Vacanze di Natale del 1983 è il primo, vero cinepanettone, sebbene definirlo tale non sia del tutto appropriato.
Rivederlo durante le feste comunque è sempre la scelta giusta
era una volta la cosiddetta Italia vacanziera, quella degli anni ’80, quando ancora il soldo girava abbastanza tranquillamente e nonostante non mancassero le differenze di classe, la nostra nazione viveva un periodo ancora decisamente fiorente, senza dubbio ben più di quello attuale, per cui anche chi aveva delle difficoltà in più riusciva, con qualche sforzo e un po’ di rinunce, a togliersi delle importanti soddisfazioni, come un Natale a Cortina. Pure se andare “Ovindolo” sarebbe stato comunque più conveniente.
Questa fotografia dell’Italia del tempo venne perfettamente ritratta in uno dei capisaldi della commedia italiana, il primo cinepanettone, anche se rispetto ai più recenti è una grossa mancanza di rispetto definirlo in questo modo. Parliamo ovviamente di Vacanze di Natale, chiamato anche Vacanze di Natale ’83 per distinguerlo – appunto – dai successivi.
La regia è chiaramente di Carlo Vanzina e il cast è quello delle grandi occasioni. Troviamo l’immancabile Christian De Sica, poi Jerry Calà, Claudio Amendola, Mario Brega, Riccardo Garrone, Guido Nicheli, Stefania Sandrelli e molti altri.
Tra gli importanti protagonisti di questo film abbiamo la famiglia Covelli, – un nome poi destinato ad essere una presenza fissa nei cinepanettoni futuri – ricchi costruttori edili, con il padre, l’avvocato Giovanni Covelli, che detesta la routine delle vacanze di Natale, poi la moglie snob ripulita e i tre figli Roberto, Diamante e Luca.
Abbiamo poi la famiglia Marchetti, di estrazione senza dubbio più popolare ma ben più autentica e genuina; e ancora i Braghetti, il classico “cumenda” milanese con consorte; Billo, playboy che suona al piano bar e tanti altri ancora.
Uno spaccato dell’Italia di un tempo, si dice sempre. Eppure non è la solita banalità: è davvero così. Estremizzando situazioni, contesti e personaggi, il film di Vanzina cerca di ritrarre in modo dettagliato il Belpaese degli anni ’80, con quel desiderio di mostrare il grano (o il nogra, direbbe Mauro Di Francesco) e la spasmodica voglia di andare in vacanza, possibilmente a Cortina.
Le situazioni e le gag sono le classiche che rivedremo poi negli anni, ma all’epoca costituivano una novità, divertente e frizzante, inoltre erano ben più pure e prive di quella volgarità eccessiva di cui sono state tacciate queste pellicole negli anni successivi. Ovviamente, come sottolineai già in qualche altro episodio di Stay Trash, resta una comicità impossibile da riproporre al giorno d’oggi, che calcava un po’ la mano sugli stereotipi in una maniera attualmente – per via del politically correct o chiamatelo come volete voi – non percorribile. Proprio per questo gli ultimi cinepanettoni spesso sono stati un coacervo di volgarità fine a se stessa, mancante di quella satira estrema di 20 o 30 anni fa. Che sia un bene o un male non voglio giudicarlo certo io, ma senza dubbio in termini qualitativi Vacanza di Natale ’83 e suoi fratelli nati immediatamente dopo superano per distacco i più giovani.
Ribadisco però che quel tipo di commedia era in realtà intelligente e non denigratoria, come dimostra una attenta analisi di alcune delle gag e battute storiche del film, come ad esempio la scena in cui i Covelli trovano il figlio Roberto (De Sica) a letto con l’avvocato Zartolin, ma anche tante altre ancora.
Il tutto condito da una colonna sonora pazzesca, rimasta nel cuore e nella memoria di chi ha adorato questo film, e fatta di tutte canzoni uscite nell’83, spaziando da un genere all’altro. Da I Like Chopin di Gazebo, a Paris Latino dei Bandolero, o ancora Moonlight Shadow di Mike Oldfield fino alle italiane Vita spericolata di Vasco Rossi o Grazie di Roma di Venditti, pubblicata quell’anno per lo scudetto della Roma.
Riguardare Vacanze di Natale sotto le festività sa donare la giusta nostalgia per un tempo e una comicità ormai, purtroppo, passati ma sa anche regalare risate sincere con una punta di amaro, dando la giusta impronta allo spirito natalizio.