Nicolas Cage fa satira su se stesso, ma alla fine Il talento di Mister C è una commedia come tante altre. O quasi…
radotto letteralmente, The Unbearable Weight of Massive Talent equivale a “L’insostenibile peso del grande talento”, che nella versione nostrana diventa Il Talento di Mr C.
Nei fatti, si tratta del nuovo film di Tom Gormican in cui Nicolas Cage interpreta… Nicolas Cage.
Se ne è parlato tanto nei mesi scorsi, data la natura bislacca e divertente dell’idea, e a questo punto con il film ormai uscito ovunque e finito da un po’ anche sulla piattaforma Prime Video, è lecito esprimere un giudizio sulla pellicola.
Senza dubbio vedere Cage fare satira su se stesso è piacevole, anche considerando qualche sua intervista di un po’ di tempo fa in cui l’attore si dichiarava un po’ seccato dei meme su di lui e dell’etichetta “Cage rage”, in riferimento alla sua recitazione e le sue espressioni eccessivamente teatrali, a volte grottesche.
Il buon Nicolas ha di fatto costruito parte della sua carriera su questi elementi, ma è altrettanto vero che quando ha occasione non smette di ricordarci quanto possa essere un grande attore, in grado di regalare ottime performance interpretative. Come il recente caso di Pig, di cui abbiamo parlato anche noi.
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Esistono, e restano negli annali, alcuni suoi ruoli eccellenti. Ma poi ci sono anche le urla, la sua andatura dinoccolata, il sopracciglio aggrottato, le frasi a effetto: tutti elementi che, ugualmente, finiscono nel grande archivio della settima arte e che hanno contribuito a fare di lui il Nicolas Cage che tutti conosciamo.
Da queste premesse sembra partire Il talento di Mr C, con un Cage sconsolato e convinto a ritirarsi da Hollywood, che finisce tuttavia reclutato dai servizi segreti americani, infiltrato a casa di un ricchissimo fan di nome Javi (Pedro Pascal), che lo ospita per aiutarlo a scrivere una sceneggiatura ma che in realtà si rivela un pericoloso criminale.
Ecco quindi che le prospettive iniziali mutano, prendendo una piega ben più comune a molte trame, rendendo l’esperienza de Il talento di Mr C assai meno metacinematografica di quel si credeva inizialmente.
Di fatto siamo al cospetto con una action comedy che elude la banalità soltanto grazie al fatto che pensare a tutto ciò con Nicolas Cage nei panni di se stesso ci manda fuori di testa, e grazie ad alcuni accorgimenti effettivamente funzionali e divertenti, come il Mister C che si accorge che in casa di Javi c’è una sua statua a grandezza naturale.
Viene un po’ in mente l’esperimento – quello sì, indubbiamente riuscito – di Spike Jonze e Charlie Kaufman, con John Malkovich a interpretare se stesso, ma qui tutto è molto più leggero e ci si prende meno sul serio.
Le battute spesso sono divertenti, e il duo Pascal-Cage funziona perfettamente.
In qualche passaggio a metà film si ha quasi la sensazione di essere catapultati in una delle commedie gialle di Woody Allen, con Blues in the dark di Jimmy Rushing a fare da sottofondo.
Non mancano poi i riferimenti e gli omaggi al grande cinema, o al cinema in generale, passando da Il gabinetto del dottor Caligari a Paddington 2.
Tolti i due protagonisti, il resto del cast è un mero contorno, a partire da una nostra conoscenza, ovvero Alessandra Mastronardi, nei panni di Gabriela.
Nel complesso, Il talento di Mister C non è certo un film indimenticabile, tuttavia può essere definito come un giusto omaggio alla carriera di Nicolas Cage, fatta certamente di qualche passo falso e parecchi film non proprio memorabili, ma senza alcun dubbio straordinaria e ricca di ruoli iconici e performance fantastiche che hanno fatto dell’attore una vera leggenda hollywoodiana. Qualche film tra questi viene giustamente menzionato e ricordato, e Sidney Young direbbe che non è un caso se si inizi proprio da Con Air. Pensate, tra l’altro, che la produzione di Con Air si sovrappose con quella di Face/Off e di fatto Cage dovette quasi dividersi tra i due set. Regalandoci peraltro due delle sue migliori interpretazioni di sempre.
Forse è tempo di rivalutare il buon vecchio Nicolas Cage, ma nel frattempo lui ha imparato a fare ironia su se stesso e a ridere di chi cerca sempre di fare di lui un meme vivente.