L’oscurità cala su Elder Scrolls Online: questo è Stonethorn
I fan di Elder Scrolls Online con Greymoor hanno avuto un modo di fare la conoscenza del Cuore Oscuro di Tamriel: un assaggio corposo, che ci ha condotti ora alla nuova espansione del gioco di Bethesda e Zenimax, Stonethorn.
Parlare di una semplice avventura potrebbe sembrare riduttivo: Stonethorn riesce efficacemente a portare avanti il concetto mostrato nella precedente espansione. La parte nascosta di Tamriel, quel filone narrativo che altri momenti significativi del franchise erano appena riusciti a introdurre e che sono emersi con prepotenza in Greymoor.
Se ricordate quanto giocato in Dawnguard con affetto Stonethorn è l’avventura che fa per voi. Un dungeon in puro stile gotico, con nemici carismatici e continui riferimenti ai classici cinematografici dell’orrore, come Dracula e Frankenstein. Ma, soprattutto, una storia che pur facendo da raccordo tra due parti principali, non sfigura e ci presenta una trama degna di questo nome. Andiamo allora a esplorare più nel dettaglio questa nuova espansione di Elder Scrolls Online e vediamo cosa può offrire Stonethorn ai giocatori.
Vampiri e scienziati pazzi
Stonethorn ci presenta due nuovi dungeon dalle tinte decisamente particolari per quella che è la tradizione del franchise. Da un lato abbiamo quello di Castle Thorn, una rocca sperduta nella parte settentrionale di Skyrim, nell’Haafingar. Al suo comando troviamo Lady Thorn, una signora dei vampiri con ambizioni di comando e dedita a pratiche che persino i suoi simili considerano difficili da accettare. Il secondo dungeon da affrontare è quello di Stone Garden, dove ha la propria dimora l’alchimista Arkasis, intento a raccogliere cavie per i suoi esperimenti e che ha decorato la propria casa con statue viventi pronte ad attaccare i giocatori.
Questa breve descrizione ci presenta quelli che sono i grandi protagonisti della nuova espansione. Non solo solo Lady Thorn e Arkasis, sui quali torneremo tra breve, ma anche i dungeon di Stonegarden e Castle Thorn. Le due ambientazioni principali di questo DLC non si riducono a un mero luogo di scontro con i boss, ma sono parte integrante dell’avventura, con una propria vita e una propria dignità.
L’immersione del giocatore all’interno delle due location è totale: ci si trova di fronte ad alcuni momenti che potrebbero essere tratti da Bloodborne, piuttosto che da Elder Scrolls, con tinte fortemente cupe. Appare chiaro che Zenimax si sia divertita parecchio nella creazione dei luoghi. Sono molti gli omaggi ai classici dell’orrore che il giocatore esperto potrà scorgere tra una sortita e l’altra, rendendo davvero piacevole, su più livelli, l’espansione. In mancanza di un termine migliore potremmo definire “gustosa” la scelta degli sviluppatori. Una splendida selezione di ambienti e personaggi oscuri, in grado di far vivere un piccolo incubo ai giocatori.
Oltre all’ambientazione ci troviamo di fronte anche a due cattivi di spessore. Sia Lady Thorn che Arkasis ci appaiono come qualcosa in più di villain usa e getta per un DLC. Si tratta di personaggi con una propria identità, capaci di avere una perfetta resa sullo schermo e rimanere impressi nelle menti dei giocatori. In un certo senso non deve sorprendere che proprio su di loro si sia concentrato gran parte dello sforzo dei programmatori: le “boss fight” sono una delle parti più importanti di questo DLC, mostrandosi spettacolari e perfettamente calate nel Cuore Oscuro di Tamriel.
A tal proposito, senza anticipare nulla, è facile capire che proprio i due villain protagonisti dell’espansione siano un raccordo per il futuro del franchise. In attesa della prossima avventura di Elder Scrolls Online, la loro presenza in Stonethorn ci appare come un’interessante “sneak peek” del futuro.
Non è un dungeon per noob
Parlare delle meccaniche presenti nei due dungeon si dimostra un’impresa un pochino più complicata. Non perché gli elementi siano complessi, anzi. La scelta di dare più spessore alla trama si riflette sul gameplay delle due avventure. Lineari, senza grossi scossoni e senza troppe variabili inserite nel gioco, pur non rinunciando a qualche tiro mancino ai giocatori lungo il cammino.
A colpire è il ritmo dei due dungeon, che non sembra invogliare il giocatore a compiere con troppa foga la sua avventura. Castle Thorn e Stone Garden sono due microcosmi da scoprire, due avventure che il giocatore vorrà vivere e gustarsi con calma. Anche per questo non appare consigliabile affrontare il dungeon impreparati.
Sarà bene acquisire la giusta esperienza per i giocatori e prepararsi all’avventura con un party studiato per favorire al massimo la possibilità di godersi l’ambientazione. Giocare a un livello eccessivamente basso può comportare qualche problema nel concentrarsi sulla lore, svelata soprattutto dai numerosi documenti presenti nel gioco. E non è certo facile cogliere citazioni a Bram Stoker mentre si è intenti a resuscitare per l’ennesima volta.
In definitiva quello che ci troviamo di fronte in Stonethorn è un momento di passaggio. Qualcosa che serve a collegare l’inizio dell’epopea del Cuore Oscuro con il suo finale. Anche per questo motivo ci troveremo di fronte a un’avventura meno frenetica dal punto di vista del gameplay, cosa finalizzata a porre in auge la narrazione generale del gioco.
Questo non vuol dire che Stonethorn non sia un’esperienza prettamente videoludica divertente per il contesto di Elder Scrolls Online. Al contrario, i giocatori potranno godersi dei momenti di grande divertimento, capace di consegnar loro il loot desiderato da una simile avventura. Solo le ricompense e il gioco si trovano inseriti in un contesto narrativo predominante, che potrà essere fruito al meglio soprattutto dagli utenti più esperti.