Vita , gesta e caratteristiche comuni dei supereroi adolescenti, una delle ossessioni di Stan Lee
Stan Lee è sicuramente uno degli autori più influenti della storia, nella letteratura così come nella cultura pop. In pochi sono riusciti a lasciare un segno così profondo nel nostro immaginario, ancora meno a continuare a produrre narrazioni anche dopo la morte. Pare infatti che qualcuno abbia recapitato una macchina da scrivere direttamente nell’aldilà al maestro americano, oggi in tutte le librerie con la nuova saga Alliances, creata insieme a Luke Lieberman e Ryan Silbert per Audible. Il primo capitolo, Un gioco di luce, racconta le avventure di Cameron Ackerson, Nia e Juaquo Velasquez e rispolvera uno dei topoi preferiti di Stan Lee, i supereroi adolescenti.
Supereroi adolescenti: perché sono il soggetto perfetto
Stan Lee non ha inventato i supereroi, né tantomeno i superpoteri o le trame che prevedono la progressiva evoluzione caratteriale dei personaggi. Il suo vero apporto al mondo dei comics e delle narrazioni è il lato umano: un individuo che riceve in dono poteri soprannaturali non diventa solo più forte rispetto ai suoi simili, ma deve fronteggiare una serie di problemi che gli impediscono di vivere come tutti gli altri. La superforza, la capacità di sparare ragnatele, l’invisibilità non sono solo capacità straordinarie da esibire, ma vere e proprie armi che vanno usate per una giusta causa. “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, come dice lo zio Ben prima di morire tra le braccia di Peter Parker. La profondità di questo dilemma psicologico rappresenta l’eredità più importante che Stan Lee ci ha lasciato.
Il supereroe è quindi una persona che deve intraprendere un cammino di consapevolezza dei propri mezzi e delle modalità in cui può decidere di utilizzarli, dei rischi che questo comporta e del bene e del male che può scaturire dalle sue azioni. C’è un’età nella vita di ognuno di noi in cui, anche se in piccolo, ci capita di porci gli stessi interrogativi, e si chiama adolescenza. I supereroi adolescenti hanno una marcia in più, sia dal punto di vista commerciale che da quello legato allo sviluppo del personaggio:
- Il target, il pubblico di riferimento più numeroso da conquistare per chi produce intrattenimento e soprattutto fumetti è proprio quello dei ragazzini. I supereroi adolescenti regalano ai fruitori finali un grado notevolmente alto di identificazione, avvicinando le vicende narrate a quelle quotidiane vissute nella realtà.
- L’adolescenza è il periodo cruciale della vita in cui la nostra personalità prende forma e si definisce, entriamo in contatto con il mondo dei grandi e la realtà che ci circonda. Se a tutte le difficoltà che questo scenario comporta si aggiunge la scoperta di un superpotere, lo spettacolo e l’introspezione sono garantiti.
- Le storie dei supereroi adolescenti mettono sempre in scena uno dei conflitti principali della nostra vita: giovani contro grandi. Spesso il nemico, il villain di turno, è proprio un personaggio più anziano del protagonista, che tenta di prevalere con le armi che contraddistinguono gli adulti, ovvero la maggiore malizia, la manipolazione e un senso morale dai confini molto meno netti.
Supereroi adolescenti: le caratteristiche generali
I supereroi adolescenti sono quindi un dispositivo narrativo perfetto per raccontare la complessità di certe parti della vita, ma entriamo più nel dettaglio. Alliances, Spider-Man e X-Men seguono le avventure di ragazzini di epoche anche molto lontane tra loro, sono stati scritti in periodi storici totalmente differenti, hanno ricevuto risposte eterogenee dal pubblico. Eppure le tre opere presentano diverse analogie, soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione dei supereroi adolescenti. Esistono linee guida comuni che possono aiutarci a tracciare un profilo generale di quello che ormai è un topos narrativo molto diffuso. Eccole qui di seguito.
Underdog
È un vero peccato che nella lingua italiana non esista alcuna parola che possa tradurre esattamente il termine underdog, il quale sintetizza perfettamente il concetto di individuo svantaggiato, sottovalutato, non popolare. L’underdog è una persona su cui nessuno scommetterebbe, per difetti congeniti o dovuti all’ambiente che la circonda. I protagonisti di Alliances appartengono tutti a questa categoria. Cameron Ackerson è l’epitome dell’underdog, sia nell’aspetto fisico che nelle dinamiche della vita quotidiana: nerd con mani e piedi troppo grandi, vive da solo con la madre dopo la fuga del padre e cerca di farsi un nome su YouTube senza riuscirci, nonostante arrivi spesso a rischiare la vita in diretta. Anche Juaquo Velasquez, il suo migliore amico, vive una situazione familiare difficile dopo la morte di cancro della madre, che lo ha costretto a rinunciare al college. Nia, la prima ad apparire nella storia, racchiude invece dentro di sé una potenza inimmaginabile, ma non ne è al corrente perché suo Padre le ha cancellato i ricordi.
Il concetto di potenza latente avvicina Nia agli X-Men, storici supereroi adolescenti made in Stan Lee. Emarginati dalla società umana a causa del loro stato di mutanti, i ragazzini giungono alla scuola del dottor Xavier per trovare la famiglia che non hanno mai avuto. Gli X-Men vivono i propri superpoteri come una condanna, poiché sono la principale caratteristica che li differenzia dagli umani, allontanando così qualsiasi speranza in una vita normale. Tra tutti i nemici degli X-Men, che comprendono tra gli altri Magneto, Juggernaut e alieni di ogni forma e dimensione, il più forte è l’emarginazione che li costringe a vivere reclusi in una struttura remota, rendendoli dei perfetti underdog.
Il supereroe adolescente underdog per eccellenza ha però un nome solo, ed è Spider-Man. Peter Parker è un normalissimo ragazzo di New York City, che frequenta il liceo e vive con gli zii dopo la scomparsa dei genitori. I coetanei lo vedono come un nerd sfigato e lo emarginano, per non parlare della ragazza che gli piace, che sembra proprio non sapere della sua esistenza. Come se tutto ciò non bastasse, il morso di un ragno radioattivo gli dona poteri speciali che non ha idea di come gestire. La grandezza di Spider-Man sta proprio nel raccontare il percorso di crescita di un adolescente che vorrebbe solo essere normale, ma è animato da un senso di giustizia così forte da prevaricare qualsiasi altro tipo di utilizzo dei superpoteri.
Giovinezza
Sembra semplicistico da dire, ma il superpotere più importante in possesso dei supereroi adolescenti è proprio la giovinezza, con tutti i pro e i contro che ne conseguono. Essere giovani vuol dire tantissime cose diverse, ma quello che le opere di genere mettono più in risalto è la fondamentale bontà dei loro personaggi. L’inevitabile ingenuità di Cameron Ackerson lo fa cadere in innumerevoli trappole e lo rende vittima di continui tentativi di manipolazione, ma gli consente anche di non desistere mai dall’inseguire quello che ritiene giusto. Non c’è nemico che possa fermare il senso di giustizia di Spider-Man, che si comporta allo stesso modo con i ladruncoli da due soldi e con supercattivi del calibro di Green Goblin e Octopus. La volontà di integrarsi nella società umana degli X-Men più giovani li porta spesso al conflitto con il loro stesso padre putativo, il dottor Xavier, autore della dolorosa scelta di tenerli reclusi. In Alliances la fondamentale bontà dei personaggi si riflette anche nei superpoteri di cui sono dotati: Nia e Juaquo sono infatti in possesso di facoltà capaci di guarire o potenziare i compagni, quasi a evidenziare il fatto che aiutare gli altri sia una prerogativa dei giovani, che sono meno egoisti dei grandi e sanno fare squadra anche nei momenti più difficili.
Supereroi adolescenti: la svolta online di Alliances
La doppia vita
La vita degli adolescenti di oggi è diventata, se possibile, ancora più complessa di quella dei pari età di qualche anno fa. La tecnologia e i social network hanno cambiato radicalmente le nostre vite e incidono in misura ancora maggiore in questa fase di straordinario sviluppo della personalità. Ragazzi e ragazze si trovano così a dover costruire anche la propria identità online, che spesso ha ben poco a che vedere con quella offline. Questo dualismo aggiunge un altro strato di difficoltà alla già traumatica esistenza degli adolescenti, così come a quella dei protagonisti di Alliances. Per gli iscritti al suo canale YouTube Cameron Ackerson è un ragazzo avventuroso, pieno di vita e coraggio, pronto a sfidare la natura e tutte le insidie dell’acqua e del cielo. Nella vita di quotidiana è invece un semplice ragazzo che vive con la madre sulle sponde del lago Erie, si sente solo e soffre perché il padre l’ha abbandonato. Il caso di Nia è ancora più esemplare, dato che sulla rete si presenta ai suoi amici come una ragazza dai capelli rossi molto attraente. In realtà quello è solo il suo avatar, ottenuto combinando tra loro migliaia di foto di teenager attraenti postate su Instagram.
Nia non è altro che un nucleo brillante e informe di energia elettrica, dotato di una potenza così dirompente da essere stato usato in passato in guerra. I due protagonisti di Alliances si incontrano in un videogioco e proprio attraverso la rete iniziano la loro avventura alla scoperta di un terribile complotto e di se stessi, imparando che grazie all’identità online pochi sono davvero chi dicono di essere.
Manipolazione
I social network hanno inoltre inaugurato l’epoca del ritocco low cost. Se fino a qualche anno fa si ricorreva a costosi interventi di chirurgia plastica, oggi basta la licenza annuale di Photoshop per mostrare sempre una perfetta immagine di sé. La manipolazione di immagini, opinioni e persone è al centro delle vicende di Alliances: ogni personaggio manovra o viene manovrato da qualcun altro in un circolo vizioso infinito. Cameron ha il potere di manipolare a piacimento la tecnologia, ma è Nia a condizionare le sue azioni in vari frangenti. La ragazza-nucleo luminoso è dotata di un potere incredibile, ma è il Padre a tenerla reclusa e a decidere cosa sia meglio farle conoscere e cosa sia invece meglio nasconderle. Il villain principale di Alliances: Un gioco di Luce è Xal, un essere abominevole capace di entrare nel corpo delle persone per manipolarle a piacimento. L’ingenuità della giovinezza è la debolezza dei protagonisti, che risultano più semplici da manovrare; ma anche la loro forza, perché li rende più risoluti nel perseguire il bene.
I supereroi adolescenti non sono un topos nuovo nella letteratura e nei comics, ma rappresentano un ottimo espediente per narrare le difficoltà e la bellezza di una delle età più complesse che l’uomo debba attraversare. Non è un caso che il genio di Stan Lee abbia più volte percorso questa strada, probabilmente alla ricerca di quell’innocenza che abbiamo perso da tempo.