La Torta Claptrap e il destino della pasticciera Nerd.
La nascita della torta claptrap è stata per me la dimostrazione che i videogame sono più che alternanze di 0 e 1 in un programma, prendono vita, ci guardano, ci studiano e soprattutto, ci prendono per il culo. Ma facciamo un passo indietro: come in ogni cliché che si rispetti alla ragazza di un nerd tocca sorbirsi videogame di cui, come dire, non gliene può fregar di meno. Se poi sei l’amica nerd, quella che fa anche il master a D&D e parla per ore dei suoi giochi preferiti, ti tocca sorbirteli senza ricevere in cambio del sesso ed una scatola di cioccolatini come contropartita. Uno dei casi più eclatanti per me è stato Bordlerlands. Tutti ne parlavano ed in particolare si affannavano a spiegarmi perché claptrap, o per meglio dire CL4P-TP General Purpose Robots, fosse odioso e meritevole di morte.
Mi è stato perfino mostrato l’inizio di Borderlands 2, più alcuni momenti successivi e devo dire che se sulle prime la vocina stizzosa del robottino mi faceva tenerezza… dopo un’oretta buona avevo ormai chiaro il punto di vista degli altri e lì ho fatto l’ERRORE. Visto che nel gioco claptrap non si può sparare ho pensato di regalare al “colpevole” di questa istruzione forzata un piccolo claptrap da accoltellare e divorare. Potrei dire che la torta claptrap è stata in realtà la torta de “le ultime parole famose” (sì proprio quelle della settimana enigmistica) Parole come: “tanto è semplice”, “siamo pochi, verrà leggera, “pazienza se il vassoio ha i bordi, tanto sarà un dolce molto piccolo” e perfino “sarà veloce da fare” aggiunsi, ignara che quel malefico robottino avrebbe trovato il modo di farsi odiare anche da me. Come sempre prima di preparare un dolce preparo una mozza, e in nel caso di questa maledetta creatura, tutto tornava. Ho preparato le braccia e la ruota con un rices krispies treat alla nutella, li ho rivestiti con santa pazienza con la pasta di zucchero e colorati (senza bomboletta) con colori alimentari metallizzati e pennello, con tanto di sfumature rugginose. Poi ho pensato che sarebbe stato carino avere le parti in vetro veramente trasparenti e via coi biscotti di vetro colorati, tanto ha pochi particolari… Le sentite anche voi le risate di sottofondo vero?
La prima vendetta della Torta Claptrap (gli amici mi chiamano claptrap. O lo farebbero se fossero ancora vivi. O esistessero tanto per cominciare) è stato quindi l’inganno, come ingannevole è la sua tenerezza da robottino ospitale e accogliente (ehi, non sei morto!) che nasconde megalomania e seri problemi di connessione alla realtà (io sarò il saggio capo e tu l’impavido tirapiedi hahahah). Sì perché avrete intuito che fra i biscotti per le alette laterali, i pezzi in rkt, i monitor, guardarsi i gameplay alla ricerca di immagini utili se ne sono andate tante, tantissime ore. La lezione è: mai e poi mai fare qualcosa di un videogame cui non s’è giocato specie se siete perfezionisti.
Ma va bene, uno supera anche questo e si dedica al dolce, una mud cake al cioccolato (no, non è fatta di fango, solo tanto cioccolato) farcita con bavarese alla nutella resa croccante con gocce di cioccolato (tanto per variare un po’). Poi litiga per creare i piedini che faranno da aggancio alla ruota e inizia a scoprire che, nonostante i disegni, l’infame robot si è “allargato”, le sue braccia non entrano sul vassoio nelle posizione buffe previste e a ben guardare, manco nel frigo del festeggiato.
Ma non contento di questo, il malefico robottino si è mostrato fonte inesauribile di problemi tecnici, ultimo e non ultimo il fatto che non riuscissi a sollevare da sola il vassoio e che quindi qualche invitato di buona volontà è dovuto arrivare fino al non vicino parcheggio per sobbarcarselo (secondo una stima accurata delle imprecazioni lanciate strada facendo il peso della Torta Claptrap doveva aggirarsi sui 7-8 kg e gli invitati erano 15). Insomma alla fine di questa odissea a contatto con la scatoletta gialla posso dire di capire appieno tutti i cacciatori della cripta che vorrebbero farlo brillare con la dinamite, lui, il suo processore vocale, il suo obiettivo rotto e possibilmente anche i creativi che l’hanno concepito. Perché credetemi, claptrap è malvagio, c’è qualcosa nella sua figura che emette onde ipnotiche, è stato creato secondo le proporzioni dell’uomo rompiscatoliano e Giacobbo gli dedicherà presto una puntata in cui dimostreranno come i templari con la cintura di Orione e la piramide di Micerino hanno congiurato per dar vita a questo portatore sano di discordia, questo concentrato di odiosità. “Claptrap, può un robottino in pixel, risultare odioso anche quando non hai giocato a Borderlands?” scopritelo su Mistero, e con risposta in anteprima su Stay Nerd vi diciamo che: SI, PUÒ. Dopo tanti insulti e dopo aver passato divertenti momenti dediti al suo smembramento, dopo aver raccolto i complimenti del caso ed essermi riappacificata con il mondo in generale e coi videogame in particolar modo, mi sento comunque di spendere due parole a favore di Claptrap. Devo dire che alla fine incontrarlo è stato anche un piacere. Perchè nonostante tutto, in fondo in fondo, lui è tanto buono… da mangiare.