Dalle armi bianche a quelle da fuoco
Alcuni prodotti hanno la capacità di ritagliarsi una nicchia di pubblico e polarizzare le emozioni di quest’ultimo travalicando i suo stessi confini. A chi non è capitato di parlare con un amico e finire per scoprire che un certo anime, manga o videogioco a noi sconosciuto ha in realtà un seguito spropositato tanto da farne un oggetto di culto? Sword Art Online agli inizi del duemila rientrava esattamente in questa categoria: nato da una light novel (un tipo di romanzo giapponese orientato verso teenager), SAO si è poi evoluto in un anime ed infine in una serie di videogiochi. La serie animata vede protagonista Kirito, uno degli iniziali 1000 beta tester di Sword Art Online, il più famoso MMORPG in virtual reality (VRMMORPG) che grazie al NerveGear permette ai giocatori di immergersi completamente nel mondo virtuale, utilizzando tutti e cinque i sensi.
Su questi presupposti l’anime ci accompagna in questo mondo digitale dove i protagonisti si trovano rinchiusi dalla mente diabolica del suo creatore Akihiko Kayaba con il rischio di perdere la vita anche nel mondo reale. SOA, come dicevamo, negli anni ha saputo costruirsi una fan base piuttosto accanita che non ha mai smesso di chiedere novità all’interno della serie, aprendo le porte non solo a nuovi prodotti come il live action su Netflix ma anche a soprattutto a spin off come Sword Art Online Alternative Gun Gale Online che riprende il concetto del SOA originale ma in un certo modo lo “occidentalizza” sostituendo le spade protagoniste delle serie principale con una serie di armi fa fuoco. È proprio in questa ambientazione alternativa che Fatal Bullet trova spazio, intrecciando alcuni elementi innovativi richiesti dalle necessità videoludiche con personaggi, luoghi e temi che faranno invece piacere ai fan della serie.
SAO: Fatal Bullet ci mette sin da subito nella posizione di creare il nostro personaggio, proseguendo con una tradizione piuttosto classica per gli RPG. L’editor si dimostra divertente da usare e abbastanza profondo, grazie all’utilizzo di diverse opzioni e uno stile che ripercorre fedelmente quello degli anime: non è infatti difficile riprodurre le sembianze dei personaggi più famosi della serie o aggiungere un piccolo tocco di personalizzazione che aiuterà il nostro personaggio ad avere la sua personalità. Subito dopo la creazione del nostro avatar, Fatal Bullet ci mette di fronte ad un altro grande classico del genere: una cutscene nella quale viene spiegata l’ambientazione di gioco e i presupposti della trama. Il nostro eroe si è appena collegato a Gun Gale Online (GGO) e si imbatte in un’amica di infanzia, esperta del titolo, che lo aiuterà a impratichirsi coi comandi e le regole di gioco. Insieme affronteranno il primo dungeon che funziona anche da tutorial e definisce l’incipit della storia: i due amici si imbattono infatti in una AFASYS, una sorta di intelligenza artificiale con dei poteri enormi che non aspettano altro di essere svelata. L’IA non ha un nome e tocca al giocatore affibbiargliene uno, mentre ben definita è la relazione tra quest’ultima e il nostro protagonista: i due infatti sembrano condivide un legame speciale che farà da motore all’intera storia, svelando diversi segreti non solo riguardo ai nostri protagonisti ma al mondo di SOA in generale. Se da una parte ci siamo divertiti a seguire le vicende del nostro giocatore e dell’IA dall’altro le cutscene si sono dimostrate troppo frequenti e lunghe, con una serie di rimandi al precedente titolo (Hollow Fragment) che probabilmente renderanno la vita difficile a quanti si avvicinano a questo franchise per la prima volta.
Per quanto riguarda il gameplay, Bandai Namco ha fatto un eccellente lavoro nel ristrutturare l’intero layout comandi e combat system per passare dalle armi bianche a quelle da fuoco. Fatal Bullet è fondamentalmente un action JRPG che però si gioca come uno shooter in terza persona: ogni combattimento è fondamentalmente basato sulle nostre capacità di mirare e fare fuoco con tempismo, mentre cerchiamo di evadere i colpi con schivate o un posizionamento strategico. Le meccaniche di gioco di per se non risultano complesse ma, visto il layout comandi non canonico e l’approccio al combattimento sicuramente non ortodosso, farci la mano richiede più di qualche scontro prima di diventare naturale. Namco sembra essere consapevole di questa mancanza di immediatezza del gameplay e ha introdotto una serie di tutorial che vengono propinati al giocatore sotto forma di slide, testo o consigli durante le prima di ore di gioco: a nostro avviso questo approccio non risolve il problema anzi rende l’esperienza più macchinosa e difficile da digerire.
Per quanto riguarda la progressione, non siamo di fronte a niente di innovativo o rivoluzionario. Come c’era da aspettarselo per un qualsiasi di JRPG, la struttura di gioco principale gira intorno al loop visto e rivisto: il giocatore dovrà affrontare una serie di dungeon che si propongono come lunghi corridoio con qualche bivio qua e la, uccidere una serie di nemici, ottenere XP per poi tornare nell’HUB principale, ossia l’appartamento del nostro protagonista, nel quale si ha accesso ad una serie di customizzazioni. Qui, infatti, potremo rivedere non solo il nostro aspetto fisico, ma anche spendere i punti abilità per il nostro avatar o la nostra IA d’accompagnamento, sbloccando perks aggiuntive o bonus di sorta. Sebbene non sia uno dei sistemi di sviluppo personaggio più complesso ed elegante degli ultimi anni, Fatal Bullet fa un buon lavoro nel dare diverse opzioni al giocatore, creando un effetto di profondità di gameplay che sinceramente non ci saremmo aspettati. Peccato per la ripetitività dei nemici e dei dungeon che alla lunga rendono il grinding estremamente noioso e difficile da digerire.
Verdetto
Sword Art Online: Fatal Bullet non è un titolo perfetto: la narrazione è piuttosto lenta e il gameplay risulta piuttosto abbozzato nelle sue componenti principali. Nonostante questo Bandai è riuscita in un certo senso a mantenere vivo lo spirito del franchise, permettendo ai giocatori di dare un occhiata all’interno di questo mondo virtuale che ha conquistato tanti fan e a tratti anche di divertirsi con un combat system che una volta appreso può dare delle soddisfazioni. Come spesso accade per questo tipo di tie-in, Fatal Bullet si dimostra come un prodotto orientato solo verso i fan della serie e difficilmente apprezzabile da quanti non hanno avuto modo di avvicinarsi al mondo di SOA precedentemente. In un certo senso un’occasione mancata per Namco di avvicinare nuovi fan alle vicende di Kirito e compagni.