Più veloce di un proiettile! Più potente di una locomotiva! Capace di scavalcare i grattacieli con un balzo! Guardate, su in cielo! È un uccello! È un aereo! No, è Superman!
Scusate la banalità, ma non potevamo iniziare un articolo sul più famoso figlio di Kripton senza citare il suo storico, fantasmagorico e celebre slogan di apertura. Slogan che, tra l’altro, come forse non sapete, era stato ideato dalla sua casa editrice, la National Allied Publications (antenata della DC Comics), per promuovere la sua novella creatura alla prima uscita in edicola, azzeccando una formula capace di travalicare i decenni. A stamparla nella memoria collettiva dell’umanità contribuì poi la serie Adventures of Superman, comparsa in televisione nel pieno degli anni ’50, sul finire della Golden Age. E oggi, a quasi ottant’anni dalla sua apparizione originale, non abbiamo più certo bisogno di sapere cos’è e chi è quella fenomenale creatura che arriva dal cielo per tirarci fuori da guai ogni volta. Anzi, negli anni ha finito addirittura per accumulare fin troppi nomi. Noto in ogni angolo del globo come Kal-El, Clark Kent, l’Uomo d’Acciaio, l’Uomo del Domani, dalle parti del Belpaese perfino con soprannomi vetusti come Ciclone, l’Uomo Fenomeno e addirittura Nembo Kid, Superman è ormai un’icona che tutti conoscono. Anche chi non ha mai preso in mano un fumetto in vita sua, chi non ha mai visto i suoi innumerevoli film e chi ignora le molteplici versioni, sa di chi parliamo. Perché Superman, a differenza dei suoi colleghi altrettanto blasonati in costume, è il primo supereroe dei comics come li conosciamo oggi, il personaggio che ha dato vita al concetto di supereroismo. È l’archetipo. La matrice. L’originale.
Tuttavia, non tutti sono a conoscenza della sua lunga, lunghissima storia editoriale. Noi vogliamo percorrerla tutta per celebrare questo numero uno in assoluto dei fumetti di ogni tempo e di ogni dove.
E pensare che all’inizio doveva essere un cattivo. Anzi, un supercattivo, il villain (molto somigliante al futuro Lex Luthor) di un drammatico racconto intitolato The Reign of Super-Man (col trattino!) che aveva al centro la disperazione, la mostruosità e uno scienziato pazzo. Un racconto apparso per la prima volta su una fanzine scolastica chiamata Science Fiction: The Advance Guard of Future Civilization. La storia parla di un uomo, in fila per il pane durante la Grande Depressione, che viene scelto da un mad doctor per un folle esperimento che gli conferirà degli sconcertanti superpoteri. Gli autori sono due ragazzi di origine ebrea, due compagni di liceo che hanno da poco compiuto diciotto anni: Jerry Siegel e Joe Shuster. L’ispirazione arriva dalla teoria di Friedrich Nieztsche sulla figura del Superuomo e il protagonista di Gladiator, un famoso romanzo di Philip Wylie, oltre al tragico contesto di crisi finanziaria del 1928. La data di pubblicazione è quella del gennaio 1933.
La Grande Depressione sta facendo sentire il suo colpo più duro, in Germania Hitler è appena diventato Cancelliere, in Italia spadroneggia il fascismo e il mondo entra in quella catena di eventi che sfocerà nella Seconda Guerra Mondiale. Pochi mesi dopo la nascita di questo supercattivo, Siegel rimette mani completamente al suo personaggio, trasformandolo in un eroe, anche se è ancora lontano dalla versione che conquisterà gli U.S.A. Manca la calzamaglia, l’iconica S sul petto, il ricciolo sbarazzino. Il giovane scrittore lo trasforma di continuo, modifica la sua provenienza, il suo carattere, l’ambientazione, come se fosse alla ricerca della forma perfetta in cui farlo brillare, simile ad uno scultore che scava continuamente nella creta alla ricerca dell’opera che sa trovarsi là sotto, nascosta. Leggenda narra che Siegel abbia avuto l’ispirazione definitiva in una notte del 1934, fatta di incubi e sogni ad occhi aperti. Una volta risvegliato, aveva tutto in mente: la nascita extraterrestre, la distruzione del suo pianeta d’origine, il padre che l’aveva spedito sulla Terra, immortale in mezzo agli uomini, per salvarlo, senza sapere che così facendo aveva salvato l’umanità: era nato Superman.
Ma per il suo esordio nelle edicole statunitensi bisognerà attendere ancora molto. Quattro anni, in cui Siegel e Shuster hanno contattato le redazioni da una costa all’altra alla ricerca di un editore, trovando una forte indifferenza, tanto che, sconvolto e frustrato dai continui fallimenti, il disegnatore dà alle fiamme le tavole originali. Da quel gesto, dettato dalla rabbia e dalla disperazione, si salva solo la copertina che, per quanto ancora grezza, ritrae il personaggio nella sua tutina rossa e blu che farà epoca. Nel frattempo, i due autori trovano finalmente un impiego sotto la neonata etichetta della National Allied Publications, per cui realizzano alcune serie di successo come Dr. Occult e Federal Men. Fondata nel 1934 da un maggiore di cavalleria reduce della Grande Guerra, la casa editrice si dedica anima e corpo alla nascente industria dei comic books, ma sembra non trovare interesse nel pubblicare Superman, nonostante le continue insistenze dei suoi due autori. Decide di rischiare e di acquisire i diritti della loro creazione solo in vista del lancio del primo numero di una nuova testata antologica di prossima pubblicazione. Il 10 giugno 1938 compare nelle edicole americane una rivista nuova di zecca, dalla grafica sgargiante e dalla copertina assai particolare, con al centro un uomo forzuto che solleva un auto e la sbatte contro un parete, in mezzo allo sconcerto generale. Si tratta di Action Comics e ospita un eroe chiamato Superman, un difensore brillante e integerrimo che combatte le ingiustizie senza fermarsi di fronte a nulla. Ai lettori non sfugge la somiglianza del personaggio con l’attore Douglas Fairbanks, grande interprete del cinema muto, e con i divi Johnny Weissmuller e Harold Lloyd, oltre che evidenti riferimenti ai circensi e ai lottatori greco/romani.
Attingendo alle loro origini ebraiche, Siegel e Shuster lo chiamano Kal-El, un nome che significa “la Voce di Dio“, per rimarcare la sua provenienza ultraterrena e il suo essere divinità in mezzo agli uomini. Ha un alterego, un mite giornalista del Daily Star (non ancora Planet), Clark Kent, il cui nome deriva da quelli di Clark Gable e Kent Taylor, che cerca quotidianamente di conquistare il cuore di una sua collega, Lois Lane, senza mai riuscirci. Ma fatta eccezione per le questioni di cuore, niente sembra impossibile per Superman. Corre più veloce di un treno espresso, è immune ai normali proiettili, solleva pesi incredibili e compie balzi stupefacenti di duecento metri (all’inizio, Superman non volava). I suoi tratti distintivi sono il mantello rosso che svolazza al vento, la sua incrollabile sete di giustizia e la tuta blu con la S incastonata nel petto, scelta attraverso un meccanismo, abbastanza comune all’epoca, che prevedeva l’utilizzo di una lettera dell’alfabeto come marchio identificativo di un personaggio, tendenza che ha in Zorro il suo capostipite. Da quel giorno, gli americani sanno che c’è qualcuno, lassù, pronto ad accorrere quando hanno bisogno di aiuto. L’Uomo d’Acciaio piomba sulle loro vite e, da allora, una speranza torna ad animare una popolazione funestata da una crisi senza fine, mentre all’orizzonte si muoveva lo spettro di un altro conflitto mondiale.
Tempo un anno e, grazie all’immediato successo, Superman ottiene una testata tutta sua che debutta nel giugno del 1939, a pochi mesi dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Questo gli fa stracciare ben due record: diventa il primo personaggio della storia dei fumetti ad avere una serie dedicata e il primo in assoluto ad apparire su ben due riviste contemporaneamente, cosa che ai tempi era particolarmente inusuale. Le copie vendute sono così tante che la National decide di lanciare un altro eroe in costume. La scelta ricade su un giustiziere completamente diverso dal figlio di Krypton, un miliardario che pattuglia i vicoli della sua città nel cuore della notte indossando un vestito a forma di pipistrello. Si tratta di Batman, il futuro rivale e compagno di Kal.
Nel frattempo, Superman conquista sempre più lettori, tanto che le vendite negli anni 40′ arrivano a superare il milione di copie. In quel periodo, mentre le nazioni venivano sconvolte dal conflitto, i soldati che andavano in battaglia si portavano dietro gli albi a fumetti con protagonisti i loro supereroi preferiti. Tra questi, oltre al leggendario Capitan America della Timely (la futura Marvel) e a Wonder Woman, non poteva mancare l’Uomo d’Acciaio. In una breve storia fuori serie pubblicata il 27 febbraio 1940 su Look, un periodo sulla scia di Life, si vede Sups partire per l’Europa insanguinata dal conflitto dove riesce a catturare Hitler, per poi decidere di occuparsi anche di Stalin. Si tratta di una partecipazione curiosa, dato che sia Siegel che Shuster erano contrari alla guerra. Infatti, nelle prime pagine del fumetto in questione, Superman appare convinto della sua prospettiva isolazionista e quando prende i due leader mondiali li porta al palazzo dell’ONU, affinché possano essere giudicati per i loro crimini dagli altri capi di stato. Evitando la giustizia sommaria e violenta della guerra, Kal-El rimane fedele ai suoi principi e non scende mai a compromessi, pur di non tradire gli ideali che lo ispirano.
Gli anni 40′, in piena Golden Age, segnano l’ascesa definitiva di Superman e gli viene creato intorno tutto il ricco cast che poi andrà a costituire le fondamenta del suo universo narrativo. Lex Luthor, storica nemesi, apparve per la prima volta sul numero 23 di Action Comics del 1940 insieme al direttore del Planet Perry White; il fotografo Jimmy Olsen compare un anno dopo; Mister Mxyzptlk nel 1944, mentre vengono sempre più accresciuti i poteri di Superman e approfondite le origini, attraverso varie suggestioni che poi confluiranno nel 1948 in una storia speciale, uscita in occasione del decennale del personaggio.
Il ’48, purtroppo, segna anche la fine della gestione di Siegel e Shuster, che vengono definitivamente allontanati dalla DC. In realtà, si trattava di una pratica molto comune nell’editoria di allora, dove i diritti erano di proprietà esclusiva della casa editrice che poteva disporne come meglio credeva. Quest’evento, oltre a rivoluzionare la linea del personaggio, diede vita a degli strascichi legali risolti solo qualche anno fa a favore degli eredi dei creatori. La scelta, per quanto discutibile, consentì però a tanti autori di partecipare al mito del personaggio, portando idee nuove e contribuendo in modo fondamentale alla sua caratterizzazione definitiva. Negli anni 50′, furono soprattutto Al Plastino e Bill Finger, il co-creatore di Batman, ad aggiungere altri elementi storici. A quest’ultimo si deve l’inserimento di alcune figure del passato di Clark, come Lana Lang; la canonizzazione di Superboy (le cui avventure vengono pubblicate su Adventure Comics); l’arrivo del supercane Krypto, l’introduzione definitiva della Kryptonite, il tallone d’achille dell’eroe, fino a quel momento apparsa solo in racconti inediti e nel radiodramma.
Ma l’apporto decisivo sarà quello di Curt Swan, giovane disegnatore che, subentrando a Wayne Boring, realizzerà la versione di Kal capace di rivitalizzare il personaggio all’alba della Silver Age, che aveva visto diminuirne drasticamente la popolarità. Il suo stile, realistico e dinamico, modellerà definitivamente Superman, attraverso una simbiosi totale che durerà per 21 anni, dal 1955 al 1986, fino al grande reboot DC intitolato Crisi sulle Terre Infinite. E l’ultima storia disegnata da Swan, prima del suo addio al personaggio e della successiva rinascita, sarà scritta da Alan Moore, l’autore che tanto ha dato a Sups e ai supereroi in generale. Si tratta di Cosa è successo all’uomo del domani?, capolavoro che molti considerano come il vero e proprio finale del Superman pre Crisi, con Kal che perde i poteri e decide di rinunciare alla sua identità per vivere in pace insieme alla moglie Lois. Non solo: il modello di Swan è così importante che sarà quello scelto da Christopher Reeve per la sua interpretazione nei quattro film dedicati al figlio di Krypton. Superman, da vero recordman, è il primo supereroe ad apparire sul grande schermo.
Crisi sulle Terre Infinite segna una svolta epocale in casa DC e nel fumetto in generale, sviluppando la prima forma di reboot di un universo narrativo, pratica al giorno d’oggi divenuta fin troppo consueta. In questo clima, Superman subisce un forte restyling che, se lascia intaccato il simbolo, cambia l’essenza dell’eroe e il suo passato, rimodellandolo completamente. Su tutti i cambiamenti apportati, i più pesanti riguardano la scomparsa della sua gioventù supereroistica a Smallville, incarnata dalla sua controparte giovanile Superboy, e i Kent.
Nella continuity pre 86′, i genitori adottivi erano morti prematuramente, convincendo il loro adorato figlio a partire per Metropolis, mentre in quella moderna sono ancora vivi e vegeti. Anzi, si ritagliano uno spazio sempre maggiore, diventando a tutti gli effetti protagonisti di molte storie del nostro Sups. A farla da padrone in questo concitato periodo è John Byrne, un autore inglese naturalizzato statunitense che già in Marvel si era fatto notare ringiovanendo diverse testate e eroi iconici, come Capitan America e i Fantastici Quattro.
Lui è la mente giusta per traghettare l’Uomo d’Acciaio nel presente, aggiornandolo da un punto di vista grafico e narrativo. Prendendo per un biennio le redini di Action Comics e realizzando la miniserie Men of Steel, Byrne realizza il suo obiettivo ed orchestra una grande riscrittura del personaggio. A lui si devono le moderne origini di Kal, viste nell’ultimo film con protagonista Henry Cavill, di un Clark che scopre solo al termine dell’adolescenza i suoi potere e decide di viaggiare per il mondo per metterli al servizio dell’umanità. Artista eccelso e stupefacente narratore, Byrne riesce a cogliere i sentimenti e i timori moderni del pubblico, e questa sensibilità lo porterà a plasmare un Superman sempre più calato nella contemporaneità, che possa essere attuale, riflettere il mondo in cui vivono i suoi lettori. Un personaggio diverso, eppure simile, consapevole del suo ruolo, del valore della giustizia e capace di interrogarsi su cosa sia più giusto fare per difendere gli altri, sul modo migliore per proteggere i più deboli, di dubitare come un essere umano.
Sono però gli anni 90′ a polarizzare ancora una volta l’attenzione su Kal-El. Il difensore di Metropolis finisce al centro di un evento sensazionale e discusso, destinato a fare la storia del supereroismo, come da consuetudine per quanto riguarda Sups. Si tratta del famoso ciclo della Morte di Superman e del successivo Ritorno. L’operazione, guidata dal supervisore Mike Carlin e orchestrata dal grande Dan Jurgens (“L’uomo che ha ucciso Superman“), nel biennio 1992-1993 porta la testata a vendere la media monstre di 3 milioni di copie a numero. Non solo: nella buona tradizione del figlio di Krypton, l’albo con al centro la sua dipartita raggiunge un record fino a quel momento mai toccato, classificandosi come il fumetto più venduto di tutti i tempi con oltre 6 milioni di copie smerciate nei soli Stati Uniti. Un fenomeno straordinario, difficilmente quantificabile anche a distanza di tanti anni, che riporta Superman alla sua dimensione originaria, ad essere il nume tutelare di milioni di persone e il supereroe più importante di tutti. Dopo essere caduto contro Doomsday nel tentativo di difendere Metropolis, lasciando in lacrime il mondo per la perdita del suo figlio adottivo, Superman ritorna dopo essere stato in ibernazione per molti mesi. Rallentando il suo battito cardiaco, era riuscito a sopravvivere al terribile scontro, salvo poi doverlo concludere una volta resuscitato, dato che anche il suo nemico era riuscito a sfuggire alla morte. Ma il mostro è più forte di prima e sembra impossibile ucciderlo come accaduto la prima volta. Per fortuna, grazie a Waverider, Kal riesce a spedirlo alla fine del tempo, concludendo la battaglia.
In seguito a questo tragico evento, Superman ha sposato Lois Lane (cosa che non aveva ancora fatto nell’era post Crisi) e si affaccia al nuovo millennio nelle mani dello scrittore Jeph Loeb e del disegnatore Ed McGuiness, che ne propongono una versione inedita e fresca, più in linea con i gusti attuali dei comics. Gli autori, insieme ad altre menti della DC (tra cui spiccano Joe Casey, Mark Schultz e Mike Wieringo), trasportano l’eroe nel maxi evento Our World at War, dove Clark e i membri della Justice League affrontano Imperiex, un essere proveniente dalle origini dell’universo che brama di scatenare un secondo Big Bang. Ma subito dopo i protettori della Terra si trovano presto al centro di un’altra catastrofica minaccia, capace di cambiare ancora lo stato delle cose.
È del 2005 Crisi Infinita, miniserie scritta da Geoff Johns e illustrata da Phil Jimenez, George Pérez, Ivan Reis e Jerry Ordway, ideale sequel della prima Crisi che si propone di sconvolgere nuovamente l’universo narrativo DC. La saga vede l’arrivo, nella continuità originale, di controparti degli eroi provenienti di realtà alternative: Kal-L, il Superman di Terra-Due, il Superboy di Terra Prime, Alexander Luthor Jr della Terra-Tre pre-Crisi e Lois Lane della Terra-Due.
Il loro sbarco causa morte e distruzione, terribili battaglie dove i membri della Justice League si trovano in seria difficoltà. Il momento più drammatico si raggiunge quando il nostro Superman, durante un’estenuante battaglia contro Superboy-Prime, viene privato dei suoi poteri, circostanza che avrà delle lunghe ripercussioni nel futuro del personaggio. Infatti, in Un anno dopo, la lunga sequenza narrativa che ha al centro i postumi di questa nuova crisi, lo ritroviamo senza le sue leggendarie capacità. Ma la sua sete di giustizia non è affatto esaurita e cerca di difendere ancora Metropolis nelle veste del Clark Kent giornalista, arrivando a scontrarsi di nuovo con Lex Luthor, caduto anche lui in disgrazia. Piano piano, Superman riacquisisce finalmente i suoi poteri, proprio in tempo per proteggere la sua città da una nuova versione del Giocattolaio e dell’Uomo di Kryptonite.
Ma la pace dura poco dalle parti della DC e già dopo pochi anni una nuova catastrofe minaccia di abbattersi sull’intero universo. L’evento Crisi Finale del 2008, scritto dal fenomeno Grant Morrison e illustrato da J.G. Jones, doveva essere il terzo atto della trilogia cosmico apocalittica iniziata con Crisi sulle Terre Infinite, un capitolo conclusivo che coinvolge tutte le testate della Distinta Concorrenza nel suo complesso. La saga vede al centro Darkseid, il Tiranno di Apokolips, che attua il suo piano finale per la corruzione del Multiverso e la conquista della Terra. Dopo essere stato apparentemente ucciso da Orione, ritorna grazie all’aiuto del servitore Libra nella sua forma finale, chiamata Boss Dark Seid.
In tutto questo, Superman vive forse i momenti più difficili della sua esistenza. A causa di un attacco, la sede del Daily Planet è saltata in aria e Lois finisce in coma. Solo il potere dell’Uomo d’Acciaio, che tiene quotidianamente in vita l’amata con la vista calorifica, impedisce alla morte di portarsela via. Per salvarla, Kal si lancia in uno lunghissimo viaggio tra le galassie che lo porterà a collaborare con tutti i Superman del Multiverso per scongiurarne la distruzione. Darkseid viene infine sconfitto grazie all’azione combinata di tutti i membri della JL, che si spingono al limite per fermarlo.
A seguito di questi eventi, le redini delle avventure di Clark vennero prese dallo scrittore James Robinson, che rimpiazzò Kurt Busiek dopo venticinque numeri all’attivo. Sfruttando le sue doti di intessitore, elaborò una complessa trama con al centro tutti i personaggi del cast dell’Uomo d’Acciaio e delle sue serie parallele, che si collegarono agli eventi di Nuova Krypton. Infatti, dopo la liberazione della città in bottiglia di Kandor, i kryptoniani contenuti al suo interno decidono di emigrare su un altro pianeta, chiamato appunto Nuova Krypton. Superman si trasferisce sul novello pianeta nella speranza di ricostruire il mondo della sua razza e, in qualità di comandante dell’esercito, si occupa di mantenere l’ordine. Ma la permanenza dura poco e Sups fa ritorno sulla Terra su Superman numero 700. Ritorno che vede anche l’esordio ai testi della grande firma Marvel J. Michael Straczynski e del disegnatore Eddy Barrows, che insieme danno vita ad un ciclo chiamato Grounded, dove il nostro eroe intraprende un lungo cammino attraverso gli Stati Uniti al fine di ristabilire un contatto con la sua patria adottiva, che non sente più sua. La storia però si interrompe dopo 11 albi, a causa del maxi evento intitolato The New 52.
Mastodontica iniziativa editoriale che puntava a portare in edicola ben 52 testate sotto il marchio DC Comics, riazzerando la continuity interna e la numerazione, The New 52 è stato un grandissimo rilancio che ha avuto delle conseguenze enormi, tra cui addirittura la cancellazione di due testate storiche come Action Comics e Detective Comics, ininterrottamente attive fin dalla loro creazione nel 1938 e nel 1940. Collegata al crossover Flashpoint, si assiste ad totale reboot di tutte le serie di supereroi dal 1935 ad oggi, di fatto da quando esisteva la casa editrice sotto il nome di National.
La storia degli eroi riparte dall’inizio con sfumature più cupe e tragiche.
Tutti i beniamini che conosciamo ed amiamo, in questa nuova realtà, sono attivi solo dai primi anni del duemila e molte delle loro origini sono cambiate. Superman, da bambino, invece di atterrare a Smalville precipita su Metropolis causando una strage.
Il governo americano lo rinchiude in una base militare per studiarlo e, una volta compresa la sua biologia, lo tiene lontano dal sole per usarlo come cavia per il “Progetto Superman”. Il progetto è guidato dal generale Lane e supervisionato dallo scienziato Lex Luthor. I due, però, saranno costretti a liberare il loro prigioniero per permettergli di respingere la minaccia di Brainiac, e solo in questa occasione indosserà per la prima volta il suo storico costume. Come spiegato da Grant Morrison, questo nuovo inizio doveva riprendere l’idea di Superman come riflesso del mondo attuale, un mondo dove, al giorno d’oggi, la fiducia nel governo è venuta meno e il cinismo e l’individualismo sono i valori dominanti. Oltre a questo, Lois Lane non è sua moglie, in questa riscrittura. Caratteristica che, insieme a tutto il contesto, doveva rendere Kal-El sempre più “alieno” e isolato sulla Terra. In seguito, tuttavia, è tra i membri fondatori della Justice League e inizia una relazione con Wonder Woman.
Ma la decisione improvvisa dei vertici editoriali di cancellare le conseguenze del New 52 per scarse vendite, porta all’operazione Rebirth, che rinnesta il passato precedente al Flashpoint con gli elementi successivi, mutando e aggiornando quello che era accaduto dopo. Qui abbiamo di nuovo il Clark del 2011, sposato con Lois Lane e con un figlio, Jonathan, avuto da quest’ultima, che agiscono nell’universo del 2016 dove il Superman New 52 è morto, in seguito ad un avvelenamento da radiazioni rimediato durante le sue innumerevoli battaglie.
Adesso quindi c’è un Kal maturo e padre, che opera in un mondo che tecnicamente non è il suo, cercando di tenersi il più possibile nascosto ma consapevole di non poter lasciare la Terra, qualsiasi Terra, senza il suo Superman. Perché c’è sempre bisogno di lui, del figlio di Krypton, dell’Uomo d’Accaio che veglia su noi.