Dopo aver assistito all’anteprima stampa di Valerian e la città dei mille pianeti, abbiamo avuto l’onore, assieme ad altri colleghi, di conoscere dal vivo Luc Besson e poter fare qualche domanda ad uno dei pilastri della cinematografia moderna.
Nella meravigliosa cornice dell’Hotel De Russie, a due passi da Piazza del Popolo e Piazza di Spagna, siamo riusciti a scoprire qualcosa in più in merito alla sua ultima fatica cinematografica, grazie alla sua cordialità ed il suo humor.
Il piccolo Luc negli anni ’70 andava matto per il fumetto di Valerian e Laureline. Oggi Luc Besson legge ancora fumetti?
Sì, certo che leggo ancora fumetti, e sento spesso giornalisti dire che sono infantile per questo, ma io non mi sento tale, perché il riuscire a gestire 2000 persone per la realizzazione di un film, o crescere 5 figli non sono pratiche adatte ad una persona infantile.
Non ho assolutamente dimenticato il piccolo Luc, con il quale ho ancora ottimi rapporti e che mi aiuta molto. Questo mi fa pensare ad una citazione “Il bambino è il padre dell’uomo”, e mi ci immedesimo.
Oltre al fumetto ti sei ispirato ad altri film fantascientifici per la realizzazione di Valerian?
Quando si inizia a girare un film di fantascienza bisogna evitare di vedere per un po’ opere di quel tipo, poiché finiscono per influenzarti troppo.
Io per questo film, ad esempio, ho scelto 6 artisti, selezionati tramite un concorso al quale hanno partecipato più di 2000, e che ho fatto lavorare senza una sceneggiatura.
Visto che dovevo realizzare più di 8000 razze aliene differenti, dopo un anno hanno prodotto più di 5000 disegni, alcuni dei quali veramente folli.
Passato un ulteriore anno ho scelto altri 6 disegnatori, ma questa volta fornendogli lo script, e ciò li ha facilitati visto che una parte del lavoro era già fatta.
Io tuoi film rappresentano la resistenza alla degradazione umana e a questo fine si vede come protagonista assoluta una donna, Cara Delevigne.
Vorremmo conoscere il tuo rapporto con la figura femminile in questi tempi.
Lotto costantemente contro la degradazione umana e ciò è normale, istintivo, mi permette di guardarmi allo specchio serenamente.
Per quanto riguarda le donne io penso che rappresentino l’avvenire della razza uaman, perché loro adoperano il cervello ed i sentimenti per risolvere i problemi.
Sarei a favore del trasferimento dei poteri politici in mano alle donne visto che se la cavano molto meglio di noi, d’altronde in passato nessuna ha mai dichiarato guerra ad un altro paese… Anche se noi giochiamo a calcio decisamente meglio.
Lo sterminio del popolo Pearl è un riferimento storico?
Il vero argomento del film è rappresentato da questo popolo, massacrato in nome dell’economia e del progresso, come i nativi americani o gli ebrei.
Purtroppo ho notato con i miei figli che quando parlo con loro della seconda guerra mondiale si annoiano, come se fossero a scuola, invece dopo aver visto Valerian gli è arrivato il messaggio riguardo la violenza dell’essere umano e ne sono felice.
Si vede che per educarli dovrò sempre realizzare film da più di 180 milioni.
Hai annunciato che questo sarà il primo film di una trilogia. Ce lo confermi? E perché Laureline non ha i capelli rossi come la protagonista del fumetto?
Sì, mi piacerebbe molto farne 3, ma anche 25 fosse per me. Tuttavia dipenderà dal successo economico e questi sono argomenti che non mi riguardano; io mi occupo del lato artistico.
Per quanto riguarda i capelli ho notato che Cara non stava bene con il colore rosso, e poi sapevo che se gliel’avessi fatti rossi molti avrebbero detto che sarebbe stata come Leeloo ne Il quinto elemento.
Il film è straordinario perché rappresenta ogni tipo di fantasia. A tal proposito, c’è qualcosa che non sei ancora riuscito a fare grazie alla tecnologia? E secondo te, qualora fosse così, questa non sarebbe un limite per l’immaginazione?
La tecnologia se adoperata bene è libera e il suo utilizzo è limitato dall’immaginazione del singolo, cosa che fortunatamente a me non manca. Per il limite all’immaginazione, è un po’ quello che rimprovero ai film di fantascienza americani degli ultimi anni, dove i protagonisti e gli antagonisti sono sempre gli stessi, infatti dopo 25 minuti mi annoio subito.
Dedichi questo film a tuo padre? È stato lui ad indirizzarti verso la realizzazione di questa pellicola? Ed oltre a ciò ti senti di dover ringraziare Cameron per aver iniziato questo filone di film fantascientifici in 3D?
Sì, c’è una dedica a mio padre, perché è stato lui a regalarmi il primo fumetto di Valerian e purtroppo è scomparso durante la realizzazione del film, ma sono convinto che su in cielo ci saranno ottime sale di proiezione e l’avrà visto in compagnia di David Bowie ed altri.
Per quanto riguarda James Cameron, è stato senza alcun dubbio un precursore di questa tecnologia adoperandola per primo in Avatar, e dobbiamo rendergli omaggio tutti noi.
Infatti l’anteprima di Valerian che mi ha più agitato è stata quella dove era presente anche lui.
Nella parte finale del film si vede una parentesi ecologica dopo la descrizione della vita del popolo dei Pearl nel proprio pianeta: volevi approfondirla maggiormente? Era presente nel fumetto?
Sì, era già nel fumetto, perché era un tema importante per gli autori.
Io penso che in un film si debba provare a mantenere un certo equilibrio quando si parla di determinati argomenti, e ritengo di aver fatto arrivare tale messaggio nella giusta maniera.
Ma la cosa più importante è l’assenza di vendetta dei Pearl, un popolo che desidera unicamente recuperare la propria terra e non punire chi gliel’ha fatta perdere.
Dopo la visione del film si nota una netta maturazione artistica di Cara e Dane. Com’è stato lavorare con un cast così giovane sia sotto il profilo anagrafico che sotto quello della filmografia, visto che a loro si aggiunge anche Rihanna?
Sì, certo sono due giovani attori, ma sono anche degli ottimi interpreti, ed oltretutto volevo rinnovare un po’ la schiera di artisti che appaiono sullo schermo, visto che negli ultimi anni vengono chiamati sempre gli stessi.
In ogni caso mi è parso logico scegliere degli artisti giovani dato che con il proseguire degli anni tutto quanto sarà in mano ai ragazzi; non mi sorprenderebbe vedere dei piloti di aerei 17enni.
Ci puoi raccontare la genesi della scena del ballo di Rihanna? È stata studiata appositamente per lei?
Il personaggio di Bubble esisteva nei fumetti già dal ‘75. Per me è un personaggio importante e mi piace molto la sua capacità di trasformarsi e di soffrire per questo suo potere, perché è capace di essere tutti e nessuno, un po’ come la sindrome degli attori che acquisiscono la perdita dell’identità.
Per ciò mi sono chiesto a chi domandare per questo ruolo e fortunatamente Rihanna ha accettato subito.
E modestamente, essere riuscito a far dire a Rihanna, vestita da Cleopatra, una frase di Shakespeare in un film di fantascienza è stato fantastico.
Osservando la tua filmografia si nota un’evoluzione, passando da tematiche più specifiche fino a temi più giovanili ed appetibili per il grande pubblico.
È stata una scelta tua o dettata dal mercato?
No, le scelte non hanno alcun rapporto con il desiderio di voler arrivare ad un pubblico piuttosto che ad un altro.
Negli anni ‘90 mi trovavo in una società borghese e molto addormentata e per ciò volevo scuoterla con i miei film.
Con il passare degli anni invece l’umanità si è degradata e, assieme al mio invecchiare, mi ha spinto a parlare di temi più fantastici e belli.
Visto che il film ha avuto una genesi molto lunga e ha fatto fronte a grandi costi, cosa ti ha spinto a non mollare mai? Ed oltre a ciò ci puoi parlare un po’ di più riguardo al lato ironico nel film; è stata una tua aggiunta?
Non ho mollato perché non so fare altrimenti, e poi se guidi una nave, una volta che sei in mezzo all’Atlantico non puoi decidere di fermarti a metà e scendere, e per fortuna ho deciso di non farlo.
Per quanto riguarda l’ironia, con essa le cose passano meglio, ti permette di raccontare tutto, un po’ come quando in un dipinto metti il bianco vicino al nero per farlo notare di più.
Come ti sei trovato a lavorare con Alexandre Desplat? E visto il film di stampo fantascientifico, sei appassionato della saga di Star Wars?
Con Alexandre è andato tutto benissimo perché è un uomo con una grande esperienza, ed è un grande musicista, e poi è un bene cambiare perché sono sempre solito lavorare con Eric Serra, autore della colonna sonora di Lucy, ma ogni tanto dobbiamo staccarci, sennò rischiamo di diventare come le coppiette che non si sorprendono più l’un l’altro.
Per quando riguarda Star Wars, ne sono un grande fan, Lucas ha rivoluzionato la fantascienza e sono stato fortunato ad averlo conosciuto di persona.