo), ci pensiamo noi a spiegarvi com’è e quanto potrebbe piacervi.
Abbiamo già detto che la qualità dell’edizione è lussuosa. Il formato gigante fa bella mostra di sé in praticamente ogni libreria. La sovraccoperta -eh già, c’è una sovraccoperta- è, da una parte, una alternative cover di assoluto rispetto e, dall’altra, un poster enorme e bellissimo. È sempre difficile trovare il coraggio di separare copertina e sovraccoperta, ma forse stavolta, dato che anche la nuova Cover di Adi Granov dà spettacolo, riuscirete a farlo a cuor leggero.
Passiamo al contenuto: all’interno trovate Star Wars Episodio IV a fumetti, in sei episodi, con le copertine originali, quelle delle ristampe precedenti e persino qualche bozzetto. I disegni di Howard Chaykin risalgono ai lontani anni ’70-’80, è vero, ma vi garantiamo che sono invecchiati benissimo e pochissimo, anche grazie alla splendida ri-colorazione operata da Chris Sotomayor per l’occasione. Quel che rimane, inevitabilmente, molto anni ’80 è la presenza massiva di didascalie narrative che, sempre con la grazia, lo stile e l’ironia dello storico Roy Thomas, accompagnano pedissequamente la sequenza di vignette. Ecco, se non avete mai letto un fumetto di quegli anni e siete abituati all’odierno “mutismo” dei fumetti, la lettura potrà straniarvi parecchio. Il lato positivo è che “il narratore” è talmente bravo che, dandogli una chance, ben presto lo scoprirete capace di “aggiungere” qualcosa alla storia, senza opprimere quel che le immagini raccontano già bene da sole.
Oggi i fumetti sono diversi, e non si potrebbe né si dovrebbe tornare indietro. A volte, però, fare un salto nel passato può essere altrettanto piacevole. Comunque, nel caso non sopportate proprio l’idea di aumentare un po’ la lettura e diluirne un po’ il ritmo, siete stati debitamente avvertiti.
Superato il test-anni ’80, non resta che parlare delle curiosità. Abbiamo già accennato al fatto che la serie a fumetti qui ristampata, originariamente usciva in contemporanea con le pellicole Lucasiane. Questo comportò il generarsi di qualche succosa particolarità. Ad esempio, non potendosi basare direttamente sul film, ma sulla previsione di come il film doveva essere, il Volume contiene la famosa scena tagliata del colloquio di Luke e Biggs su Tatooine. Oppure, e ho il “brutto presentimento” che questo farà storcere il naso a qualcuno, il Jabba che incontra Han Solo nell’Hangar nel Volume è un umanoide simile a un tricheco verde chiaro con dei folti baffi. È vero, no Hutt no party e così non è la stessa cosa, ma anche quella scena era stata originariamente girata con un attore umano, poi tagliata e soltanto dopo anni re-inserita con il Jabba lumacone che tutti conosciamo (il che dà, se possibile, ancora più profondità alla battuta di Solo: “Jabba, sei un meraviglioso essere umano”). Quindi, al momento di disegnarla, il concept del lumacone ancora non esisteva. Non si può accusare il disegnatore di non prevedere il futuro.
Per il resto il Volume riesce nell’ardua missione di essere sia molto fedele, sia di assecondare qualche piccolo spunto qua e là, cosa che contribuisce nel rendere interessante di per sé la versione a fumetti. Bellissimo come viene reso il salto nell’iperspazio passando i colori del cielo stellato in negativo. Gustosa, e qui non la spoilero, la spiegazione che l’autore-narratore dà al (temporaneo) mancato conferimento della medaglia a Chewbecca, nel finale.
In fin dei conti, la domanda più importante di tutte è la seguente: rileggere la stessa storia che conoscete ormai a memoria, in questa nuova-vecchia versione, è un’esperienza ancora emozionante? Sì, lo è, e non soltanto per la qualità della storia e l’amore che provate verso di essa (se ne provate). Questo fumetto è capace di regalarvi un brivido leggermente diverso, particolare. Costa un po’, ma non è solo per collezionisti.
Ah, e poi c’è un’introduzione di Peter Mayhew. Lo sapete chi è Peter Mayhew, vero?