E tu in che ordine lo vedi? Riflessioni per guardare al meglio l’Esalogia di Star Wars.
Attenzione: il seguente articolo è ricco di spoiler!
Signori Lettori, prendiamo insieme atto della tristissima condizione di alcuni nostri colleghi Umani che hanno trascorso la loro miserrima vita senza aver mai visto Star Wars e addirittura senza conoscerne neanche l’esistenza. Ah, come è dolce la vita dello stolto che allegramente cammina su questa Terra senza conoscere le peripezie di nobili Eroi come Luke Skywalker, la principessa guerriera Leila o il nobile mercenario redento Han Solo. Poveri coloro i quali non sanno interpretare il droidese di R2D2 o non conoscono le buone maniere di C3P0, ho pietà per quelle anime vuote che non hanno volato accanto agli enormi AT-AT, sfrecciato tra le gole di Tatooine a bordo di uno sguscio, o imparato a usare la Forza.
Il nostro dispiacere è tale che abbiamo deciso di compilare per voi un breve guida alla visione di Star Wars, qualche consiglio su come affrontare questa monumentale space opera, storia familiare e action movie di altri tempi. Seguiteci nella galassia lontana lontana e non vi perderete… forse.
Cronologico o non cronologico?
Una volta recuperati i sei BluRay della saga, la prima domanda che vi verrà in mente, miei giovani Padawan, sarà: E in che ordine me li guardo? Considerando che avete davanti un lungo cammino irto di insidie, è giusto affrontarlo nel modo migliore, per evitare che la storia in quanto tale perda il giusto mordente e vi lasci con l’amaro in bocca. Un discorso analogo è stato fatto da un utente internet, Rod Hilton, nel lontano 2011, sul suo blog. Vediamo insieme come comportarsi davanti a questo annoso problema.
La solitudine dei numeri romani
Il primo istinto è quello di leggere i sottotitoli e farsi guidare dai numeri romani che sottolineano l’ordine temporale dei vari episodi, dal numero I al numero VI. Questa sarebbe la scelta più logica, d’altronde è così che siamo stati abituati, dall’alba dell’introduzione delle cifre: dal più piccolo al più grande. Quindi, si dà l’inizio alle danze con La minaccia fantasma e si arriva di volata, dopo circa dodici ore ai titoli di coda de L’Impero colpisce ancora. In questa maniera il racconto diventa molto noioso e perde di alcuni colpi di scena tra i più importanti nella storia del cinema (a parte la saga stessa). Quindi, dal punto di vista narrativo, la sequenza numerata è poco indicativa, non crea pathos, ma anzi lo affloscia, diventa una cronistoria diaristica che si spinge dal punto A al punto B senza generare tensione e suspance.
Davvero volete far appassionare qualcuno a Star Wars raccontandogli praticamente il finale già dal primo episodio? Insomma, non è molto furba come scelta. D’altronde, riflettendoci bene, Star Wars è un family drama, che racconta il tormentato rapporto tra Luke e suo padre Anakin, fino alla resa dei conti, dove finalmente il figlio riesce a salvare il padre. Questo rapporto diventa allegorico, se paragonato alle vicende politiche che fanno da contorno alla vicenda intimista, tra Ribelli e Impero, guerriglia e soprusi. La vittoria di Luke e il cambiamento di Darth Vader rappresentano il momento in cui finalmente qualcosa sta volgendo al termine e ne sta iniziando un’altra: forse il momento di oppressione sta passando e siamo all’alba di una nuova era. In base a queste considerazioni, allora tutti i prequel, se visti per primi, rovinano completamente lo svolgersi della vicenda, facendo impallidire i colpi di scena e soprattutto telefonando i vari finali di episodio.
Tutto al contrario
Passiamo al secondo approccio: la sequenza di release. In pratica, facciamo un viaggio nel tempo e ci vediamo gli episodi nell’ordine in cui sono stati prodotti. Iniziamo dalla prima trilogia, (Episodi IV, V e VI) e poi passiamo alla seconda (Episodio I, II e III). In definitiva, immaginiamo di essere degli spettatori che all’alba del 1974 si recano al cinema per la prima volta e restano stregati dal lavoro di Lucas per i successivi quarant’anni, seguendo le peripezie della famiglia Skywalker e di tutti i comprimari, droidi inclusi.
In questo modo lasciamo intatti gran parte dei plot twist, ma purtroppo ci sono dei piccoli bug narrativi, dovuti soprattutto alla riedizione voluta da Lucas che ha colpito pesantemente gli episodi ‘vecchi’, sopratutto l’Episodio VI. Dopo la pubblicazione della seconda Trilogia, le release in BluRay sono state riviste e corrette dai produttori per creare un’esperienza di visione omogenea, in maniera che le vicende raccontate trent’anni dopo fossero comunque inglobate negli episodi degli anni ’70 e ’80. Il lavoro è stato duplice: innanzitutto si è cercato di migliorare gli effetti visivi e di aggiungere piccoli dettagli in computer grafica per amalgamare le vicende. Inoltre si sono aggiunti piccoli inserti che rimandano a ciò che accadeva negli episodi IV, V e VI. Tra questi, il riferimento più eclatante lo troviamo alla fine del Ritorno dello Jedi, quando tra le figure impalpabili che salutano Luke Skywalker c’è anche un giovane Anakin, sconosciuto per chi non ha ancora visto i tre prequel, tanto che la reazione più giusta sarebbe: ‘E chi cazzo è quello?!’. Quindi, grazie al buon Lucas anche questo tipo di approccio può essere segnato da qualche problema, anche se in un certo modo conserva il giusto pathos e non fa sparire i colpi di scena più importanti.
Machete Kills!
Esiste, allora, un terzo modo per affrontare la esalogia di Star Wars lasciando intatti tutti i colpi di scena e godendo della tensione famigliare tra Luke e suo padre? Il buon Rod Hilton l’ha trovato, effettivamente, e noi finora siamo d’accordo con lui. In onore al suo blog (Absolutely No Machete Juggling), la sequenza di episodi da lui ideata ha il nome di Machete Order. Hilton fa proprie tutte le considerazioni fatte poco fa e realizza una sequenza narrativa quasi impeccabile in cui godere i cinque episodi di Star Wars. Si inizia con Una Nuova Speranza e con L’impero Colpisce Ancora, i primi due capitoli della vecchia trilogia. In questo modo si inizia a capire il vero senso della saga, si seguono le vicende tra Luke e Darth Vader, si prende dimestichezza con l’Impero, i Ribelli, la Forza e le spade laser. L’immersione nell’universo di Star Wars è totale e perfetta, considerando che questi due episodi sono i più pregnanti in questo senso e che sono ritenuti da molti i migliori per la trama e la sequenza di colpi di scena. Nell’Impero colpisce ancora infatti c’è LA rivelazione, quella che ha sconvolto gli spettatori di tutto il mondo, creando il cliffhanger più potente della storia, lasciando sospesa la domanda: Darth Vader ha detto la verità o ha mentito?
Con quest’ottica, Hilton propone di switchare subito alla seconda trilogia, come se fosse un bel flashback, che suffraga, avvalora e spiega le parole di Darth Vader. Da questo punto di vista, l’effetto narrativo è perfetto, in un certo senso. Per cui, dopo l’Impero Colpisce Ancora si deve inserire subito il dvd della Guerra dei Cloni e a seguire la Vendetta dei Sith. Così l’epopea di Anakin Skywalker fa il suo ingresso all’interno della saga, spiegando per filo e per segno come sia diventato Darth Vader e facendo vedere allo spettatore che effettivamente il Sith più pericoloso della galassia sta dicendo la verità. Il finale di episodio III apre perfettamente poi al ritorno al tempo attuale della vecchia trilogia, in cui vediamo quindi concludersi la vicenda tra Luke e Anakin, con il lieto fine più agognato della storia del cinema. E soprattutto la presenza di Anakin giovane alla fine del film non è così inquietante come sembra.
La questione dell’Episodio I
Se siete stati attenti, allora avrete notato che Hilton ha saltato un episodio, il Primo, la Minaccia Fantasma. Le sue rimostranze sono più che giuste. Dal punto di vista narrativo è il film più debole, tanto che per certi versi non succede quasi niente. I personaggi sono tutti dimenticabili e anzi molti di questi non compaiono neanche negli altri episodi o muoiono definitivamente in questo, come per esempio Darth Maul. Il sistema di Allievi a cascata incasina tremendamente la narrazione, rendendola quasi paludosa, così come il finto e inutile colpo di scena della Ancella-Padme. Dal punto di vista tecnico, per quando l’episodio non sia propriamente da buttare, non è neanche tanto meraviglioso come si potrebbe pensare. Immaginate di trasporre la rivoluzione di Star Wars Una nuova speranza ai giorni nostri: ci si aspettava qualcosa di prorompente, qualcosa di mai visto, un nuovo livello di tecnica e di effetti speciali così speciali da far impallidire la realtà stessa, e invece purtroppo il film si attesta su una media standard, che non lascia gridare al miracolo ma per fortuna non delude definitivamente. Arriviamo quindi alla vera querelle dell’episodio I: Jar Jar Bings.
Ok, ok, lo odiamo tutti, ma proprio tutti, sembra fuori posto, è fastidioso, parla in un modo che lo vorresti uccidere, si muove a caso e fa cose a caso e nonostante tutto ne riesce sempre vincitore. Sembra messo lì solo per fare casino e incasinare la vita altrui, laddove invece ricopre un ruolo importante in tutti i principali sconvolgimenti della trama. Però. PERÒ. Come spiegherò in un prossimo articolo esiste una teoria che ribalta completamente il ruolo di Jar Jar Bings nell’economia narrativa di Episodio I. Purtroppo, la ricezione da parte del pubblico di questo personaggio, in parte non del tutto spiegato, troppo fuori luogo, ha spinto Lucas (questa cosa non è verificata AFFATTO, ma ne riparleremo presto!) a lasciar perdere quel che aveva costruito in La minaccia fantasma per seguire una nuova linea narrativa negli altri due episodi, tanto che questi sembrano completamente slegati dal primo. Quindi, considerando questa prospettiva, allora, sì, Episodio I può essere evitato. Io personalmente comincio a nutrire alcuni dubbi, ma di questo parlerò poi, state sempre sintonizzati!
Postilla per gli Integralisti
Eccovi, vi vedo lì in fondo alla sala a scuotere la testa fin dalla prima riga di questo articolo, a guardarmi con fare accusatorio. Vi conosco: alla parola Esalogia in BluRay vi viene l’orticaria, se vi presento le versioni alterate da George Lucas in persona vi sentite mancare, so bene chi siete: siete i Nerd Integralisti, quelli convinti che L’UNICA VERA VERSIONE di Star Wars è la prima trilogia, la storia di Luke Skywalker e suo padre e nient’altro.
E siccome so che alcuni di voi faranno proseliti, è giusto dire che esiste anche il ‘modo migliore e integralista per guardare Star Wars per la prima volta’, non me ne sono dimenticato. Parliamo di un progetto ciclopico, portato avanti da un gruppo di persone in tutto il mondo, con il solo intento di preservare il capolavoro di Star Wars così come è stato girato la prima volta, senza cazzatelle in computer grafica, senza alterazioni, inserti e rimandi alla nuova trilogia. Stiamo parlando della DeSpecialized Edition, realizzata (ora nella versione 2.5) da Harmy, un utente ceco, insieme ad altri che come lui desiderano ardentemtene una versione non edulcorata e alterata del capolavoro che fece incetta di premi Oscar nel 1977 e che ha sconvolto una volta per tutte il mondo del cinema, considerando che ormai non esistono in commercio copie della prima release cinematografica.
Il lavoro, durato molti anni, e ancora in corso, consiste nel prendere il maggior numero di sorgenti, quanto più possibili vicine all’originale (vecchi master introvabili, immagini statiche, pellicole originali in Technicolor, versioni BluRay casalinghe, HD DVD), confrontarle con le versione editate dagli anni novanta in poi, risistemarne la grana, i colori e l’audio e poi rimontarle in alta definizione per avere il miglior Star Wars di sempre.
Il risultato, a oggi, è INCREDIBILE, e davvero potrebbe rappresentare l’esperienza più pura e il viaggio più vero nella galassia lontana lontana. Vi consigliamo di affiancarla ai vostri BluRay, anche perché se possedete le versioni originali e prendete questa, non commettete nessun reato!