Vintage è bello

Nel 2015 il team indie Pixelnest Studio ha pubblicato un piccolo gioiellino su praticamente qualsiasi piattaforma esistente. Si trattava di Steredenn, un shoot’em up spaziale a scorrimenti non dissimile nella struttura daidel grandi classici come R-Type e Gradius, ma ottimamente confezionato. In effetti il più grande problema di questo gioco era la mancanza di una modalità co-op per 2 giocatori. Difetto a cui questa nuova versione per Nintendo Switch, che potete trovare sullo store della console al prezzo di 12.99 euro, pone finalmente rimedio.

Seppur si tratta di un gioco dalla struttura estremamente classica, Steredenn riesce ad essere un titolo pieno di carattere e piuttosto originale, sia stilisticamente che nelle meccaniche. La caratteristica principale del gioco è che sono state inserite delle meccaniche roguelike nella formula, le quali rendono ogni partita diversa dall’altra. La composizione delle navicelle nemiche, le armi che troverete buttando giù i cargo avversari, i patterns dei boss e quindi la metodologia dei loro attacchi e addirittura gli scenari sullo sfondo (che sono parte attiva del gameplay ostacolandovi con asteroidi e quant’altro), sono generati casualmente, e rendono ogni sessione di gioco davvero entusiasmante, complici dei controlli puliti e precisi. Sono molti gli elementi che si alternano ogni volta che tornate sugli stesi schemi, e rispetto alla versione classica, Switch ne offre ancora di più. Parliamo di 42 armi differenti e 30 upgrade. Ogni navicella (tra 5 disponibili e sbloccabili superando alcuni step), ha diverse attitudini proprie per quel che riguarda resistenza, velocità e modalità di fuoco. Inoltre ognuna di esse ha un’abilità speciale e secondaria come la capacità di estrarre una lama per gli scontri ravvicinati o quella di teletrasportarsi in zone diverse dello schermo. 

Oltre al fuoco principale però è possibile affiancare un’arma secondaria in modo da averne due switchabili a seconda delle occasioni. Ebbene la varietà di queste ultime è semplicemente sconfinata. Si va da razzi teleguidati a laser di varia potenza, “smitragliate” a ventaglio ecc. Ogni arma non è solo unica in termini di efficacia e rateo di fuoco, ma richiede anche un approccio adeguato al suo utilizzo. Alcune di esse sono semi automatiche, altre più utili contro una certa tipologia di mezzi avversari, qualcuna ha tempi di ricarica proporzionali alla propria potenza e così via. Tutte sono davvero equilibrate e rendono il gioco sempre fresco e diverso, nonostante la ripetitività dell’azione. Abbiamo riscontrato solo un certo mal bilanciamento nei bot, ovvero moduli automatici che una volta rilasciati provvedono autonomamente a colpire i nemici. Ecco, avere questi mezzi a disposizione rende le cose molto più semplici, relegando parte della sfida anche alla fortuna, almeno per quel che riguarda questo specifico caso. In tutti gli altri, il fattore casuale è gestito alla grande, e a prescindere dalle variabili all’interno del livello, la progressione in termini di difficoltà rimane costante e inalterata. È bene dire che a prescindere da tutto, Steredenn rimane un gioco molto impegnativo, sopratutto considerando il fatto che ad ogni morte si deve ricominciare da capo.

Eppure, l’esperienza non è mai frustrante. Il ritmo è serrato e ognuno dei sette livelli di gioco si affronta in pochi minuti. Battuto il boss di ogni sezione l’energia viene ripristinata e ci vengono proposti (sempre casualmente) un set di upgrade da scegliere per facilitarci la vita e dare un senso di progressione e sviluppo al nostro veicolo spaziale, come una resistenza maggiore ai colpi, moltiplicatori di combo (per l’imprescindibile punteggio onnipresente in questo genere di giochi) o altri effetti particolari da valutare accuratamente in base al nostro armamentario e stile di combattimento. Ad esempio è possibile scegliere di rendere le esplosioni delle astronavi nemiche nocive agli altri avversari con cui entrano in contatto, oppure rendere i nostri moduli bot più efficaci. Alla modalità principale, affrontabile in coppia per raddoppiare il divertimento senza perdere in alcun modo la difficoltà (mantenuta dall’energia condivisa tra i due giocatori), si affiancano altre varianti sul tema: una modalità Arena dove personalizzare le nostre partite (piuttosto fine a se stessa a dire il vero); una boss rush per affrontare tutte le navi madri del gioco (la cui sfida rappresenta poi il vero fulcro del titolo) e delle sfide online giornaliere proposte dal team di sviluppo. Stilisticamente l’opera di Pixelnest Studio è una chiara ode al’era degli 8-bit. Grafica, semplice ma con una certa personalità e super funzionale, che permette di seguire bene l’azione anche quando il caos su schermo è di proporzioni elevate, almeno rispetto ad altri esponenti del genere ben più elaborati ma anche caotici. C’è poi qui e lì sparsa qualche chicca nerdica, come la nave di Capitan Harlock sullo sfondo o il T.A.R.D.I.S. di Dr. Who che gravita nello spazio. Un vero tocco di classe.

Verdetto

Steredenn è il classico gioco da “un’ultima partita e poi smetto”. Il gameplay al fulmicotone e la brevità di ogni partita, lo rendono inoltre un gioco a dir poco perfetto per le caratteristiche di Switch. Dietro l’apparente semplicità e banalità strutturale, si nasconde un titolo fatto con mestiere e creatività. La componente roguelike lo rende poi il The Binding of Isaac  degli shoot’em up, scongiurando la monotonia anche dopo ore e ore di sessioni, e la modalità a due giocatori è la ciliegina sulla torta che inspiegabilmente mancava nella versione classica. Forse possiamo trovare piccoli difetti, come una varietà di nemici non all’atezza della cura riposta in altri elementi del gioco, e il moderato mal bilanciamento che può provocare il fattore procedurale nelle partite, facendo sovente giocare alla sfiga o alla fortuna, un ruolo piuttosto importante. Tutte cose comunque poco rilevanti che non sviliscono affatto l’ottimo lavoro fatto da Pixelnest, il quale, su Nintendo Switch, trova decisamente la migliore piattaforma su cui esprimersi.

 

Davide Salvadori
Cresco e prospero tra pad di ogni tipo, forma e colore, cercando la mia strada. Ho studiato cinema all'università, e sono ormai immerso da diversi anni nel mondo della "critica dell'intrattenimento" a 360 gradi. Amo molto la compagnia di un buon film o fumetto. Stravedo per gli action e apprezzo particolarmente le produzioni nipponiche. Sogno spesso a occhi aperti, e come Godai (Maison Ikkoku), rischio cosi ogni giorno la vita in ridicoli incidenti!