Proprio nelle ore appena trascorse è scoppiata una polemica accesa e controversa, tra l’internet e i lettori di fumetti statunitensi, con al centro di tutto un atto compiuto proprio dal supereroe più iconico di casa DC e, forse, dell’intero pianeta Terra: Superman.
Quest’ultimo, per sventare gli effetti di un super-criminale votato a scatenare la stessa Umanità contro se stessa sfruttando odio, violenza e brama di potere, si è trovato a difendere dagli spari di un folle un gruppo di immigrati di lingua spagnola.
Il tema, più che mai di attualità negli Stati Uniti e in tutto il mondo, ha fatto sì che critica e pubblico si spaccassero in due, tra chi approva in toto il gesto del supereroe il gesto del supereroe kryptoniano (che qualcuno ha definito, più o meno ironicamente, un “immigrato sulla Terra”) e chi invece lo trova fuori luogo, vedendoci dentro endorsement politici, critiche sociali e una netta presa di posizione contro l’amministrazione al governo.
Non si è probabilmente messo a fuoco il fatto che, come abbiamo approfondito noi stessi in uno speciale dedicato, il fumetto anche in questo caso non si fa portatore di un messaggio unilaterale, politico o sociale che sia, e gli autori di Action Comics (Dan Jurgens e Viktor Bogdanovic) non vanno oltre il dipingere quella che è, al di là di interpretazioni, una situazione di attualità: un crimine d’odio contro una minoranza peraltro, nella storia, scatenato dal villain di turno, insieme a una vasta serie di attentati.
Da questo punto di vista, cos’avrebbe potuto fare Superman, se non schierarsi a difesa di ogni vita umana?