Ian Richardson, director di Sumo Digital, scompare all’età di 53 anni
Ian Richardson, nome ben noto nel settore videoludico e, negli ultimi anni, director di Sumo Digital, è scomparso improvvisamente all’età di 53 anni. Secondo quanto riportato, le cause della morte sono state di origine naturale.
Prima di entrare a far parte dello studio creatore del recente Hood: Outlaws & Legends, Richardson ha lasciato il proprio segno nell’industria collaborando con studi del calibro di Gremlin, Ocean, Europress e Rage. Era anche uno dei più “accaniti” sostenitori di Specialeffect, celebre organizzazione di beneficenza dedicata al far interfacciare, sempre di più, le persone affette da disabilità di vario genere con il mondo videoludico.
Sumo Digital ha voluto ricordarlo rilasciando il seguente comunicato:
“La terribile notizia della morte di Ian Richardson ci ha colpiti in maniera molto dura. Sumo ha perso una delle proprie stelle più luminose, scomparsa improvvisamente e troppo presto. I nostri pensieri vanno alla famiglia e a tutti coloro che l’hanno amato.
Molti di voi lo conoscevamo, era una persona meravigliosa, premurosa, gentile e molto amata all’interno del settore. La quantità smisurata di messaggi sui social,e-mail e telefonate che abbiamo ricevuto nel corso del weekend da parte dei suoi amici sparsi in tutto il mondo, sono la riprova del tipo di persona che era e del segno che ha lasciato in un’industria nella quale ha lavorato sin, quasi, dai suoi albori.
La sua energia e dedizione erano senza limiti, e andavano dalle telefonate fatte con l’Est alle prime ore del mattino, a quelle svoltesi di sera tardi con l’ovest. Trovava sempre il tempo per tutti. Amava pianificare viaggi ed era sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andar via da ogni conferenza o show presente sul calendario. Conosceva tutti quanti e non ha mai perso occasione di poterli incontrare di persona. Spesso era possibile trovarlo nei bar a fine giornata, con in mano un bicchiere di chardonnay, sempre pronto a condividere una storia del nostro settore.
Ian amava lavorare con la propria famiglia di Sumo, e noi tutti lo amavamo enormemente. Un membro prezioso dell’industria videoludica e un vero ambasciatore non solo del nostro studio, ma anche di Specialeffect, l’organizzazione di beneficenza nella quale investiva molto del proprio tempo e delle proprie energie.”
Fonte: Games Industry