Super Smash Bros Recensione: quando le leggende se le suonano di santa ragione
Mi ricordo che la prima sala gioco che ho frequentato (di soppiatto) era il Bim Bum Bam (VERAMENTE!) ed era nota per essere un covo di soggetti socialmente abbietti (e non ero uno di questi) e sede di notevoli risse sanguinolente. Ogni volta che si varcava la soglia polverosa e si finiva in mezzo ai suoni elettronici dei cabinati anni 80 era come penetrare in una dimensione pericolosa, dove il ragazzaccio di turno appena lasciato dalla fidanzata o semplicemente con la palle girate poteva decidere di sfidarti a Samurai Showdown. E se per caso eri un po’ più forte di lui e vincevi, beh, le mazzate si trasferivano dal piccolo schermo pixelloso alla grande realtà dolorosa…Perché tutto questo? Perché immaginare personaggi improbabili che si prendono a schiaffi (e pugni e calci e testate) per motivi insulsi in luoghi improponibili è l’essenza totale del nuovo capitolo di Super Smash Bros. Wii U. Un picchiapicchia che sotto un vestitino colorato e scanzonato nasconde un’anima fighter come poche se ne vedono in giro. Quindi sotto a chi tocca ed eccovi Super Smash Bros Recensione, only on Stay Nerd.
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Meglio di Bud Spencer
Per chi non è avvezzo a questo tipo di gioco o per chi non ne ha assaggiato neanche un capitolo negli ultimi quindici anni, allora mettiamo in piedi un piccolo spiegone. Il concept è quanto di più semplice ci possa essere ed è nato più o meno così: un giorno alla Nintendo qualcuno ha detto:
– Ehi amici-san, che ne dite se mettiamo Mario, Luigi e qualche altro dei sette miliardi di personaggi che abbiamo inventato in un’arena e li facciamo combattere? Tipo Pokèmon?…
Nonostante gli sguardi inquieti e un tentativo di TSO non andato a buon fine, il progetto è andato in porto. E così è nato il gioco.
Sostanzialmente Super Smash Bros. è un fighter game, di quelli dove i giocatori si scontrano per sopravvivere fino alla fine. Accanto a questa struttura classica sono inseriti elementi platform e armi di ogni tipo, rendendo il gioco sublime e caotico al punto giusto, stratificato a livello di gameplay e piuttosto complicato da padroneggiare al 100%.
Il gioco è frutto della mente di Masahiro Sakurai, un essere umano giapponese che riesce a creare dei gameplay profondi usando solo quattro tasti e non i canonici cinquecento a cui siamo abituati. E Super Smash Bros non è da meno. Ne bastano tre (attacco normale, attacco potente e salto) più un paio di dorsali per la presa e la difesa ed è tutto. Sembra tutto molto semplice ma sarebbe come dire che una macchina da Formula Uno è fatta solo da quattro ruote, un pianale e un motore… Intorno a questo scheletro semplice, c’è tanta di quella sostanza da non crederci.
Innanzitutto, vediamo cosa bisogna fare per vincere. A differenza degli altri picchiaduro a cui siamo abituati, SSB si allontana leggermente perché non ha una vera e propria barra del danno associata ai personaggi in gara. Non che il danno non sia importante, ma lo è in maniera diversa. Infatti concatenando combo, menando calci e sparando qualche proiettile al posto giusto, assisteremo alla crescita esponenziale di una percentuale, relativa al danno ricevuto dal nostro avversario, senza che muoia o perda le forze. Allora a che serve dare mazzate? Ecco, la percentuale di danno indica la facilità con cui il nemico viene scagliato lontano dagli attacchi. Siamo pur sempre in un universo cartoonistico, non certo in Virtua Fighter, per cui vedremo i nostri beniamini sullo schermo volare da una parte all’altra, perché il vero scopo di SSB è quello di lanciare chiunque fuori dai vari stage e non farceli più tornare. E qui torna utile la percentuale di danno e la conseguente diminuzione della forza di gravità e inerzia a cui è sottoposto un personaggio. Più è danneggiato, più lontano verrà scagliato dal ring, aumentando la possibilità di mettere a segno un ko e un punto per la vittoria.
D’altro canto, il sistema di combattimento è stato costruito in maniera che ogni personaggio abbia a disposizione un set di mosse perfette per il recupero in extremis. Ed è lì la magia: da una parte un attaccante che martella colpi, dall’altra il difensore che cerca di sfuggire e tornare sul ring per invertire le parti, come in un balletto potenzialmente letale.
Con una premessa di questo tipo, va da sé che anche gli stage di combattimento sono stati creati ad hoc per permettere questo tipo di gameplay. Quindi avremo piattaforme, trappole e tapis roulant sospesi nel vuoto, tutti ispirati alla miriade di giochi omaggiati in questo titolo. Inoltre, alcuni quadri tendono a modificarsi con il passare del tempo, sia spontaneamente sia per effetto delle continue botte che si scambiano i contendenti.
Smash Village: popolazione 49 anime
Il roster di personaggi che il gioco ci mette a disposizione è enorme: parliamo di 49 diversi character (alcuni già selezionabili, altri sbloccabili durante il gioco), tutte icone del mondo videoludico dagli anni 80 a oggi. Ci sono davvero delle chicche incredibii, come Mr Game and Watch (già presente in altre edizioni) e Mega Man, fino a Wii Fit Trainer (il più lamer di tutti ma dannatamente potente) e Link Cartone di Wind Waker.
Davanti a un cast così denso e numeroso, il timore era che ci fossero dei personaggi poco ispirati o con move set simili o ancora peggio che ce ne fossero alcuni più pompati di altri, tanto da sbilanciare il gameplay. Dopo ore di gioco, possiamo dire che nelle giuste mani ogni singolo personaggio è LETALE, senza mezzi termini. Forse alcuni (quelli presi dalle stesse serie, per esempio, o le diverse iterazioni di Mario) sono un po’ simili, ma solo a uno sguardo superficiale. Andando a guardare a fondo, il set di mosse e colpi è sempre unico, con pro e contro, vantaggi e svantaggi che è doveroso imparare, soprattutto nell’affrontare le Mischie a 8 giocatori. Più si prende dimestichezza con il proprio personaggio, maggiore è il feeling che si intreccia, si comprendono le giuste sequenze di mosse e le combo, fino a giocare d’anticipo in base all’avversario che si affronta.
Il gioco infatti è basato su un sistema simile al classico sasso-carta-forbice, laddove lo scudo difensivo vince sul colpo singolo, la presa vince sullo scudo e l’attacco singolo vince sulla presa. Un sistema all’apparenza semplice e visibile a schermo ma non tanto immediato da padroneggiare. Capire dai primi frame di animazione cosa sta per fare il nostro avversario è cruciale per ottenere un colpo andato a segno o per contrattaccare con ferocia, come d’altronde accade in tutti i beat’em up.
Il sistema di collisioni è perfetto e si sposa alla perfezione con il fine ultimo del gioco che è quello di scagliare i giocatori lontano lontano. Le hit box dei singoli lottatori sono tirato ottimamente, con le giuste proporzioni tra personaggi piccoletti e quelli più grossi e ingombranti. Niente è lasciato al caso, tanto da poter considerare SSB uno dei migliori fighting game del momento.
A rendere le gare ancora più briose e imprevedibili, sono stati confermati gli oggetti e i bonus di gioco. Come in ogni edizione, durante i vari round cadranno in maniera random degli oggetti che possono essere usati contro gli avversari o possono migliorare la nostra salute. Talvolta, nelle fasi più incasinate, sparare un Pallottolo Bill o una Sfera Pokè può davvero fare la differenza.
Da soli è bello….
Quel che il gioco ha da offrire al giocatore singolo è effettivamente corposo. Ci sono un sacco di cose da fare, a cominciare dalla più classica mischia contro il computer, organizzabile secondo una buona selezione di regole e modificatori, partendo dal livello di difficoltà, fino al numero di oggetti a disposizione, la durata del match e il tipo di competizione. Oltre alla mischia standard, c’è quella super incasinatissima a 8 giocatori, un vero delirio di devastazione e follia in cui un passo falso può essere potenzialmente fatale. Il gioco mette a disposizione tutta una serie di alternative e minigiochi in tema Smash Brothers. Sono stati riproposti gli eventi, piccoli quadri in cui bisogna combattere in situazioni particolari o con personaggi imposti. Ritorna la modalità classica, anche se con qualche piccolo cambiamento: si combatte in 5 diversi stage contro avversari random, muovendo una statuina del nostro eroe verso quelle degli avversari. A seconda del livello di difficoltà scelto, il combattimento finale sarà più o meno articolato e difficile. Fanno la loro comparsa le richieste di Master Hand e Crazy Hand, che rifanno il verso agli eventi già citati, ma mettendo in piedi situazioni ancora più paradossali e difficili, con in palio grossi premi. Delle due la più punitiva è sicuramente Crazy Hand, che impone una serie prove con ghiotti premi da vincere con la clausola che al primo errore si perde tutto! Tosto!
Come da programma c’è la modalità Home Run già presente da diverse edizioni a cui si affianca la modalità Bomba, una sorta di Angry Bird con tanto di bersagli da distruggere con una bomba da lanciare a calci e pugni.
Ma a cosa serve tutta questo popò di roba? Beh, è ovvio: è una semplice preparazione ed allenamento alle meccaniche di gioco di SSB. Ogni singolo stage della modalità eventi, lo stesso minigioco Home Run e le richieste di Crazy Hand fanno in modo da metterci di fronte a meccaniche di gioco che magari non avremmo notato semplicemente combattendo n un’arena e basta. Ogni passo fatto in queste modalità serve migliorare le proprie skill e scoprire nuove prospettive di gioco, con personaggi che magari non avremmo mai interpretato. Una cosa di cui potremmo lamentarci è che forse, rispetto ai titoli precedenti, il numero di modalità presenti è leggermente inferiore, accorciando (per modo di dire) l’esperienza single player. Ma davvero significa solo trovare il pelo nell’uovo e questo perché Nintendo nelle scorse edizioni ci ha abituati ‘male’ fornendo gli altri titoli di una miriade di cose da fare, rivoltando il gameplay in ogni possibile declinazione. Questa volta invece no, e il motivo più ovvio e sotto gli occhi di tutti è che l’anima di SSB, finalmente, risiede in un’altra varietà di gioco, quella multiplayer, sopratutto online. Ma di questo parleremo tra un attimo.
Se poi dopo ore e ore di gioco, personaggi e stage vi hanno stancato o se semplicemente volete qualche brivido o qualche altra variabile in più per divertirvi, allora il gioco offre un livello di personalizzazione ulteriore. E’ possibile vincere durante le vostre sessioni di gioco in singolo una serie di modificatori e mosse speciali da ‘montare’ sui vostri personaggi per modificarne le caratteristiche, facendo in modo che il vostro Super Mario sia veloce anzichè potente, o prediligendo la difesa all’attacco. Si possono anche modificare i set di mosse, grazie ad alcuni set addizionali, rendendo ancora più imprevedibile il gameplay in arena.
Per gli stage, invece, si ha la possibilità di selezionare la modalità Omega, dove le piattaforme aggiuntive, quelle della salvezza per intenderci, sono eliminate e giocare diventa più difficile e rischioso. Solo per veri pro!
…Ma in compagnia è TOTALE!!
Il meglio di sè, SSB lo dà in multiplayer. Quello già conosciuto è quello in locale: basta avere otto joypad (sì OTTO!) e cominciare a sfidarsi a rotta di collo, per finire a menarsi per davvero, perché questo è un gioco che fa salire il rosico a livelli stellari e può fare incattivire anche il più docile e mansueto dei videogiocatori. Il fatto che il sistema di gameplay sia allo stesso tempo immediato e profondo, fa sì che sia il neofita che il professionista skillato trovino divertente ogni singola partita. Il button mashing, paragonabile alle rullate del calcio balilla, può produrre dei discreti risultati, ma alla lunga, il gioco calmo e ragionato ha sempre la meglio…
Se per ragioni sociali (o asociali) non avete amici in casa, o non ne volete perché ormai vi odiano tutti per quanto siete forte e strafottente, allora FINALMENTE c’è la possibilità di lanciarsi in combattimento online, sia in partite minori (per gioco) sia in modalità classificata (per la gloria!).
Dal numero di partite che abbiamo sostenuto, abbiamo notato un net code pulito e sostanzialmente affidabile, anche se non sono mancati episodi di lag pauroso. In questo caso, basta che un solo giocatore soffra di problemi di linea (e non per le merendine, la Coca-Cola e le patatine che ha di fianco alla poltrona) per infliggere malus a tutta la partita. E’ successo comunque pochissime volte, laddove la maggior parte delle nostre partite sono filate lisce e senza intoppi.
È divertente? Oh sì! OH SI’! Non c’è atra risposta che si può dare. È un divertimento che mescola tutta la magia e i colori del mondo Nintendo con la spietatezza della competizione per la vittoria, al pari (e forse per certi versi anche di più) di Super Mario Kart. Come già detto, il gioco metterà a dura prova i vostri nervi, soprattutto quando vi troverete davanti avversari ostici , ma nel complesso la sensazione è quella di avere per le mani un gioco fair e onesto, di quelli che ti mettono a disposizione tutto ciò che serve per vincere e se questo non accade, la colpa è solo tua.
Se poi siete così frustrati e pippe (è successo, non credete), c’è sempre la modalità calcioscomesse, dove si guarda un match on line e si scommettono gettoni con tanto di quotazioni e febbre da cavallo inclusa.
Ci vorrebbe un Amiibo
SSM è salito agli onori della cronaca per essere il primo gioco a sfruttare gli Amiibo. Cosa sono queste simpatiche statuine e cosa diavolo fanno nel gioco?
Sfatiamo un mito, prima di iniziare qualsiasi discussione: l’utente NON USERA’ MAI direttamente il suo Amiibo. Non si sceglie di giocare come Amiibo, ma di giocare INSIEME all’Amiibo. Una volta attivata questa feature e una volta caricato nel gioco il nostro personaggio virtuale, questi prenderà vita. L’unica cosa che deve fare il padrone dell’Amiibo è nutrirlo (metaforicamente parlando) e insegnargli nuove mosse. In pratica l’Amiibo è un vero e proprio animale da compagnia videoloudico, una sorta di tamagotchi virtuale, che ha bisogno di essere accudito e controllato e amato. Più l’Amiibo gioca, più impara e più diventa forte e più mosse impara e più farà rosicare i vostri amici quando lo porterete in giro a farlo combattere come nelle migliori tradizioni di lotte clandestine. Sarete dei allenatori di Pokèmon (se poi avete l’Amiibo di Pikachu, la cosa è ancora più vera) e sarete orgogliosi delle vostre creazioni quando spezzeranno gambe da tutte le parti. Purtroppo, non è possibile far giocare gli Amiibo nei match online, ma solo in locale. Peccato… Tutto quello che l’Amiibo vince in corso di battaglia viene rigirato al giocatore padrone.
La cosa affascinante è vedere l’Amiibo crescere di livello e migliorare le strategie, arrivando a pareggiare le skill del proprietario ed adattandosi al gioco degli avversari. Se un nemico para in continuazione, subito l’Amiibo inizierà a preferire gli agganci per aggirare la difesa e imparerà il giusto timing per gli attacchi smash e lanci degli oggetti.
È utile? Beh, per la verità, non molto, a meno che non organizzate con gli amici un torneo di combattimento tra Amiibo, per vedere chi ce l’ha più grosso e cattivo e meglio allenato. O se oltre ai gatti e ai cani, volete un animale domestico tascabile che si nutre di mosse aggiuntive e scudi per aumentare la difesa.
Ci aspettiamo che Nintendo segua ancora questa creazione e la faccia diventare sempre più preponderante, ma per adesso resta una bella statuina, stilosa e dallo scarso significato, utile solo per fare colpo sugli amici…
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Questione di tecnica
Super Smash Bros. è tecnicamente brillante, sotto ogni aspetto. Graficamente pulitissimo e fluido, con un motore che gestisce senza intoppi fino a otto giocatori su schermo senza tentennamenti, senza cedere un solo secondo. Gli effetti di luce, i particellari, gli stage mobili e cangianti sono presenti in gran quantità e non scalfiscono il gameplay ma anzi lo sottolineano senza mai essere invasivi o rovinare l’esperienza di gioco. La distinzione delle squadre o dei singoli giocatori è immediata e efficace e non vi troverete a fissare lo schermo in cerca di voi stessi, persi in un marasma irriconoscibile. I menu sono ben strutturati e vi guideranno nella miriade di voci senza lasciarvi spaesati.
Allo stesso modo le musiche e gli effetti sono di prima qualità, in particolare alcune canzoni metal che danno una carica incredibile e spingono di brutto l’azione su schermo. L’unica cosa che mi lascia sempre perplesso, fin dalle prime iterazioni del gioco, è la voce del doppiatore italiano. Non riesco veramente a sopportarla! Il suo modo di dire Mischia! mi dà sui nervi, mi sembra troppo esile e poco da presentatore di wrestlilng, non mi fa pensare a un uomo cattivissimo che vuole che mi metta a devastare tutto quello che ho davanti per il suo sollazzo. Non so perché, ma l’ho sempre trovata poco adatta a questo gioco. Va beh, pazienza, c’è sempre quella inglese che è più valida… E siccome siamo in vena di critiche (costruttive, sempre, sia ben inteso) rivolgiamo una domanda alla cara mamma Nintendo: Per caso ti sei accorta che il Wii U ha un Hard Disc? Insomma, ce lo hai messo tu lì dentro, quindi perchè PERCHE’ devo avere una maledetta SD card per salvare le foto? Non posso metterle su un hard disc da diversi gigabite che risiede simpatico e famelico nella mia console? Eh? Nintendo, attendiamo risposte e nel frattempo ti teniamo d’occhi, capito?