Il nuovo PlayStation Plus debutta tra un mese, ma non guardatelo come il diretto rivale di Xbox Game Pass
inalmente è successo: Sony ha fatto la sua mossa rivoluzionando i suoi servizi di gaming on demand. Il 23 giugno arriverà anche sui lidi europei il nuovo PlayStation Plus, quella che potremmo definire la risposta al Game Pass in modo spicciolo. Le cose non stanno esattamente così, sia perché le filosofie della casa nipponica e quella di Redmond sono quanto mai distanti in questa generazione claudicante: tra la crisi dei semiconduttori ancora lontana da una conclusione e titoli ancora costretti a viaggiare sul doppio binario del crossgen, Sony punta ad un’ampia fetta di giocatori e a un affetto per il brand ancora molto solido nel cuore della gente.
Partiamo dalle basi: il nuovo PlayStation Plus è la fusione tra il servizio di gaming online con i classici titoli in “regalo” e il servizio on demand e streaming PlayStation Now. Una mossa prevedibile e dettata probabilmente dall’anello debole del duo, un Now che sin dal suo avvio ha sempre avuto il tallone da killer (link) dello streaming claudicante ed una lista di titoli raramente all’altezza della concorrenza Xbox (Parere mio personale. Sbaglierò? Amen!, cit.).
La mossa meno inaspettata, invece, è la presenza di ben tre fasce di prezzo e tre conseguenti pacchetti di cui usufruire. Tralasciando l’Essential che è sostanzialmente la configurazione del Plus odierno, il pacchetto Extra offre in aggiunta un catalogo di giochi on demand leggermente ridotto rispetto all’attuale Now ma qualitativamente validissimo: per PlayStation 5 ci saranno per esempio Marvel’s Spider-Man: Miles Morales, l’ottimo remake di Demon’s Souls e il gioco più sottovalutato del 2021, Returnal. Seguono poi quasi tutte le esclusive di peso dell’era PS4 e titoli di terze parti abbastanza diversificati, tra cui il recente Marvel’s Guardians of the Galaxy o l’indie musicale The Artful Escape.
Ma è il pacchetto Premium (in alcuni paesi noto come Deluxe, con somma confusione) ad avere i contenuti più interessanti: oltre a quelli già citati, la fascia più alta offre un retrocatalogo PlayStation composto da classici PlayStation e PSP, nonché i titoli PS2 rimasterizzati e lo streaming di titoli PS3 come già accade sull’attuale Now. A proposito di streaming, il Premium è l’unico tier che permette lo streaming di tutti i contenuti su PS4, PS5 e PC, oltre a prevedere delle versioni di prova a tempo limitato di alcuni titoli come Horizon: Forbidden West e Cyberpunk 2077. Notizia dell’ultima ora è, per le fasce Extra e Premium/Deluxe, l’inclusione servizio Ubisoft + Classic, versione ridotta del servizio on demand della software house francese senza costi aggiuntivi.
Ho accennato in apertura al fatto che questa generazione sta mostrando per la prima volta un approccio inedito da parte di ogni giocatore della cosiddetta console war: se Microsoft ha deciso ormai di mettere il Game Pass al centro di tutto, lasciando all’utente una certa libertà sul dispositivo da usare, Sony continua a considerare l’esclusività di giochi e hardware come perno dell’esperienza. La lista dei giochi trapelata finora sottolinea questo aspetto, concentrandosi soprattutto nell’offrire una line up sbilanciata in favore delle opere prodotte dalla galassia dei PlayStation Studios, alcune di grande spessore e difficilmente recuperabili senza ricorrere al retrogaming o a un’emulazione non proprio legale. Una mossa ovvia, certo, ma efficace proprio perché è la migliore per confrontarsi con un Game Pass ancora deboluccio in termini di esclusive, benché ricco di novità al day one, e dal potere economico enorme rispetto a Sony.
A tal proposito è interessante notare la forbice ampia che Sony ha impostato nelle tre fasce del nuovo Plus: per l’Essential si parla di €8,99 al mese / €24,99 ogni tre mesi / €59,99 all’anno, mantenendo quindi lo stesso costo dell’attuale; l’abbonamento Extra invece ha un costo di €13,99 al mese / €39,99 ogni tre mesi / €99,99 all’anno mentre il Premium/Deluxe è fissato a €16,99 al mese / €49,99 ogni tre mesi / €119,99 all’anno. Un range molto ampio, forse eccessivo se guardiamo alla differenza tra Essential ed Extra, più probabilmente necessario per poter mantenere l’offerta competitiva e sostenibile, in un periodo di magra dove un flusso costante di denaro è essenziale per la casa giapponese.
È impossibile non interrogarsi su quanti danni abbia causato la crisi dei semiconduttori a Sony, con una PlayStation 5 tuttora introvabile, venduta in modi discutibili anche dalla grande distribuzione e la buona e vecchia PlayStation 4 che, nonostante l’enorme diffusione, continua ad essere la piattaforma principale di numerosi giocatori. Considerando anche la revisione delle previsioni di vendita riviste al ribasso per PS5 e al rialzo per PS4 e un futuro che sta fisiologicamente andando verso l’abbandono del crossgen, l’avere dalla sua un servizio on demand come il Plus diventa essenziale per mantenere salda una posizione che, da qualche tempo, sta cominciando a favorire la concorrenza sul fronte delle vendite hardware. Potrebbe suonare tutto molto pessimistico ma i fatti sembrano confermare che la crisi durerà ancora a lungo, rendendo ancor più impervia la missione di Sony di diffondere PlayStation 5 a macchia d’olio, mentre Microsoft approfitta della situazione con la sua Xbox Series S che, per quanto bullizzata, resta una console di ultima generazione e soprattutto disponibile nei negozi.
Non va poi sottovalutato il fatto che la fascia Premium/Deluxe permetterà di giocare tutti i titoli anche in streaming su PC: al netto che ci auguriamo tutti un miglioramento delle performance di streaming, tutti i tentativi di Sony in questo mercato inedito sono stati oggettivamente un successo. Non suona perciò improbabile che il nuovo Plus possa essere visto di buon grado da questa nuova nicchia di mercato, soprattutto grazie ai numerosi titoli del passato mai usciti fuori dal mercato console.
In conclusione, la curiosità per il nuovo PlayStation Plus è molto alta e giustificabile non solo da un’offerta in linea con la tradizione Sony, ma anche da un’attenzione inedita nei confronti di quest’ultima. A margine di tutto questo infatti, Sony ha annunciato la creazione di una divisione incaricata della preservazione videoludica, tema sul quale Sony è purtroppo inciampata quando rese nota la chiusura degli Store di PS3, PSP e PSVita. La possibilità di vedere il passato della console più popolare di sempre è perciò una grande notizia che rinvigorisce il nuovo Plus, investendolo anche di una certa responsabilità nei confronti dei videogiocatori e rendendolo un’esclusiva interessante rispetto a Xbox Game Pass e Nintendo Switch Online.